Oscar del Greenwashing: chi sono i campioni della disinformazione sul clima?

Assegnati da Greenpeace nel galà annuale, sui dati dell’indagine condotta con l’Osservatorio di Pavia, ‘premiano’ chi si è distinto in negativo nei tre ambiti di riferimento: politica, aziende, informazione

di DOMENICO GUARINO -
16 giugno 2024
Oscar del Greenwashinga a Matteo Salvini, Sole24Ore ed Eni

Oscar del Greenwashinga a Matteo Salvini, Sole24Ore ed Eni

Matteo Salvini per la politica, il Sole 24 ore per l'informazione, ENI nella categoria ‘aziende’: sono i tre premiati con gli Oscar del greenwashing, per via della loro attività di ‘disinformazione sul clima’, sulla base dei risultati emersi nel rapporto su media e clima 2023, condotto da Greenpeace insieme all’Osservatorio di Pavia.

La premiazione nell’ambito del gran galà organizzato a Roma da Greenpeace, in un evento che ha visto la partecipazione di esperte ed esperti di Voci per il clima, il primo network indipendente di personalità del mondo della scienza, della comunicazione, dell’imprenditoria e della cultura impegnate per un’informazione corretta sulla crisi climatica. Ma andiamo a vedere nel dettaglio le motivazioni dietro ai singoli riconoscimenti.

Gli Oscar del greenwashing 

Matteo Salvini è stato premiato perché definito “senza rivali per la sua instancabile opera di disinformazione”.

Il Sole 24 Ore si è invece “distinto per avere dato più voce alle aziende inquinanti quando si parla di crisi climatica”.

Mentre Eni ha avuto il riconoscimento in quanto “l’azienda inquinante che più ha investito in pubblicità lo scorso anno in Italia, con quasi una pubblicità al giorno per lavarsi la coscienza”.

“Come denunciato a più riprese anche dalle Nazioni Unite – afferma Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia – il greenwashing è uno dei fenomeni più subdoli e pericolosi del nostro tempo, perché consente alle aziende inquinanti e ai governi di nascondere le proprie responsabilità e di ritardare la transizione energetica di cui abbiamo urgente bisogno. A questo si aggiungono le carenze dei principali media italiani nel raccontare la crisi climatica, anche a causa dell’influenza che l’industria dei combustibili fossili esercita su di loro”.

La pennellata verde che sigilla un patto di potere 

II greenwashing, spiegano gli organizzatori della manifestazione, è quella “pennellata di verde” che consente alle aziende inquinanti di nascondere le proprie responsabilità e di ritardare gli interventi per mitigare il riscaldamento globale. “Casi eclatanti – come la condanna di ENI per pubblicità ingannevole nel 2020 – sono solo la punta dell’iceberg delle strategie sempre più sofisticate con cui aziende inquinanti e governi compiacenti cercano di ostacolare la transizione energetica” denunciano le associazioni ambientaliste .

A questo si aggiungono le carenze di giornali e tv nel raccontare la crisi climatica, anche a causa dell’influenza che l’industria dei combustibili fossili esercita sui più importanti mass media italiani.

Per questo Greenpeace chiede, da una parte, ai quotidiani e ai media italiani di rinunciare ai finanziamenti dell’industria fossile e di impegnarsi per un’informazione sul clima veritiera, completa e indipendente; dall’altra, al governo di smettere di promuovere false soluzioni e investire davvero sulle fonti rinnovabili; a Eni in particolare, di assumersi le proprie responsabilità nella crisi climatica e smettere di investire in petrolio e gas (mentre il Cane a sei zampe ha dichiarato di voler aumentare la produzione di combustibili fossili almeno fino al 2027).

"Assegnando gli Oscar del greenwashing – ha spiegato ancora Onufrio – vogliamo denunciare il patto di potere che lega politica, mondo dell’informazione e colossi del petrolio e del gas come Eni, che continua indisturbata con emissioni di gas serra fuori controllo mentre cerca di ripulirsi l’immagine a suon di sponsorizzazioni e pubblicità fintamente green”.