“Alla fine
Spatriati è una elevazione al cubo della parola
Queer, cioè di persone che non si definiscono”. Così
Mario Desiati, che nel romanzo vincitore de
l Premio Strega 2022, ha voluto raccontare la storia di persone “che come unica patria hanno l’umanità”. E lo ha fatto attraverso un’opera non allineata, ma coraggiosa e nomade, ‘irregolare’ per certi versi e volutamente ‘
non classificabile’, che rappresenta la fuga da ogni definizione.
La storia
La storia racconta di
Francesco Veleno e Claudia Fanelli, due ragazzi pugliesi che, dopo essersi conosciuti tra banchi di scuola del liceo di Martina Franca, non finiscono mai di amarsi, anche se lo fanno a modo loro, tra la Puglia e Berlino. Ma più in generale ‘
Spatriati’ (Einaudi) racconta, attraverso questi due ragazzi, un mondo intero di
persone ‘irregolari’, o meglio, un mondo di persone che proprio come i protagonisti, non vogliono sottostare a definizioni di sorta.
Il significato
Spatriati è una parola nuova, una sfumatura del dialetto pugliese, terra natia dell’autore 45enne. Il messaggio è arrivato forte e chiaro, la storia ha emozionato e incantato, e alla fine Desiati, che era già stato in cinquina allo Strega nel 2011 con
Ternitti, quest’anno si è aggiudicato l’ambito premio ottenendo ben 166 voti.
Lo scrittore Mario Desiati ha definito il titolo del suo romanzo, vincitore del Premio Strega 2022: “Un’elevazione al cubo della parola Queer”
Il look
Alla serata finale l’autore si è presentato con un
look ‘fluido’ che ha richiamato in
pieno lo spirito Queer dei personaggi del suo romanzo: “Mi sono
truccato gli occhi e indossato cose diversissime tra loro. Avevo la mascherina arcobaleno, il collarino fetish che si usa nelle feste di cui si parla nella seconda parte del romanzo. E poi un ventaglio fiorato rosa, le scarpe arcobaleno, e un abito di Valentino con una fusciacca che di fatto richiamava qualcosa della prima parte del libro”. “Ci sono tante persone, tante – dice Desiati - e io sono tra queste,
che non vogliono definirsi con precisione”.
Dalla carta al piccolo schermo
Marco Desiati, vincitore del Premio Strega 2022, con il libro “Spatriati“ (Einaudi)
“In questo romanzo ho voluto usare la parola
Spatriati perché intendevo allargare il concetto di non definizione della propria identità, non per forza dal punto di vista sessuale ma anche politico, religioso, geografico”. Il termine ‘patria’ torna spesso in questo lavoro: “Dietro a questo libro c’è tutto il discorso delle frontiere che mi tocca anche per ragioni personali” ha sottolineato Desiati. “La Puglia ha una conformazione strana, è un ponte tra Oriente e Occidente, una Mitteleuropa del Mediterraneo. Perciò credo che la letteratura pugliese, essendo di frontiera, sia un po’ obliqua”. Dalle pagine di un libro allo schermo della televisione:
Spatriati diventerà presto anche
una miniserie tv.