La prima immagine dell'Hiv 40 anni fa. E la PrEP diventa rimborsabile

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il provvedimento dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Un passo avanti per l'abbattimento dello stigma

di MARIANNA GRAZI
20 maggio 2023

hiv

Adesso è ufficiale: i farmaci per la profilassi pre-esposizione all'Hiv (PrEP) sono diventati rimborsabili. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento dell’Agenzia Italiana del Farmaco, le persone a cui viene prescritta questa cura potranno ottenere la combinazione di farmaci e ottenerli praticamente a costo zero. A comunicare il via libero definitivo della determina dell'Aifa è stato il gruppo Viatris in una nota: a partire da venerdì 19 maggio infatti, con la pubblicazione, è stata ufficializzata la rimborsabilità del trattamento, per la prevenzione del contagio, da attuare prima e dopo un rapporto sessuale a rischio, oppure in maniera continuativa se si hanno frequentemente rapporti sessuali di questo tipo.
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Truvada è il farmaco per la profilassi pre-esposizione all'Hiv

La profilassi pre-esposizione

Il trattamento riguarda persone negative e la profilassi prevede medicinali a base di emtricitabina e tenofovir disoproxil. La richiesta di rimborsabilità, approvata ad aprile insieme al provvedimento sulla gratuità della pillola contraccettiva, era stata presentata da Mylan Pharmaceuticals."Il medicinale è indicato - fa sapere l'azienda - in combinazione con pratiche sessuali sicure per la profilassi pre-esposizione, al fine di ridurre il rischio di infezione sessualmente trasmessa in adulti e adolescenti ad alto rischio". "Accogliamo con piacere la decisione di Aifa di approvare la rimborsabilità della PrEP, un passo avanti per permettere un più ampio accesso a questo importante strumento di prevenzione dell'Hiv in Italia", commenta Fabio Torriglia, Country Manager di Viatris in Italia. Si tratta di un importante passo avanti in termini di prevenzione e salute pubblica, ma anche di abbattimento di quelle barriere che relegano ancora i malati di Aids ai margini della società.
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I farmaci per la PrEP diventano rimborsabili. Pubblicato in Gazzetta ufficiale la delibera di Aifa

Consapevolezza, conoscenza dei rischi, informazione e prevenzione sono le armi più importanti per combattere questa battaglia ma anche il rendere più accessibili farmaci che invece, per molti, avrebbero costi esorbitanti, rappresenta un importantissimo segno di civiltà.

L'immagine del virus: 40 anni fa la prima foto dell'Hiv

La rimborsabilità dei medicinali è arrivata alla vigilia di un'anniversario simbolico: il 20 maggio del 1983 il mondo vedeva per la prima volta il virus dell'Hiv. Ricercatori dell'Istituto Pasteur di Parigi, tra cui i futuri premi Nobel Françoise Barré-Sinoussi e Luc Montagnier, parlarono su Science di "un retrovirus appartenente alla famiglia dei virus della leucemia umana a cellule T" che era "stato isolato in un paziente caucasico con segni e sintomi che spesso precedono la sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids)".
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Il 20 maggio 1983 il mondo vedeva per la prima volta il virus

Da allora sono trascorsi 40 anni. Secondo l'Oms, in questo periodo 84,2 milioni di persone sono state infettate e circa 40,1 milioni sono morte. Nonostante questi numeri, la lotta all'Hiv ha fatto passi da gigante. Se l'infezione è trattata precocemente, con i farmaci antiretrovirali, permette ai malati di avere un'aspettativa di vita comparabile a chi non ha contratto il virus. Inoltre, l'alta efficacia delle terapie sta giocando un ruolo importante nel ridurne la trasmissione: le persone in trattamento che hanno livelli virali così bassi da non essere rilevati nel sangue non lo passano ad altri. Si sono inoltre rese disponibili strategie di prevenzione farmacologica, ovvero la PrEP di cui sopra. Più difficile, invece, si sta dimostrando la strada verso verso un vaccino. Negli ultimi anni, numerosi prodotti sperimentali hanno suscitato forti speranze nelle fasi precoci della ricerca. Lo scorso dicembre, per esempio, uno studio pubblicato sulla rivista Science ha mostrato come un nuovo siero sperimentale sia in grado di stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti contro il virus nel 97% dei pazienti che lo hanno ricevuto, ma nessuno, fino a oggi, è riuscito a confermare la sua efficacia in studi più ampi.