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Elisabeth Anderson-Sierra: "Da 8 anni sono la dea del latte"

La giovane donna residente negli Stati Uniti stabilisce il record del mondo per la più alta donazione del prezioso alimento per i neonati: "Soffro della sindrome da iperlattazione"

di CATERINA CECCUTI -
27 agosto 2023
Elisabeth Anderson-Sierra: la dea del latte

Elisabeth Anderson-Sierra: la dea del latte

La dea del latte, esiste. E vive negli States. Si chiama Elisabeth Anderson-Sierra la giovane donna residente negli Stati Uniti stabilisce il record del mondo per la più alta donazione di latte umano da un individuo, a causa della sindrome da iperlattazione che da otto anni le ha cambiato la vita.

Dea del latte

Non è un prodigio della natura, ma la maggior parte degli americani la conosce come “La dea del latte”. In effetti il corpo di Elisabeth, classe 1988, madre di tre figli residente in Oregon, non funziona come quello della maggior parte delle persone. Da quando ha dato il benvenuto al suo primo figlio, 8 anni fa, questa giovane mamma di tre figli ha appreso di essere affetta dalla sindrome da iperlattazione, una rara condizione medica che induce il corpo a produrre un eccesso di latte materno.
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Molti neonati si salvano grazie alprezioso alimento donato da altre mamme

“Durante un fisiologico percorso di allattamento al seno, viene prodotto un ciclo di ormoni che genera la prolattina necessaria per la produzione di latte - spiega nel corso di un’intervista a People -. Nel mio caso però, la ghiandola pituitaria ingrossata e la secrezione sono molto superiori alla media. E per colpa di questo eccesso di prolattina, il mio corpo produce latte senza sosta, tanto che se non lo estraggo per alleviare la pressione, iniziano a verificarsi cose come infiammazioni dei tessuti, mastiti o sviluppo di ascessi”.
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La giovane donna residente negli Stati Uniti stabilisce il record del mondo per la più alta donazione di latte umano da un individuo

L'iperlattazione

L’ormai nota mamma dell’Oregon ha recentemente stabilito il record del mondo per la più alta donazione di latte materno da parte di un individuo, con ben 1.599,68 litri donati. Elizabeth era una studentessa a tempo pieno e una neo mamma quando le è stata diagnosticata la malattia e non aveva idea di quali sarebbero state le implicazioni della sindrome.
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Si chiama Elisabeth Anderson-Sierra, ma la maggior parte degli americani la conosce come “La dea del latte” (foto Instagram)

“Per quanto riguarda il futuro – commenta - una delle opzioni è sottoporsi a una doppia mastectomia per rimuovere il tessuto che genera il latte materno. Perchè il mio corpo non si ferma. Avevo già provato alcuni percorsi medici e anche se ho potuto riscontrare parziali successi, gli effetti collaterali erano troppi per poter continuare i trattamenti”.

Allattamento al seno, 4 buoni motivi per sostenerlo

I medici ricordano l’importanza dell’allattamento al seno per i neonati. La Società Italiana di Pediatria (Sip) ha sottolineato attraverso le colonne di Qn-Salus 4 buoni motivi per cui è fondamentale continuare l’allattamento anche durante i mesi estivi.
  1. In primo luogo, l’allattamento al seno difende dai rischi di infezioni intestinali, che sono più frequenti durante il periodo caldo. Il latte materno contiene sostanze benefiche che proteggono il bambino da potenziali malattie.
  2.  Secondariamente, l’allattamento al seno è pratico ed economico, soprattutto in vacanza. Non richiede organizzazione particolare, basta trovare un posto tranquillo per allattare il bebè. Inoltre, non c’è bisogno di supporti come biberon da sterilizzare, che possono essere veicoli di germi responsabili di infezioni intestinali.
  3.  L’allattamento al seno garantisce un’adeguata idratazione al neonato, anche durante le giornate più calde, questo il terzo punto. Niente biberon da sterilizzare che, soprattutto con il caldo, possono essere veicolo di germi responsabili di infezioni intestinali.
  4. Infine, ma non meno importante, spiega la presidente dei pediatri, Annamaria Staiano, il latte materno è uno dei principali determinanti della salute per l’intera vita del bambino. Non solo non costa nulla, ma contiene tutte le sostanze nutrienti necessarie per una corretta crescita e sviluppo.

Soluzioni e consigli pratici

Oms e Unicef raccomandano di allattare in modo esclusivo fino ai 6 mesi di età e di prolungare l’allattamento fino ai 2 anni. In Italia meno di un bambino su due all’età di 2-3 mesi viene allattato in maniera esclusiva e solo tre su dieci, a 4-5 mesi, continuano a essere allattati esclusivamente al seno. Vari ostacoli possono portare le mamme a interrompere l’allattamento. Uno di questi è la cosiddetta crisi di lattazione, quando il bambino improvvisamente cambia il suo ritmo di poppata. In questi casi, è importante sapere che il bambino sta comunque assumendo una quantità adeguata di latte se non piange e le urine sono trasparenti.
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Allattamento al seno, 4 buoni motivi per sostenerlo

Queste crisi di solito si risolvono nel giro di poco tempo e pertanto, le mamme sono incoraggiate a perseverare, dichiara Riccardo Davanzo, responsabile del tavolo tecnico allattamento al seno del ministero. Un altro pregiudizio che spinge a interrompere l’allattamento è la preoccupazione che il bambino stia crescendo meno a causa di un apporto insufficiente di nutrienti, in questo caso è bene sapere che il ritmo di crescita può variare in maniera discontinua, diversamente da quanto accade nei primi due mesi di vita. Infine, il ritorno al lavoro o problemi di salute possono influenzare la scelta di interrompere l’allattamento. In questi casi, un pediatra può fornire informazioni su come continuare a raccogliere il latte materno e conservarlo correttamente, in questo senso gli specialisti della Sip hanno realizzato un vademecum che illustra le modalità e i tempi corretti di conservazione del latte materno per evitare sprechi e rischi. L’allattamento è un gesto d’amore e una scelta consapevole che offre innumerevoli benefici alla salute del bambino. Anche durante l’estate, è importante continuare a fornire al neonato il latte materno per garantire una crescita sana e proteggerlo dalle infezioni.