Padre Bormolini, il religioso che ricostruisce speranze e accompagna la sofferenza fino alla fine

di GUIDO GUIDI GUERRERA
27 aprile 2022
Padre Guidalberto Bormolini cover apertura

Padre Guidalberto Bormolini cover apertura

Padre Guidalberto Bormolini è sinonimo di carità, assistenza fisica e spirituale, conforto e vicinanza agli ultimi, agli indifesi, ai più deboli e ai sofferenti. Attraverso le sue molteplici espressioni di volontariato, con le diverse sedi ubicate soprattutto in Toscana in cui sorgono i suoi Centri di Accoglienza, Padre Guidalberto svolge la sua intensa missione di ‘ricostruzione’ che lo ha reso ormai famoso. Con un passato alle spalle di liutaio e falegname, il religioso ordinato sacerdote nel 2000 ad Arezzo dall’arcivescovo Gualtiero Bassetti e originario di Desenzano sul Garda, è entrato nel 1992 a far parte della Comunità dei Ricostruttori nella Preghiera all’interno della quale ha trovato la risposta perfetta al suo ideale di ‘monachesimo interiorizzato’ , che esprime tutti i suoi valori attraverso una dimensione spiccatamente inclusiva e interreligiosa .

In pellegrinaggio dalla Palestina all'India

Padre Guidalberto Bormolini, 55 anni, originario di Desenzano sul Garda, monaco e teologo, in gioventù falegname e liutaio, poi consacratosi alla vita religiosa nella comunità dei Ricostruttori nella preghiera (foto di Simone Donati)

Padre Guidalberto Bormolini, 55 anni, originario di Desenzano sul Garda, monaco e teologo, in gioventù falegname e liutaio, poi consacratosi alla vita religiosa nella comunità dei Ricostruttori nella preghiera (foto di Simone Donati)

In questa ottica ha compiuto numerosi pellegrinaggi in Palestina, Iran, Siria, Giordania, Egitto, Israele, Armenia, Turchia e India. Senza trascurare i viaggi in Irlanda, Scozia, Francia del nord per visitare i principali monasteri europei. Laureato alla Pontificia Università Gregoriana, ha conseguito la Licenza in Antropologia Teologica ed è dottorando in Teologia Spirituale presso l’Ateneo Sant’ Anselmo a Roma. Cura in modo speciale il dialogo con le persone in cerca di Verità anche al di fuori della Chiesa e si occupa di accompagnamento spirituale dei morenti. Una esperienza umana e spirituale assolutamente unica che si è tradotta nell’incarico di docente al Master “Death Studies & the End of Life” dell’Università di Padova e al Master La Gentilezza nella relazione di cura del Meyer di Firenze.

La Casa dei  Ricostruttori

Padre Guidalberto Bormolini, 55 anni, originario di Desenzano sul Garda, monaco e teologo, in gioventù falegname e liutaio, poi consacratosi alla vita religiosa nella comunità dei Ricostruttori nella preghiera

Padre Guidalberto Bormolini, monaco e teologo, in gioventù falegname e liutaio, poi consacratosi alla vita religiosa nella comunità dei Ricostruttori nella preghiera

Proprio nel capoluogo toscano si trova la sede dei ‘Ricostruttori’ , dove il sacerdote è coadiuvato da un gruppo di giovani volontari che sembrano personaggi di un fiction religiosa e invece sono persone reali, amabili, serenamente attive e felici. Cinzia Granata, sorella consacrata, dolcissima nei modi e maestra nell’arte dell’ iconografia. Annagiulia Ghinassi, anch’essa religiosa consacrata , il cui ruolo è quello di svolgere le delicate funzioni di psicoterapeuta e tanatologa. Poi ci sono Giulio Vannucci, studente di teologia e prossimo a diventare sacerdote e il volontario chitarrista Lapo Vannucci , senza dimenticare Sabrina Coppini, anima dell’amministrazione di TuttoèVita ETS (associazione per la cura spirituale dei malati). Tutti quanti ragazzi meravigliosi, affiatati tra di loro e stretti in cerchio attorno alla loro stella polare, a colui che con sforzo, determinazione e fede ha reso tutto possibile. Un uomo di preghiera dal temperamento concreto, costantemente immerso nel duro e infinito lavoro su se stesso e in quello che si constata mediante le opere, a beneficio del prossimo. A ribadire questa linea di principio e di condotta, padre Bormolini ha per il secondo anno consecutivo organizzato, assieme a un gruppo di esperti nei vari settori, un Master in Leadership e Spiritualità tenuto presso la Villa San Leonardo al Palco a Prato che, iniziato il 24 aprile, si protrarrà fino al 19 giugno ( contatti al sito www.ricostruirelavita.it ) articolato in otto giornate e i cui temi incentrati su un generale cambiamento si uniranno a quelli del ‘saper fare’, e questo attraverso l’uso consapevole delle risorse interiori e del valore della mistica, della meditazione e di una comprensione totale e armonica del proprio ruolo esistenziale. La Casa dei Ricostruttori a Firenze è bella, accogliente, straordinariamente intima nonostante la vastità. La mano del ‘falegname’ Guidalberto si coglie ovunque grazie alla presenza di belle sculture, della sistemazione perfetta degli ambienti, dello sfruttamento intelligente di materiali destinati ad essere buttati via come inservibili. ‘La pietra scartata è diventata testata d’angolo’, è la frase di un celebre salmo di David e sembra sottolineare come l’opera del mistico, in quel suo ambiente talmente suggestivo da sembrare ritagliato da un libro delle fiabe, si sia tradotta nella realizzazione di una grande cucina-mensa in cui l’allegria dei tavoli allineati e multicolori si mescola a profumi decisamente invitanti. I ragazzi sono al lavoro ai fornelli per un risultato che si preannuncia spettacolare.
Padre Bormolini è stato molto vicino a Franco Battiato, soprattutto nei suoi ultimi anni di vita: è stato lui inoltre a celebrarne la cerimonia funebre a Catania

Padre Bormolini è stato molto vicino al musicista Franco Battiato, soprattutto nei suoi ultimi anni di vita: è stato lui inoltre a celebrarne la cerimonia funebre a Catania

Ed è a tavola che si conversa meglio, con le domande che arrivano spontanee quanto sincere le risposte in un affratellamento che rende tutto più fluido, possibile e speciale. Non possiamo fare a meno di andare con il pensiero all’amico comune Franco Battiato, di cui Guidalberto è stato consigliere spirituale e per averlo accompagnato negli ultimi momenti di sofferenza fisica, mentre la sua anima anelava al distacco in attesa dell’estremo viaggio, di quell’attraversamento del Bardo che come promette il buddhismo tibetano è preludio di un possibile ritorno. E’ questo il momento del totale abbandono, ed è il preciso momento in cui la missione di Padre Guidalberto Bormolini si fa pura Luce.

Il cammino verso il momento finale

Padre Guidalberto, una delle peculiarità della sua missione è seguire da vicino le persone affette da malattie terminali. In che modo riesce a lenire quelle sofferenze? “Le sofferenze che emergono per una malattia grave sono definite dagli specialisti “dolore totale”, che ci coinvolge a livello fisico, psicologico e spirituale. Sono stati fatti passi da gigante per lenire il dolore fisico, molta strada è stata fatta per curare il dolore esistenziale e psicologico, ma troppa poca per il dolore e il disorientamento spirituale. Anche se tutti i documenti scientifici a questo riguardo dicono che chi cura dovrebbe prendere in carico anche gli aspetti spirituali, in realtà nel sistema sanitario si fa ancora poco o nulla. La Toscana in questo è all’avanguardia con una delibera della Giunta Regionale, approvata durante la pandemia anche su nostra iniziativa, nella quale si dichiara che la vicinanza a chi soffre è parte della cura e che è necessario un approccio integrale alla cura, che contempli le dimensioni fisica, psicologica e spirituale. Noi facciamo volontariato in presenza su tutta la Toscana con l’associazione TuttoèVita ETS, e anche in modalità a distanza, tramite video chiamate, per offrire quell’assistenza spirituale che è veramente centrale nella cura. Possiamo dunque accompagnare persone, spesso italiane, anche in molti paesi esteri come Belgio, Austria, Svizzera, Inghilterra, Stati Uniti e Argentina…) che possono usufruire del nostro servizio gratuito #iorestovicinoate (http://tuttovita.it/io-resto-vicino-a-te/). Oltre a questo offriamo ritiri gratuiti, chiamati “La casa del grano”, in cui insegniamo meditazione a chiunque sia colpito da una malattia grave con percorsi spirituali ed esistenziali (http://tuttovita.it/cosa-facciamo/la-casa-del-grano/). Questi percorsi sono stati in questi giorni finanziati anche dalla Fondazione CR Firenze. Infine stiamo costruendo un Hospice incentrato sulla meditazione, il terzo al mondo con questa tipologia. L’Hospice sarà inserito in un borgo ricostruito dai nostri volontari, dove ospitare chiunque sia alla ricerca di senso nella vita, soprattutto se colpito da malattia grave (https://borgotuttovita.it/ ).” Cosa significa essere ‘ricostruttori’ in questa difficile fase epocale del nostro mondo? “Siamo in un mondo in crisi, che tocca tutti gli aspetti dell’umanità. Molti percepivano quest’epoca con la sensazione di essere in un vicolo cieco, già prima della pandemia. Ora pandemia e guerra hanno dato il colpo finale. È tempo di ricostruzione, cioè di tornare alle nostre vere origini. Il mito dell’Eden ha ancora grande forza, si tratta del mito più diffuso sulla faccia della terra: eravamo in un luogo beato, in armonia con tutte le creature. I greci antichi parlavano di una mitica età dell’oro. Tutti i miti, in un modo o nell’altro, raccontano poi di una rottura, che porta alla decadenza, ma vengono anche indicate delle vie per tornare a quello stato beato. 'Ricostruire' significa continuare a credere a questa possibilità. Ma occorre che si compiano in contemporanea sia opere esteriori di costruzione di bene, sia un lavoro interiore che ci ricostruisca per renderci disponibili alla Grazia, come una coppa che deve essere prima svuotata per poi essere riempita.” Come si concilia la vocazione al fare delle sue iniziative con l’esercizio apparentemente passivo della meditazione?
Padre Guidalberto Bormolini si occupa di accompagnamento spirituale dei morenti ed è docente al Master Death Studies & the End of Life dell’Università di Padova

Padre Guidalberto Bormolini si occupa di accompagnamento spirituale dei morenti ed è docente al Master Death Studies & the End of Life dell’Università di Padova

“In realtà se le due dimensioni non sono in equilibrio ambedue sono vuote e senza frutto. Occorre servire l’umanità e contemporaneamente servire l’Assoluto. Come dice san Giacomo, grande sapiente: 'Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede. Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta'. (Gc 2, 14-18.26). Se la meditazione diviene una pratica finalizzata esclusivamente al proprio benessere non darà mai vera gioia, allo stesso modo un attivismo incapace di nutrirsi ad una fonte spirituale sarà incapace di offrire una bevanda sostanziosa all’assetato e un cibo veramente nutriente all’affamato. Perché 'Non di solo pane vivrà l’uomo' (Mt 4,4). Se poi uno raggiunge alte mete spirituali può agire nella storia, per il bene di tutti, anche solo con la preghiera e la meditazione, poiché può attirare forze divine sull’umanità. Silvano del monte Athos afferma che «Il mondo sussiste grazie alla preghiera, ma quando la preghiera verrà meno, il mondo perirà». Questa stessa convinzione appartiene alla mistica ebraica, in cui si afferma che se ci fosse anche un solo istante in cui nessuno studia la Sacra Scrittura, il mondo cesserebbe di esistere. Tutti questi argomenti li ho affrontati in un libro uscito in questi giorni per i tipi di Edizioni Terra Santa: Questo tempo ci parla. La rivoluzione spirituale e il sogno di una nuova umanità”. Chi sono in genere le persone che cercano Padre Bormolini? “Normalmente sono persone alla ricerca, colpite da quella che Platone definisce la malattia originaria, cioè quel fatto mitico avvenuto alle origini dell’umanità quando essa si è allontanata dall’amicizia con Dio. La malattia fisica è un episodio di questa 'malattia originaria'. Tanti sono coloro che cercano la nostra esperienza perché hanno perduto la via, il senso della vita o vogliono riscoprire le loro perdute origini cristiane. Forse i versi di un poeta possono esprimere al meglio cosa offriamo: accoglienza a chiunque. 'Vieni, vieni, chiunque tu sia, vieni! Sei un miscredente, un idolatra?… anche se non credi in nulla, Vieni! La nostra casa non è un luogo di disperazione, e anche se hai infranto mille volte le tue promesse Vieni, ancora una volta vieni…'. (Mawlana Jalaluddin Rumi, poeta mistico del XIII secolo)". Crede che ciascuno di noi potrebbe trovare conforto nella meditazione?
Padre Guidalberto Bormolini e il Daila Lama

Padre Guidalberto Bormolini e il Daila Lama

“La meditazione è una via universale, anche Papa Francesco l’ha ricordato con parole chiare: 'Tutti abbiamo bisogno di meditare, di riflettere, di ritrovare noi stessi, è una dinamica umana. Soprattutto nel vorace mondo occidentale si cerca la meditazione perché essa rappresenta un argine elevato contro lo stress quotidiano e il vuoto che ovunque dilaga. Ecco, dunque, l’immagine di giovani e adulti seduti in raccoglimento, in silenzio, con gli occhi socchiusi… Ma possiamo domandarci: cosa fanno queste persone? Meditano. È un fenomeno da guardare con favore: infatti noi non siamo fatti per correre in continuazione, possediamo una vita interiore che non può sempre essere calpestata. Meditare è dunque un bisogno di tutti. Meditare, per così dire, assomiglierebbe a fermarsi e fare un respiro nella vita' (Catechesi sulla preghiera. La meditazione, 28 aprile 2021). La meditazione spirituale, e non quella mentale, è la vera cura per quella 'malattia originaria' di cui parlavamo prima. Se è vero che la meditazione di per sé è laica e universale, è altrettanto vero che in ogni religione esiste una pratica meditativa. Per noi cristiani meditare, o fare la preghiera del cuore, è il modo in cui ci disponiamo ad accogliere la Grazia, è lo spazio in cui ci facciamo guidare da Cristo per incontrare il Mistero divino". Il suo è un modello religioso inclusivo. Come viene visto questo atteggiamento dalla Chiesa? “La Chiesa è davvero madre ed abbraccia infinite forme di vita e di carismi. Nei primi secoli gli incontri con altre culture e religioni furono arricchenti per entrambi. Ad esempio sono attestate amicizie e scambi di esperienze tra monaci cristiani e monaci indiani, sia buddhisti che di tradizione yogica. Questo può essere nuovo per molti, come evidenzia padre T. Špidlík, cardinale e professore del Pontificio Istituto Orientale: 'Per molti contemporanei è stata una scoperta venire a sapere che molti degli esercizi yoga erano praticati già parecchi secoli fa dai monaci cristiani'. Il primo racconto sulla vita dei monaci cristiani fu scritto da vescovo che è stato discepolo dei padri del deserto, e in seguito scrisse anche un libro sulla vita degli yogi indiani, ben diciassette secoli fa! Tra i Padri della chiesa molti ammiravano «i profeti degli Egizi; e i Caldei presso gli Assiri; e i Druidi presso i Galli; ; e i filosofi dei Celti; e i Magi dei Persiani, che predissero la nascita del Salvatore, e giunsero nella terra di Giudea guidati da una stella' come sostiene tra gli altri Clemente di Alessandria. Ma anche Tertulliano, Agostino, Ambrogio e Origene si richiamarono esplicitamente a queste millenarie tradizioni. Quindi quanto facciamo si inserisce nella grande tradizione ecclesiale. È però anche vero che talvolta chi è più profetico non è sempre bene accolto dalla Chiesa del suo tempo. Le istituzioni sono certamente necessarie, ma non possono essere monolitiche, è bene che sappiano accogliere chi 'vede oltre' e si spinge più avanti. Se c’è un prezzo da pagare pazienza, chi vuole andare oltre dovrebbe averlo messo in conto. Io amo la Chiesa, sono felice di esserne un membro. Ne vedo i limiti, e il primo limite (essendone parte) sono io stesso, ancora troppo lontano dal vivere fino in fondo il Vangelo. Ma c’è così tanta bellezza da essa custodita, a partire dai Sacramenti, che mi basta e avanza. E proprio perché la amo cerco di dare il mio piccolo contributo affinché la chiesa-istituzione maturi in fedeltà al Vangelo." In che modo si mantengono i Centri da lei creati, potete contare su precisi finanziamenti?
Padre Bormolini è laureato alla Pontificia Università Gregoriana, ha conseguito la Licenza in Antropologia Teologica ed è dottorando in Teologia Spirituale presso l’Ateneo S. Anselmo a Roma

Padre Bormolini è laureato alla Pontificia Università Gregoriana, ha conseguito la Licenza in Antropologia Teologica ed è dottorando in Teologia Spirituale presso l’Ateneo S. Anselmo a Roma

“Viviamo di ciò che la Provvidenza ci dona, ed è tutto quello che veramente ci serve, nulla di più. Siamo contenti perché ci accontentiamo. Unica eccezione l’aiuto dato alla realizzazione del Borgo dall’Unione Buddhista con i fondi dell’8 per mille. Per il resto abbiamo sempre raccolto quello che per altri è uno scarto e lo aggiustiamo per riusarlo: mobili, piastrelle, sanitari, porte… La mano d’opera è esclusivamente donata da volontari. Io stesso sono stato muratore e carpentiere e lavoro per la ricostruzione dei nostri centri.” Vivere in povertà non è facile, eppure lei e tutta la comunità siete un esempio lampante, difficile da comprendere in tempi di consumismo... “Nella lingua persiana esistono due parole differenti per esprimere povertà, una per descrivere quella causata dallo sfruttamento del più debole, l’altra per descrivere quella liberamente scelta, che si dice essere Darwish. In fin dei conti mi preoccupa di più la povertà interiore di persone che sono allo stesso tempo 'arricchite' di soli oggetti. Credo che San Francesco fosse il più ricco di tutti poiché era il più povero di tutto. Avendo abbandonato ogni oggetto e possesso, finì per possedere il cosmo intero: il sole e la luna, le stelle e i tramonti, gli arcobaleni e ogni bellezza. E infatti solo chi è liberamente povero può chiamare tutto ‘fratello o sorella’." Guardandosi indietro imprimerebbe alla sua vita le medesime scelte?
Padre Bormolini si occupa di accompagnamento spirituale dei morenti ed è docente al Master “Death Studies & the End of Life” dell’Università di Padova

Padre Guidalberto Bormolini si occupa di accompagnamento spirituale dei morenti ed è docente al Master Death Studies & the End of Life dell’Università di Padova

“Le scelte in cui ho sbagliato, in cui ho fatto involontariamente soffrire qualcuno, in cui non ho ascoltato i saggi consigli di qualcuno non le vorrei mai ripetere. Tutte le scelte d’amore invece le rifarei all’infinito.” E nel suo futuro di religioso sempre attento ai bisogni del prossimo, cosa immagina? C’è un sogno particolare che aspetta di essere realizzato? “Non riesco ad accontentarmi di piccoli sogni, vorrei solo sogni infiniti, anzi un’intera vita da sogno come insegna l’autore del Piccolo Principe 'fai della tua vita un sogno, e di un sogno, una realtà'. Però non vorrei mai sognare da solo, vorrei sognare con le persone che amo, e vorrei amare il più possibile. Forse quello che vorrei davvero è sognare lo stesso sogno di Dio su di noi. Farci simili a Lui, capaci di amare all’infinito. '...e come i semi che sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera. Fidatevi dei vostri sogni, perché in essi è nascosto il passaggio verso l’eternità'. (Khalil Gibran)”.