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Home » Spettacolo » Catherine Spaak, l’attrice scomparsa è stata l’antesignana del #MeToo: “Ne parlai anni dopo, ma c’era ancora omertà”

Catherine Spaak, l’attrice scomparsa è stata l’antesignana del #MeToo: “Ne parlai anni dopo, ma c’era ancora omertà”

“Nel corso della mia vita ho incontrato uomini anche molto spiacevoli, però negli anni ’60-’70 era impensabile reagire e denunciare“, aveva confidato la protagonista di capolavori come 'Il sorpasso' e 'La voglia matta' . Nel 2002, vittima di stalker, aveva fatto arrestare il suo molestatore

Letizia Cini
19 Aprile 2022
Catherine Spaak (1945-2022) era nata in Francia da un’illustre famiglia belga di artisti e politici

Catherine Spaak (1945-2022) era nata in Francia da un’illustre famiglia belga di artisti e politici

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“Nel corso della mia vita ho incontrato uomini anche molto spiacevoli. Però negli anni ’60-’70 era impensabile reagire e denunciare“. Catherine Spaak lo aveva confidato ospite della trasmissione ’Verissimo’, nel 2018. L’attrice di origine belga naturalizzata italiana, musa di tanti registi nella storia del cinema, in particolare tra gli anni Sessanta e Settanta, e poi protagonista come conduttrice del piccolo schermo in diversi programmi, si è spenta il giorno di Pasqua, all’età di 77 anni a Roma, nella clinica di via Carlo Poerio, dopo una lunga malattia.

Catherine Spaak in costume da bagno intero sul set di 'Il Sorpasso' di Dino Risi (1962)
Catherine Spaak in costume da bagno intero sul set di ‘Il Sorpasso’ di Dino Risi (1962)

Ballerina e cantante, era stata colpita da una emorragia cerebrale nel 2020. Raffinata e con quell’accento francese che l’ha resa algida e inarrivabile, Catherine Spaak aveva confessato più volte di aver subito nel corso della sua carriera di attrice alcune molestie: “Non ho mai subito niente di spaventoso, ma delle molestie sicuramente sì – le sue parole nel salotto di Silvia Toffanin – . Mi ricordo che anni fa lo raccontai in un’intervista e dopo mi chiamarono molte colleghe per dirmi che ero stata l’unica ad aver subito quelle cose perché a loro non era mai successo niente. Sono passati più di vent’anni prima che se ne potesse parlare. È un bene che ora si possa fare, ma io sono sopravvissuta benissimo ugualmente”.

Fra le confidenze quella di non esser stata confermata alla conduzione di ‘Forum’ perché, disse, non aveva accettato le avances di un dirigente Mediaset… “Già negli anni ‘70 denunciai questo stato di cose – sottolineò – , e la cosa suscitò clamore. Ma le colleghe attrici dissero che era capitato solo a me. Purtroppo questo atteggiamento coinvolge le stesse donne”. All’epoca rivelò che una volta anche il suo allora marito, Johnny Dorellim avesse ricevuto una ‘proposta indecente’: “Per avere il permesso di corteggiarmi, diciamo così, gli venne offerta una cartiera. Lui rilanciò: ‘due cartiere’”.

Catherine Spaak (1945-2022) era nata in Francia da un’illustre famiglia belga di artisti e politici

Catherine Spaak (1945-2022) era nata in Francia da una famiglia belga di artisti e politici

Il #metoo ai microfoni de ‘I Lunatici’

L’anno successivo Catherine Spaak parlò di #metoo ai microfoni de ‘I Lunatici’, su Rai Radio2, ha: “Quando è esploso lo scandalo non sono stato sorpresa, avevo già parlato di questo problema anni prima, ma molte colleghe avevano risposto che a loro non era mai successo nulla. C’era molta omertà, nessuna solidarietà femminile -aveva raccontato – . Io ho avuto dei problemi, come tutte le donne che fanno questo mestiere e non solo, perché il problema riguarda tutte le donne in tutti gli ambienti, non solo nel cinema. Quando sono arrivata in Italia ero giovanissima, non parlavo una parola di italiano, ero in una nazione sconosciuta. I film duravano moltissimo, fu una grossa fatica”.

“L’Italia era molto diversa dalla Francia – il racconto di Catherine Spaak a ‘I Lunatici’ – , si stupivano tutti che a 15 anni fossi arrivata da sola, la mia libertà era quasi inverosimile. Per quanto riguarda le donne le regole erano diverse da quelle francesi, si sognava la libertà, si sognava la patente, si sognava di uscire la sera e fare tardi, ma in Italia la vita delle ragazze della mia età era difficile, c’erano dei genitori severi, delle regole da osservare, erano sorvegliate e poco indipendenti”.

La delusione

“Pensavo che il cinema fosse abitato da persone aperte, libere, con una certa mentalità, e invece in Italia non era così – aveva proseguito -. C’erano delle regole dure, il modo di girare era diverso da quello di oggi, sul set c’erano trenta quaranta uomini tra tutti quelli che lavoravano mentre di donne c’era l’attrice, la sarta e la segretaria di edizione, quindi era un mondo di uomini, con le regole degli uomini e una sicura ed evidente misoginia. Erano tempi diversi rispetto ad oggi, almeno in parte”.

Catherine Spaak con Vittorio Gassman nel fillm 'L'armata Brancaleone' diretto da Mario Monicelli nel 1966
Catherine Spaak con Vittorio Gassman nel fillm ‘L’armata Brancaleone’ diretto da Mario Monicelli nel 1966

Sull’Armata Brancaleone: “Per me girare quel film fu un periodo atroce. Sul set riuscivo a stento a trattenere le lacrime. Erano tutti uomini, c’erano poche donne nel film e quando ero sul set ero sola. Mi prendevano in giro, gli uomini poi quando sono in gruppo diventano anche peggio di come sono da soli. Ci fu bullismo nei miei confronti, una cosa molto difficile da gestire per una donna giovane”.

L’incubo stalking

Nel 2002 Catherine Spaak aveva conosciuto l’ incubo dello stalking, a Roma, finito solo quando la polizia ha arrestato un uomo di 58 anni che per due mesi aveva trasformato le giornate dell’attrice e conduttrice televisiva in un tormento continuo. Esasperata e preoccupata, l’attrice aveva deciso di denunciare quanto le stava accadendo alla polizia, raccontando di aver conosciuto l’uomo, che poi aveva cominciato a tormentarla, durante un corso di meditazione.
Alcuni contrattempi di lavoro le avevano impedito di portare a termine le sedute del corso e in un primo momento “quel gentile signore“ si era preoccupato che lei non stesse bene. Poi, dopo qualche giorno, l’uomo, dirigente di una società, aveva cambiato atteggiamento. Iniziarono così le citofonate insistenti, poi le telefonate a casa, al cellulare e gli appostamenti ovunque lei si trovasse. In un primo momento, aveva spiegato Catherine Spaak, era solo ossessivo poi sono arrivate le proposte volgari e oscene, le offese e le umiliazioni. Una tensione culminata in una molestia vera e propria. Gli agenti erano però nascosti nei pressi della casa della Spaak, e avendo visto tutto, avevano arrestato l’uomo con l’ accusa di violenza privata e sessuale e molestie telefoniche.

Le origini e il cinema

Catherine Spaak nel 1962 sul set del film 'Il sorpasso': cantante aveva da poco compiuto 77 anni. Due anni fa era stata colpita da un'emorragia cerebrale
Catherine Spaak nel 1962 sul set del film ‘Il sorpasso’: cantante aveva da poco compiuto 77 anni. Due anni fa era stata colpita da un’emorragia cerebrale

Catherine Spaak nasce il 3 aprile 1945 a Boulogne-Billancourt, in Francia. La sua famiglia, ricca di artisti e uomini politici di spicco, tra cui lo zio Paul-Henri che era stato più volte primo ministro, era originaria del Belgio. Arriva in Italia giovanissima e si fa notare a 15 anni nel 1960 in ‘Dolci inganni’ di Alberto Lattuada. Il ruolo di adolescente inquieta, ricoperto in quella occasione, la accompagnerà anche in altre pellicole come “Diciottenni al sole”, “Il sorpasso”, “La noia”, “La calda vita”, “La parmigiana”, “La voglia matta”. Il regista Monicelli la scelse per il suo film “L’armata Brancaleone” con Vittorio Gassman. Si sposa a 18 anni con Fabrizio Capucci. Dalla loro unione nasce la figlia Sabrina, che diventerà attrice di teatro. L’anno successivo Catherine Spaak ottiene la Targa d’Oro ai David di Donatello. Nell’Italia degli anni Sessanta emerge anche come cantante e raggiunge la vetta della Hit parade con alcuni singoli di successo.  Nel 1962 sul set de ’La voglia matta’ conosce Fabrizio Capucci, che sposerà nel 1963 e dalla cui unione, di breve durata, nasce Sabrina, attrice di teatro. Nel musical televisivo “La vedova allegra” incontra Johnny Dorelli. I due si sposano nel 1972: dalla coppia nasce Gabriele, prima della separazione nel 1979. Dal 1993 al 2010 è stata sposata con l’architetto Daniel Rey e dal 2013 al 2020 con Vladimiro Tuselli.

La carriera in tv

Chaterine Spaak nel 2002, conduttrice su La7 della trasmissione ’Il sogno dell’Angelo’

Chaterine Spaak nel 2002, conduttrice su La7 della trasmissione ’Il sogno dell’Angelo’

Dagli anni Settanta in poi, al cinema si affianca la carriera televisiva, oltre all’attività giornalistica con le collaborazioni con il Corriere della Sera, Amica e TV Sorrisi e Canzoni. Dal 1985 al 1988 conduce le prime tre edizioni di Forum all’interno di Buona Domenica su Canale 5. Il suo successo televisivo più grande è il talk-show “Harem”, condotto per 15 edizioni su Rai 3. Dopo la trasmissione “Il sogno dell’angelo” condotto nel 2002-2003 su LA7, Catherine Spaak appare in tv solo come ospite in alcune trasmissioni, come “Ballando con le stelle” o “L’isola dei famosi”.

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  • Premiata per i suoi importanti lavori relativi al cosiddetto "problema dell
  • “Lo considero un dono, anzi. Proprio per questo la natura mi ha dato tante altre cose, come la capacità di ascoltare in modo diverso rispetto agli altri: ho l’orecchio assoluto.”

Nemmeno 18 anni e già si sta imponendo come una delle artiste più mature e sorprendenti del panorama internazionale: è Frida Bollani, cantante, pianista e compositrice toscana. 🎶

“Sono cresciuta circondata da arte, da musica. Ho un nonno che dipinge, mia mamma fa la cantante, papà il pianista. Ho iniziato così a due anni, quasi per gioco. Lo studio del pianoforte e la professionalità sono arrivati dopo” racconta la giovane artista che ha iniziato a studiare regolarmente pianoforte classico all’età di 7 anni sotto la guida del maestro Paolo Razzuoli, che le ha insegnato la notazione musicale in braille. 

Ipovedente dalla nascita, non ha mai ritenuto la sua condizione un ostacolo.

Leggi l’intervista completa a cura di Barbara Berti ✨

#lucenews #lucelanazione #fridabollanimagoni #primotour
  • Ha dato scandalo con il primo ombelico mostrato sulla tv di Stato e con il “Tuca Tuca“. È stata la prima ad indossare un abbigliamento che oggi è classificato come “proto-glam”. Il suo caschetto biondo ha cambiato il look di milioni di donne. Con il brano “Luca” per la prima volta ha parlato di omosessualità in modo diretto e leggero, e non sorprende, quindi, se sia diventata un’icona gay internazionale. 

È Raffaella Carrà, la donna che ha lanciato inni alla sessualità, ha insegnato alle donne che avere il libero arbitrio in camera da letto non era scandaloso, con canzoni come “A far l’amore comincia tu”. 

Mentre la capitale Madrid il 6 luglio, durante la sfilata del Gay Pride, inaugurerà una piazza in sua memoria, anche l’Italia sta pensando a una piazza, a Roma, da dedicare all’artista ma nel frattempo arriva un Lungomare, quello ciclopedonale del Comune di Bellaria; oltre all’intitolazione degli studi romani di via Teulada 66, quelli in cui debuttò nel 1961 con “Tempo di danza” e dove tornò per condurre “Pronto, Raffaella?“.

Nel primo anniversario della morte di Raffaella Carrà, tante – anzi tantissime – le iniziative per ricordare l’amata conduttrice e icona dello spettacolo.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #raffaellacarra #rumore #tucatuca #afarlamorecominciatu #unannosenzaraffaella
  • “Un mare tumultuoso sta investendo l’adolescenza”, denuncia la Società italiana di pediatria. E in assenza di aiuti, di ascolto, di luoghi in cui sfogare rabbia e paura, dove approda quest’onda scura di malessere? Sul corpo. 

“Non mi piaccio, sono troppo grassa, troppo basso, ho i denti brutti, la pelle brutta, non mangio più, mi abbuffo. E più scorro i profili dei miei influencer, e meno mi piaccio”. È questo il dato più angosciante che emerge dall’edizione 2022 dell’indagine nazionale sugli stili di vita dei ragazzi italiani fra 13 e 19 anni realizzata dal Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca IARD.

Fra tutti gli indicatori che mostrano il disagio post pandemia dei ragazzi, quello sulla insoddisfazione per la propria immagine fisica ha subito il rialzo più clamoroso: un adolescente su due non ama il proprio corpo. Il 59,1% dei maschi e addirittura il 77,6% delle ragazze ammette che i modelli seguiti sui social influenzano il rapporto con il proprio fisico. 

Fine del quadro a tinte fosche? No, è solo l’inizio. Ripete spesso Massimo Recalcati, star della psichiatria: attenti a non vittimizzare i bambini e i ragazzi definendoli “generazione Covid”. Farne delle vittime, spiega, non favorisce la reazione e la resilienza che i giovani invece devono avere per andare oltre le difficoltà che la vita presenta. 

Ma la ricerca presentata e illustrata dagli esperti dimostra che un’emergenza c’è. E che, affrontarla, dovrebbe essere una priorità di tutte le istituzioni. Perché il problema non è solo il Covid e i due anni passati fermi in casa, senza amici e con la didattica a distanza, ma il clima di guerra che si è instaurato subito dopo i lockdown spengendo sul nascere una nuova fiducia nel futuro che stavano (e stavamo tutti) finalmente cullando. 

Paura del futuro, disturbi alimentari, lista desideri, l’Università, la voglia di evadere e le differenze tra sessi. Tutta l
“Nel corso della mia vita ho incontrato uomini anche molto spiacevoli. Però negli anni ’60-’70 era impensabile reagire e denunciare". Catherine Spaak lo aveva confidato ospite della trasmissione ’Verissimo’, nel 2018. L’attrice di origine belga naturalizzata italiana, musa di tanti registi nella storia del cinema, in particolare tra gli anni Sessanta e Settanta, e poi protagonista come conduttrice del piccolo schermo in diversi programmi, si è spenta il giorno di Pasqua, all’età di 77 anni a Roma, nella clinica di via Carlo Poerio, dopo una lunga malattia.
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La delusione

“Pensavo che il cinema fosse abitato da persone aperte, libere, con una certa mentalità, e invece in Italia non era così - aveva proseguito -. C’erano delle regole dure, il modo di girare era diverso da quello di oggi, sul set c’erano trenta quaranta uomini tra tutti quelli che lavoravano mentre di donne c’era l’attrice, la sarta e la segretaria di edizione, quindi era un mondo di uomini, con le regole degli uomini e una sicura ed evidente misoginia. Erano tempi diversi rispetto ad oggi, almeno in parte”.
Catherine Spaak con Vittorio Gassman nel fillm 'L'armata Brancaleone' diretto da Mario Monicelli nel 1966
Catherine Spaak con Vittorio Gassman nel fillm 'L'armata Brancaleone' diretto da Mario Monicelli nel 1966
Sull’Armata Brancaleone: “Per me girare quel film fu un periodo atroce. Sul set riuscivo a stento a trattenere le lacrime. Erano tutti uomini, c’erano poche donne nel film e quando ero sul set ero sola. Mi prendevano in giro, gli uomini poi quando sono in gruppo diventano anche peggio di come sono da soli. Ci fu bullismo nei miei confronti, una cosa molto difficile da gestire per una donna giovane”.

L’incubo stalking

Nel 2002 Catherine Spaak aveva conosciuto l’ incubo dello stalking, a Roma, finito solo quando la polizia ha arrestato un uomo di 58 anni che per due mesi aveva trasformato le giornate dell’attrice e conduttrice televisiva in un tormento continuo. Esasperata e preoccupata, l’attrice aveva deciso di denunciare quanto le stava accadendo alla polizia, raccontando di aver conosciuto l’uomo, che poi aveva cominciato a tormentarla, durante un corso di meditazione. Alcuni contrattempi di lavoro le avevano impedito di portare a termine le sedute del corso e in un primo momento “quel gentile signore“ si era preoccupato che lei non stesse bene. Poi, dopo qualche giorno, l’uomo, dirigente di una società, aveva cambiato atteggiamento. Iniziarono così le citofonate insistenti, poi le telefonate a casa, al cellulare e gli appostamenti ovunque lei si trovasse. In un primo momento, aveva spiegato Catherine Spaak, era solo ossessivo poi sono arrivate le proposte volgari e oscene, le offese e le umiliazioni. Una tensione culminata in una molestia vera e propria. Gli agenti erano però nascosti nei pressi della casa della Spaak, e avendo visto tutto, avevano arrestato l’uomo con l’ accusa di violenza privata e sessuale e molestie telefoniche.

Le origini e il cinema

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Catherine Spaak nasce il 3 aprile 1945 a Boulogne-Billancourt, in Francia. La sua famiglia, ricca di artisti e uomini politici di spicco, tra cui lo zio Paul-Henri che era stato più volte primo ministro, era originaria del Belgio. Arriva in Italia giovanissima e si fa notare a 15 anni nel 1960 in ‘Dolci inganni’ di Alberto Lattuada. Il ruolo di adolescente inquieta, ricoperto in quella occasione, la accompagnerà anche in altre pellicole come “Diciottenni al sole”, “Il sorpasso”, “La noia”, “La calda vita”, “La parmigiana”, “La voglia matta”. Il regista Monicelli la scelse per il suo film “L’armata Brancaleone” con Vittorio Gassman. Si sposa a 18 anni con Fabrizio Capucci. Dalla loro unione nasce la figlia Sabrina, che diventerà attrice di teatro. L’anno successivo Catherine Spaak ottiene la Targa d’Oro ai David di Donatello. Nell’Italia degli anni Sessanta emerge anche come cantante e raggiunge la vetta della Hit parade con alcuni singoli di successo.  Nel 1962 sul set de ’La voglia matta’ conosce Fabrizio Capucci, che sposerà nel 1963 e dalla cui unione, di breve durata, nasce Sabrina, attrice di teatro. Nel musical televisivo “La vedova allegra” incontra Johnny Dorelli. I due si sposano nel 1972: dalla coppia nasce Gabriele, prima della separazione nel 1979. Dal 1993 al 2010 è stata sposata con l’architetto Daniel Rey e dal 2013 al 2020 con Vladimiro Tuselli.

La carriera in tv

Chaterine Spaak nel 2002, conduttrice su La7 della trasmissione ’Il sogno dell’Angelo’

Chaterine Spaak nel 2002, conduttrice su La7 della trasmissione ’Il sogno dell’Angelo’
Dagli anni Settanta in poi, al cinema si affianca la carriera televisiva, oltre all’attività giornalistica con le collaborazioni con il Corriere della Sera, Amica e TV Sorrisi e Canzoni. Dal 1985 al 1988 conduce le prime tre edizioni di Forum all’interno di Buona Domenica su Canale 5. Il suo successo televisivo più grande è il talk-show “Harem”, condotto per 15 edizioni su Rai 3. Dopo la trasmissione “Il sogno dell’angelo” condotto nel 2002-2003 su LA7, Catherine Spaak appare in tv solo come ospite in alcune trasmissioni, come “Ballando con le stelle” o “L’isola dei famosi”.
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