Congedo menopausale: la spinta ad ascoltare i bisogni delle donne

Non solo per il ciclo mestruale: per Essity, azienda leader nei settori dell'igiene e della salute, sono fondamentali permessi retribuiti anche per le impiegate in questa fase della vita

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI -
9 luglio 2023
forte-positivo-donna-di-mezza-eta-con-i-capelli-corti-tinti-che-stringe-i-pugni-mostrando-i-bicipiti-in-posa-isolata-femmina-matura-bionda-con-sguardo-fiero-fiducioso

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È recente la notizia della proposta di legge depositata in Regione Lazio per introdurre il congedo mestruale finalizzato a permettere alle donne di assentarsi da scuola o dal lavoro nei giorni di picco del ciclo. Un provvedimento ritenuto fondamentale dall’universo femminile, considerando i disagi legati alla dismenorrea, una condizione diffusa che porta con sé un impatto negativo sulle attività quotidiane. Un tema di cui In Italia si parla da tempo ma che, al momento, non trova applicazione pratica.

Donne in menopausa: il 71% è impiegata

E se il ragionamento fosse esteso alle donne in menopausa? A porsi la domanda è stata Essity, azienda multinazionale leader nei settori dell'igiene e della salute, nota per i brand Tena, Nuvenia, Tempo, Tork, Demak’Up, Libero, Leukoplast, Jobst e Actimove.
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Il 71% delle donne intervistate da Essity si dichiara impiegata

Dalla ricerca che ha effettuato su un campione di 500 italiane in menopausa o in post menopausa è emerso che il 71% era impiegata durante questa fase della vita (45% full-time, 26% part-time). Una condizione che, non essendo accompagnata da una consapevolezza generale sul tema, incontra quotidianamente notevoli difficoltà. Pur essendo una fase fondamentale nella vita di ogni donna, risulta infatti ancora troppo poco conosciuta e dibattuta. Estendendo l’indagine a 16.000 persone in 11 Paesi, Essity ha fotografato una società che ha una scarsa conoscenza del fenomeno e delle conseguenze ad esso correlate e che considera tuttora un tabù questo periodo della vita di una donna.

La richiesta di permessi retribuiti

Sarà probabilmente per questo che in Italia solo il 6% delle donne intervistate ha dichiarato di poter usufruire di permessi specifici per i disturbi legati alla menopausa, di cui solo 3% retribuiti, e che, cosa ancor più grave, il 13% ha dichiarato di aver dovuto prendere giorni di ferie a causa dei disagi o dei fastidi collegati. Alla luce di questi dati, la necessità di avviare percorsi di sensibilizzazione rispetto al tema, fino ad arrivare alla richiesta di garantire permessi retribuiti alle donne in questo particolare periodo della vita, è evidente. Come per ogni questione sociale che si rispetti, però, c’è anche un controcanto: non tutte si dicono propense a beneficiare di un tale diritto. Il 17% delle intervistate, ad esempio, si è dichiarata contraria, sia che si tratti di permessi retribuiti che non.
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È fondamentale riconoscere i sintomi fin dalla fase precedente, senza che questi rappresentino un tabù (Tena)

Sintomi e conseguenze: l'indagine Essity

Ma come si manifesta la menopausa e quanto davvero può impattare sulla qualità della vita delle donne? Anche in questo caso, a venirci in aiuto sono i risultati dell’indagine commissionata da Essity. La media delle intervistate ha dichiarato che i sintomi relativi alla menopausa sono durati oltre 5 anni, il 40% che la propria capacità di lavorare durante questo periodo è stata influenzata dalla stanchezza, il 24% che ha accusato scarsa concentrazione, il 16% scarsa memoria e l’8% una maggiore incapacità di concentrazione. Ciò vuol dire che la resa in termini lavorativi nella seconda fase della vita di una donna potrebbe non essere garantita in maniera continuativa e che potrebbero verificarsi situazioni particolari per le quali sarebbe necessario evitare di lavorare per non sottoporre l’organismo a un ulteriore stress.

Necessaria più conoscenza

Il punto è che, come già evidenziato, di queste dinamiche si conosce poco e si parla ancora meno, rendendo la strada verso un pieno riconoscimento di diritti relativi al periodo della menopausa a dir poco in salita. Di sicuro, il primo passo da fare è informare e sensibilizzare le donne, a partire dalle più giovani, in modo tale da renderle consapevoli della necessità di promuovere un dialogo costruttivo anche intorno a questa tematica, ancora considerata un tabù. Immediatamente dopo, servirà intraprendere percorsi istituzionali finalizzati al riconoscimento del diritto al permesso non solo mestruale ma anche menopausale.
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È necessario sensibilizzare e informare donne e società su sintomi e conseguenze della menopausa

Essity, da sempre al fianco delle donne, si impegna ogni giorno ad abbattere le barriere al benessere, compresi gli stigmi, i tabù e il silenzio che troppo spesso circondano la menopausa. Massimo Minaudo, Country Manager Italia presso Essity, ha dichiarato che l’azienda ha la volontà di divenire partner di fiducia per tutte le donne che affrontano questa fase della loro vita sul posto di lavoro facendo emergere le loro voci. Un alleato che aiuterà a squarciare il velo questo grande e sconosciuto tema e a renderlo di dominio pubblico e, dunque, comunemente accettato e rispettato. Un piccolo passo per una donna, un grande passo per la società.