E' morta a 61 anni
Anna Kanakis. Da sette mesi, lottava con una
malattia che non aveva voluto rendere pubblica. La donna era stata
Miss Italia 1977, in seguito
modella e poi ancora
attrice in quasi trenta tra film e fiction, quindi
politica e infine
scrittrice. Si è spenta la sera di domenica 19 novembre tra la braccia di
Marco Merati Foscarini, il marito amatissimo col quale fra pochi mesi avrebbe festeggiato vent'anni di matrimonio. E' stato proprio lui a dare la tragica notizia.
A soli 15 anni la modella fu eletta Miss Italia (Instagram)
Chi era Anna Kanakis
Figlia di padre greco e di madre originaria di Tortorici,
a soli 15 anni,
nel settembre 1977,
fu eletta Miss Italia a Sant'Eufemia d'Aspromonte: fu la prima reginetta di bellezza ad essere nominata così giovane, dopo una modifica del regolamento. Nel 1981, inoltre, partecipò a
Miss Universo. Poi la carriera da
attrice. Una carriera nata per caso, nel periodo in cui si ritrovò single, a Roma, dopo la fine del breve matrimonio col musicista
Claudio Simonetti, sposato nel 1981. All'epoca Anna faceva la modella, ma una sera arrivò la svolta professionale: "A cena, con un amico che sognava di fare il regista e si lavava i capelli col sapone, dal nome Peppuccio Tornatore, arriva la domanda: "Anna, hai negli occhi la vivacità e la mutevolezza d'espressione dei grandi attori, le "pagliuzze",
perché non provi a recitare?". "Molto perplessa e con poca convinzione assecondai il suo consiglio, feci un servizio fotografico in bianco e nero, ed accettai di incontrare un agente indicato da Peppuccio.
Gigi Magni fu il primo regista a fermare il suo sguardo sul mio volto, scuro e mediterraneo, e mi convocò per un provino. In quell'attimo, invasa dalla strana febbre che corre nelle vene degli attori, cominciò
il mio viaggio e da allora non mi sono più fermata".
L'attrice durante il film 'Acapulco, prima spiaggia... a sinistra' (Instagram)
Al cinema
Tante le
commedie brillanti degli inizi, diretta da Castellano e Pipolo e da Sergio Martino in
'Attila flagello di Dio' (1982),
'Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio' ( 1983),
'Acapulco, prima spiaggia... a sinistra' (1983). Ma è proprio con Luigi Magni che nel 1989 esordì al
cinema interpretando l'esuberante ruolo di "banditessa" in
'O Re', con Giancarlo Giannini e Ornella Muti, cui seguì nello stesso anno
'L'Avaro di Moliere', diretto da Tonino Cervi e con Alberto Sordi.
La tv e la carriera politica
Poi il passaggio in
tv. Da fine anni '80 l'attrice ricoprì il ruolo di protagonista nella serie
'Vento di ponente' (2002),
'L'Inchiesta' (2006) diretta da Giulio Base e infine
'La Terza Verità' (2007) con la regia di Stefano Reali. Ma non è tutto qui. La donna infatti ebbe anche una
breve carriera politica: fu responsabile nazionale Cultura e Spettacolo dell'Unione Democratica per la Repubblica (UDR), il partito fondato da
Francesco Cossiga.
La donna ha avuto anche una breve carriera politica: fu responsabile nazionale Cultura e Spettacolo dell'Unione Democratica per la Repubblica (Instagram)
La carriera da scrittrice
Tuttavia, la sua occupazione principale era diventata
la scrittura perché come aveva spiegato tempo fa "scrivere ha rappresentato una maturazione per me, una crescita. Dopo la prima creatura di carta, che ho sentito interamente mia come se fosse un figlio, ho deciso che non volevo far parte di un progetto, come quando facevo l'attrice,
ma essere libera. Del resto la libertà, al pari dell'amore, è la cosa più bella della vita". Nel 2010 il debutto con il romanzo
'Sei così mia quando dormi. L'ultimo scandaloso amore di George Sand'. Il secondo romanzo arriva nel 2011. Si tratta de
'L'amante di Goebbels', sulla storia di Lida Baarova, attrice cecoslovacca che fu amante del gerarca nazista nel 1938. L'ultimo lavoro fu poi del 2022:
'Non giudicarmi', ancora un romanzo storico, questa volta sul barone Jacques d'Adelsward Fersen. Ed è proprio sul suo ultimo capolavoro che vogliamo soffermarci. In primis perché anche questo racconto è di origine storica. Ma non dobbiamo stupirci perché come aveva dichiarato l'attrice "
amo la storia e amo scrivere, mi piace l'idea di entrare nelle vite di altri che hanno vissuto nel passato, riportandoli ai giorni nostri. Questa volta ho infilato i pantaloni di un signore omosessuale degli anni '20".
La copertina del romanzo 'Non giudicarmi' (Ansa)
Il poeta omosessuale Jacques Fersen: un quadro della nostra realtà
Il romanzo trasporta il lettore a Capri, esattamente al 5 novembre 1923, ultimo giorno della vita del barone Jacques d'Adelswärd-Fersen: scrittore enigmatico e sempre insoddisfatto, Fersen subisce
lo stigma della diversità e cerca rifugio in un'esistenza luccicante e sofisticata, ma anche nella cocaina. Sull'isola il barone vive a Villa Lysis, una suggestiva dimora fatta costruire proprio a picco sul mare, dove si intrattiene con i suoi amanti, e dove continua a lasciarsi logorare dai suoi demoni. "
Negli anni '20 per gli omosessuali c'era il reato di sodomia: anche il barone Fersen come Oscar Wilde si fece 6 mesi di prigione", aveva raccontato la scrittrice. Che poi aveva proseguito: "Ha subito vessazioni e umiliazioni anche dalla famiglia: una sorella si fece suora per l
'onta della sua omosessualità, un'altra non lo invitò al matrimonio perché si vergognava. All'epoca Capri e Taormina erano i luoghi scelti dagli omosessuali per proteggersi tra di loro, e cercare di vivere ed esprimersi per ciò che erano". Una situazione che sembra rispecchiare quella di adesso dove molto spesso per paura degli altri non si ammette la propria omosessualità. Ed è per questo che la scrittrice, già un anno fa, aveva lanciato un messaggio: "Quello che mi piacerebbe è portare con il mio romanzo un piccolo risultato
per i diritti degli omosessuali, non faccio politica, e non ho altri scopi. Vorrei sensibilizzare sul tema, perché serve un'educazione sociale che non c'è, è quello che va colmato".