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La rivoluzione inclusiva di Kimap: città accessibili per utenti disabili

L'applicazione della start up fiorentina Kinoa Innovation Studio ha ricevuto ben 11 premi. Con Lapo Cecconi andiamo a scoprire come funziona

di MARIANNA GRAZI -
9 maggio 2023
Rilevamenti Kimap

Rilevamenti Kimap

"Il nostro scopo è quello di rendere Kimap una piattaforma di scambio di informazioni sull’accessibilità e l’inclusione. L’utente in carrozzina ha un’esigenza, il cieco ne ha un’altra e banalmente una mamma con un passeggino e si trova in una città che non conosce e ha bisogno del bagno col fasciato ne ha un’altra ancora. Geolocalizzando i punti di interesse tanto quanto gli ospedali la rende un punto di raccordo e di offerta di informazioni". Parola di Lapo Cecconi, uno dei fondatori della start up fiorentina Kinoa Innovation Studio, che poco tempo fa ha ricevuto, insieme al presidente Armando Dei, l'undicesimo premio col riconoscimento "Cuore Digitale Onlus" a Roma, alla Camera dei Deputati, per l'applicazione Kimap. "Un vero e proprio ecosistema digitale volto a facilitare la mobilità dei disabili in tutto il mondo", spiega. "Le persone hanno bisogno di un'innovazione che sia inclusiva e favorisca l'accessibilità, e Kimap si pone proprio questo obiettivo – gli fa eco Dei –. Grazie infinite a Cuore digitale Onlus per questo attestato di stima e valore". Con Cecconi ripercorriamo la genesi del progetto e scopriamo gli sviluppi futuri.  

La nascita di Kimap

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Lapo Cecconi, co-fondatore di Kinoa, spiega il funzionamento dell'applicazione Kimap ad alcune persone, alcune delle quali con disabilità motoria

Qual è stata la scintilla che vi ha fatto nascere l’idea di Kimap? "Il motivo scatenante ormai risale a qualche anno fa. Era il 2017 e il nostro gruppo di lavoro aveva da poco fondato la start up Kinoa e stavamo sviluppando un dispositivo per il monitoraggio di performance sportive di un team atletico. Dopo una serie di ricerche e analisi avevamo elaborato, in estate, un vero e proprio prototipo IoT, collegato a un’applicazione per poter gestire in tempo reale le performance atletiche. Fatti i primi test ci siamo trovati a un bivio: da un lato sviluppare e investire sulla miniaturizzazione e l'indossabilità del dispositivo, che io chiamavo ‘bussolotto’, oppure seguire l’intuizione improvvisa di uno dei nostri soci, che oggi è il presidente della start up, Armando Dei. Da alcuni anni si trova a muoversi in carrozzina, e allora ci disse: ‘Invece che rendere questo bussolotto indossabile per un team sportivo a me già così farebbe comodo, perché rileva in tempo reale la posizione in un luogo e il tracciamento’. Per lui che poteva finalmente muoversi anche per turismo, a Firenze e non solo, adattando il prodotto ai fini della mobilità e del flusso informativo sull’accessibilità delle persone disabili, poteva essere la svolta e, allo stesso tempo, potevano non servire così tanti investimenti: il bussolotto si aggancia alla carrozzina e il gioco è fatto". Quindi Dei è stato il vostro modello di sviluppo, oltre che socio. Aveva riscontrato una mancanza di strumenti di questo tipo? "È nata proprio così. Appena Armando ha capito le potenzialità della tecnologia che stavamo sviluppando ha detto: ‘A me basa questa, mi risolve un problema gigantesco’. Nasce quindi tutto dalla possibilità che dà ad alcuni utenti: l'indipendenza, che prima Armando non aveva, ci è stata da stimolo. Era entrato da poco in un gruppo molto giovane e ha avuto l’intuizione giusta di come rendere davvero utile questo dispositivo. Abbiamo fatto quindi i test a Firenze, coinvolgendo le associazioni del territorio e la consulta dei disabili, proprio per applicarlo sul campo non solo con Armando ma con tanti utenti: il nostro approccio è sempre stato inclusivo". Quindi sono cambiate anche le finalità del dispositivo… "L’obiettivo iniziale che ci siamo posti è stato quello di rilevare le barriere architettoniche presenti in tutte le città dove andavamo – chiunque utilizzava il bussolotto poteva raccogliere informazioni – e allo stesso tempo offrire indicazioni stradali accessibili a tutti. Il nostro motto è quello di abbattere le barriere informative, per far circolare più informazioni possibili su dove poter andare per persone in sedia a rotelle".

I riconoscimenti

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Lapo Cecconi e Armando Dei premiati per Kimap da "Cuore digitale onlus"

Uno scopo nobile. È stato riconosciuto al di fuori? "Sì perché proprio a quel punto è arrivato il primo premio, un riconoscimento che ci ha dato un’ulteriore spinta a continuare in quello che stavamo facendo. È arrivato dal CNR di Pisa, nell’ambito del contest Tuscan Big Data Challenge, che ci ha messo a disposizione un paio di sviluppatori per togliere il bussolotto e inserire tutto nell’applicazione. A fine 2017 è nata l’app di Kimap che fa tutto quello che prima faceva il dispositivo: rileva il tracciamento delle strade percorse dall’utente e geolocalizza ostacoli o punti di interesse con informazioni sull’accessibilità. Da lì sono arrivati anche tanti altri premi lungo il percorso". E l'ultimo, quello che vi ha assegnato "Cuore digitale Onlus" a Roma? "Questo arriva in un momento particolare, perché i due anni di Covid sono stati molto difficili per Kimap: avevamo vinto un progetto europeo nel 2018 e avevamo girato l’Europa per portare l’applicazione. Chiuso questo progetto a fine 2019 avevamo un bel po’ di clienti e città con cui lavoravamo, ma a marzo 2020 c’è stata la brusca interruzione per la pandemia e il nostro lavoro non era più una priorità in quel momento, perché i disabili –come tutti i cittadini– erano costretti in casa".

La pandemia e lo sguardo al futuro

Cosa avete fatto in questo periodo? "Abbiamo usato quei mesi per cambiare un po’ l’applicazione, continuato a investire. E devo dire che questo premio che ci è stato dato alla Camera dei Deputati, un po’ per il luogo, un po’ per il momento in cui arriva, è stato prezioso. E ora, prima dell’estate, rilasceremo gli ultimi aggiornamenti: abbiamo investito ancora di più nell’innovazioni legate a un sistema premiante per chi rileva info sull’accessibilità, cercando di coinvolgere più utenti possibili, anche non disabili".
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Nelle mappe contenute si traccia il percorso di un utente segnalando punti di interesse e servizi accessibili ai disabili (Facebook)

Informazioni di questo tipo possono servire a tutti e tutte, in particolare ai disabili, che così potrebbero avere uno strumento di maggior accessibilità… "In teoria ovunque. La cosa interessante è che anche noi gruppo di lavoro, quando andiamo per turismo in qualche città, abbiamo un metro di paragone per considerare un luogo accessibile o no; se ci troviamo a Londra o a Madrid e abbiamo rilevato punti di interesse con informazioni utili li rileviamo perché possano essere d’aiuto a chi, in quel momento, ne ha bisogno per trovare in quella città ad esempio un bagno pubblico accessibile (che di solito è la cosa più problematica). È un impegno che ognuno di noi può assumersi".

Il crowdmapping

Un’applicazione 'partecipata attivamente', diciamo così, dagli utenti stessi "Esatto e qui introduco anche un altro progetto che stiamo portando avanti con l’università di Firenze. Stiamo infatti facendo le rilevazioni in tutti i plessi universitari in città e il 12 maggio faremo un evento al campus di Calenzano, facciamo queste mappature partecipate. Sono momenti in cui noi mettiamo a disposizione di tutti gli utenti Kimap, spieghiamo come funziona, viene dato un format che è quello del crowdmapping – quindi della mappatura partecipata – e andiamo a rilevare in maniera collettiva i punti di interesse accessibili, in questo caso nel campus ma lo facciamo allo stesso modo nelle città. Ci serve allo sviluppo della tecnologia ma anche a veicolare informazioni a più utenze possibili". Kimap quindi non serve solo per il turismo ma ha anche applicazioni quotidiane. Che tipo di mappe si possono trovare nell’app? "Quelle certificate da noi, altre che ci commissionano università, comuni, associazioni con cui collaboriamo. E rileviamo tutto, dalla presenza di un punto di interesse – perché il disabile è un utente come tutti noi e non ha solo bisogno di servizi ‘primari’ diciamo così –, ai ristoranti, dai musei alle farmacie ai bar dove fare un aperitivo. Le cose più serie/utili e quelle più interessanti, per il tempo libero".
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L'applicazione è continuamente aggiornata con nuove mappe: ognuno può contribuire a inserire nuove informazioni sull'accessibilità (Facebook)

Non solo in Italia... "Sì da qualche mese a questa parte stiamo tornando all’estero. C’eravamo prima del Covid ma la pandemia non poteva tagliarci completamente le gambe e non ci desse la possibilità di continuare lo sviluppo. Le motivazioni sono rimaste e noi abbiamo continuato a investire ma allo stesso tempo era difficile, mancavano i soggetti che ci chiedevano la mappatura e anche i riscontri economici. Il 2023 è partito nel migliore dei modi, siamo di nuovo all’estero, ci stanno contattando soggetti istituzionali sia nazionali che internazionali, il gruppo di lavoro sta crescendo…". Navigando sul vostro sito c'è addirittura una mappa legata alla piattaforma Pokemon Go "Un'associazione romana ci ha fatto scoprire che un utente con cui lavoriamo ha fatto questa mappa con Pokemon Go. Effettivamente il messaggio che così si manda è che, se nel mentre che si gira la città per catturare questi ‘mostriciattoli’ ci rilevano il punto di interesse dov’è localizzato il Pokemon nella nostra mappa regalano un’informazione preziosa ai nostri utenti. Quindi noi diamo loro un punteggio. Lo sviluppo della nuova app prende spunto da questo sistema di sfide, legate anche ad altri partner, e il principio di avvicina molto a quello che voremmo trasmettere: fate anche altro, ma se quando andate da qualche parte rilevate un bagno accessibile, un ingresso senza scalini, un esercizio ha servizi per disabili, a noi fate un piacere e vi rilasciamo un punteggio che per ora non ha valore ma in futuro potrebbe". Gli sviluppatori di Kimap hanno inoltre presentato proprio questo format, in vista dell'iniziativa ScienzEstate, che coinvolge vari dipartimenti e plessi dell'UniFi e farà tappa a settembre al polo di Novoli, per coinvolgere gli utenti più giovani e fare una mappatura partecipata catturando Pokemon e rilevando allo stesso tempo informazioni sull'accessibilità. Un evento d'inclusione attraverso il gioco.