Un evento torbido e ambiguo quello che è accaduto a Roma il 1° gennaio, una tragedia su cui si allungano dubbi e ombre. Gergely Homonnay, autore di libri e militante per i diritti civili ungherese, è morto in un club privato di via Pontremoli in zona San Giovanni, una sauna e luogo d’incontro noto nell’ambiente gay romano. L’uomo sembra sia entrato nel locale verso le 5 del mattino. In seguito, ha accusato un malore che ha richiesto l’intervento del 118. Dopo vari tentativi di rianimazione, è stato dichiarato il decesso poco dopo le 13. Gli uomini dell’ambulanza hanno subito allertato i carabinieri della caserma di piazza Dante, i quali a loro volta hanno informato il pm Luca Guerzoni, che ha aperto un fascicolo per “morte come ipotesi di altro reato”. Non sono ancora certe le ragioni del decesso. La salma di Homonnay è stata trasportata al policlinico di Tor Vergata per un’autopsia, il cui esito, insieme agli esami tossicologici, potrebbe fare luce sull’accaduto.
Gergely, nato a Gyula in Ungheria, già da tempo viveva a Roma. Aveva trascorso le festività natalizie insieme a due amiche. Una di loro, la teologa magiara di 48 anni Rita Perintfalvi ha dichiarato che l’amico “aveva molto paura che gli potessero fare del male”. Homonnay, omosessuale dichiarato, si era esposto negli scorsi anni nella lotta per i diritti della comunità Lgbtq+ contro il governo del suo Paese, apertamente reazionario. L’episodio più recente risale al 2 dicembre, quando lo scrittore ha definito Katalin Novak, ministra della Famiglia ungherese, candidata da Viktor Orbán alle prossime elezioni per la presidenza della Repubblica, “un orribile verme nazista”. La donna, 44 anni, è uno dei nomi più in vista del partito conservatore Fidesz. Periftalvi ha inoltre aggiunto: “Mi si spezza il cuore, non capisco e non ci posso credere. Ho trascorso 4-5 giorni prima di Natale con lui ed Erzsi (un’amica comune ndr) a Roma, abbiamo intrecciato molti progetti comuni. Gergely era felice e innamorato, ma aveva molta paura che gli potessero fare del male”. Tutte le strade sono aperte, ma attualmente si pensa a un’overdose di stupefacenti. L’ipotesi è rafforzata dai carabinieri che, tra gli effetti personali dello scrittore, hanno ritrovato tracce di una polvere che potrebbe essere Ghb, l’acido gamma-idrossibutirrico. In medicina la sostanza è impiegata per curare l’alcolismo ma spesso viene utilizzata come stupefacente per fini sessuali. Pare che Homonnay ne facesse frequentemente uso. Sul corpo sono stati riscontrati anche segni di violenza. Gli inquirenti hanno già sentito gli amici, i proprietari del club e anche l’ex fidanzato della vittima. I due non si frequentavano da tempo e l’uomo non è stato in grado di fornire ulteriori dettagli. Homonnay fino al giorno prima della sua morte ha pubblicato molte foto felici sui suoi profili social in compagnia delle amiche e del gatto, apparentemente ignaro dell’imminente tragedia. Gli agenti hanno anche proceduto al sequestro del cellulare, per cercare di risalire a chi abbia, eventualmente, venduto la presunta sostanza stupefacente allo scrittore. La Procura ha affidato delega per effettuare l’autopsia e gli esami tossicologici.