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Incidenti stradali con animali selvatici: perché servono i corridoi faunistici

In quindici anni sono stati uccisi 52 orsi, ma tra le 'vittime della strada' ci sono anche cinghiali, cervi, caprioli e altre specie

di DOMENICO GUARINO -
25 ottobre 2023
Be aware of deer crossing!

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Una strage continua, nel disinteresse generale. Eppure basterebbe poco per evitarla. Parliamo degli incidenti stradali che coinvolgono la fauna selvatica. Si pensi che, solo in Trentino, e solo per quanto riguarda gli orsi, si contano una cinquantina di vittime dal 2007 ad oggi. L’ultimo episodio assurto agli onori delle cronache ha riguardato l’esemplare M90 che, qualche giorno fa, poco prima dell’alba è stato investito sulla statale 42 all’altezza di Mezzana. Dopo l’impatto, il plantigrado è riuscito a scappare via fra i boschi ed a salvarsi, fortuna. Ad altri è andata purtroppo peggio.

Gli orsi vittime degli incidenti stradali

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Gli orsi sono spesso uccisi o feriti negli incidenti stradali

I dati che emergono dai Rapporti Grandi carnivori, redatti dal Servizio Faunistico della Provincia Autonoma di Trento dal 2007 al 2022, sono infatti davvero impressionati, con 52 orsi uccisi in soli 15 anni. A questi vanno aggiunti i feriti, di cui poco o nulla si sa: se hanno riportato conseguenze importanti, fratture o sono andati incontro ad emorragie. I rapporti delle forze dell’ordine che intervengono sul posto dell’incidente, infatti, non si preoccupano di questo, ma si limitano a dichiarare che l’animale si è allontanato. Eppure, il documento elaborato dal Servizio Faunistico della Provincia Autonoma di Trento sottolinea che “gli investimenti di orsi costituiscono situazioni potenzialmente emergenziali, in quanto plantigradi eventualmente feriti che stazionano nei pressi delle strade possono creare condizioni di pericolo”. Per cui “le segnalazioni di investimento necessitano di immediate verifiche della squadra di emergenza e dell’unità cinofila”.

Gli altri animali selvatici coinvolti

Il problema ovviamente non riguarda solo gli orsi e non è circoscritto solo al Trentino, anche se, ovviamente, le regioni con una maggiore densità di superficie boschiva sono quelle dove altrettanto maggiore è il rischio di sinistri.
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Un branco di cinghiali in autostrada

Gli incidenti con cinghiali, cervi, caprioli e altri animali selvatici sono infatti diffusi in tutta Italia e, stando agli ultimi dati dell’Osservatorio Associazione sostenitori amici della Polizia Stradale solo nei primi sei mesi del 2021 gli incidenti gravi che hanno coinvolto animali selvatici sono stati 76, provocando quattro morti e 86 feriti. L’anno precedente, l’Asaps ha registrato 157 incidenti gravi che hanno causato 16 morti e 215 feriti. I sinistri con conseguenze minori sono invece migliaia. Secondo l’Oipa quanto accaduto in Trentino non è che l’ennesimo caso di "conseguenze dei deficit di gestione del Progetto Ursus".

I corridoi faunistici

Per tutelare gli orsi e le altre specie selvatiche, soprattutto in territori ad alta densità, ed anche per salvaguardare gli stessi automobilisti andrebbero finalmente implementati anche in Italia i "corridoi faunistici”, una realtà diffusa in varie parti del mondo, come l’India e la California e il Canada. Si tratta di percorsi dedicati che permettono alla fauna selvatica di muoversi in tutta sicurezza verso i loro boschi. La Utah Division of Wildlife Resources (UtahDWR), ad esempio, nel 2018 ha costruito un cavalcavia ad hoc sopra l’Interstate 80, nei pressi di Parleys Summit, per ridurre gli incidenti causati da animali vaganti. L’anno dopo, nel 2019, è stata avviata la costruzione del più grande corridoio per fauna selvatica al mondo che dovrebbe aprire a breve in California: un ponte sull’autostrada US 101 che è composta da ben 10 corsie, a Nord-ovest di Los Angeles. Questo passaggio sarà utile a collegare diverse parti della catena montuosa di Santa Monica e, grazie alla sua costruzione, si spera soprattutto di salvare i leoni di montagna ed i puma dall’estinzione.
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Negli Stati Uniti sono previsti questi percorsi ed aree dedicate per la fauna selvatica, per evitare sinistri

"Torniamo a evidenziare quanto sia incoerente, da parte del presidente Fugatti, affermare di volere una migliore convivenza con i grandi carnivori diminuendo la presenza gli esemplari e dire ‘no’ ai corridoi faunistici". Che sono "aree di connessione ecologica che permettono agli animali di spostarsi tra diverse zone, evitando l’isolamento delle popolazioni e, nelle aree in cui l’urbanizzazione e le infrastrutture possono interrompere le rotte naturali di spostamento degli animali, diminuirebbero gli incidenti come quello di cui è stato vittima sabato, da ultimo, M90” ha detto il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto.

L'app piemontese

Aspettando i corridoi si possono utilizzare altri accorgimenti. In questo caso l’esempio viene dal Piemonte, dove per prevenire gli scontri tra automobilisti e fauna selvatica è da poco disponibile un’app gratuita che consente di avvisare per tempo la presenza di animali lungo i tratti di strada maggiormente a rischio. L’applicazione, ideata dalla Regione con la collaborazione delle Università degli Studi del Piemonte Orientale e di Torino, è stata messa a punto grazie all’analisi dei dati relativi agli incidenti segnalati nel corso di tredici anni, dal ‘98 al 2011. Sui dati a disposizione è stato poi costruito un modello matematico che incrocia informazioni sul traffico, alla densità di animali nel territorio e altri fattori, al fine di ottenere una mappa dei tratti di strada più rischiosi e di inviare una notifica allo smartphone di chi sta percorrendo zone pericolose.