In Egitto si stanno moltiplicando gli appelli per
boicottare la Disney, dopo che il colosso dell'intrattenimento ha iniziato a introdurre
personaggi gay nella sua produzione. In particolare
Al-Azhar, la più alta autorità religiosa dell'Islam sunnita, ha messo in guardia le aziende dal promuovere l'omosessualità attraverso contenuti destinati ai bambini. Quello che si teme è che questi prodotti, questi eroi o personaggi di finzione, possano
influenzare i più piccoli, 'rendendoli' a loro volta gay o lesbiche o trans. Insomma un'assurda paura per l'ideologia gender – ci ricorda qualcosa, a noi italiani? – che si intreccia con una tradizione sociale e religiosa ancora ferma nella convinzione che l'
eteronormatività vada imposta a tutti i costi.
Il "piano diabolico della Disney"
Disney sta introducendo personaggi omosessuali nei suoi contenuti di intrattenimento: per l'Egitto si tratta di un piano diabolico per normalizzare il crimine immorale dell'omosessualità"
L'avvertimento è arrivato in seguito alle crescenti critiche rivolte alla Company per i
piani di inclusione Lgbt nei suoi prodotti: in una dichiarazione del 9 giugno, l'Al-Azhar Fatwa Global Center ha condannato
l'omosessualità come "oscena" e "riprovevole" e ha citato un "
piano diabolico sistematico per normalizzare il crimine immorale dell'omosessualità nelle
società musulmane" attraverso i contenuti dei media di intrattenimento. Il progetto, secondo i leader religiosi egiziani, "mira a distruggere il sistema di valori morali e sociali dell'istituzione familiare, a distorcere l'identità dei suoi membri e a manomettere la sicurezza e la stabilità delle società", si legge nella dichiarazione. "Ci sono tentativi di imporre una cultura dell'omosessualità al mondo islamico con
il pretesto della accettazione dell'altro". La nota esorta quindi i genitori, i media e gli educatori a svolgere il loro ruolo per rafforzare i valori religiosi e sociali e "immunizzare i giovani dal cadere nelle grinfie di questi tentativi".
Promozione dei diritti o danno ai minori?
La denuncia di Al-Azhar sull'omosessualità si inserisce in un contesto di
crescenti appelli sui social media egiziani
a boicottare i film della Disney perché
promotori dei diritti Lgbt. A marzo,
Karey Burke, responsabile dei contenuti generali di intrattenimento della major, ha dichiarato che cercherà di rendere i prodotti più inclusivi per i gruppi sottorappresentati, come la comunità arcobaleno. "Sono qui in qualità di
madre di due bambini queer – aveva dichiarato Burke –. Un figlio transgender e uno pansessuale, ma anche come leader". La funzionaria della Disney ha dichiarato di essere
favorevole alla presenza di "molti" personaggi LGBTQIA nei prodotti della compagnia.
Mohamed Sayed Abdel Rahim, un critico cinematografico egiziano, ritiene che qualsiasi tentativo dei
giganti dell'intrattenimento di introdurre figure omosessuali nelle loro produzioni sarà molto dannoso per i bambini. "I minori non devono essere sottoposti a contenuti mediatici non adatti alla loro età", ha dichiarato al telefono ad Al-Monitor. "Le grandi aziende come la Disney possono cambiare la vita delle persone per sempre, grazie alla loro produzione di massa e all'enorme numero di persone che possono raggiungere", ha aggiunto Abdel Rahim. "Questi
grandi fornitori di contenuti sono in grado di
imporre qualsiasi stile di vita che vogliono promuovere".
La disputa per la legge Don't Say Gay in Florida
Florida: un mese fa lo scontro tra il governatore DeSantis contro la Disney
A marzo, la Disney è stata coinvolta in un'accesa disputa con il governatore della Florida Ron DeSantis a causa di una
legge statale che intendeva proibire la discussione in classe dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere fino alla terza elementare e che richiedeva alle scuole di informare i genitori sui servizi di assistenza sanitaria dei loro figli nei campus. Inizialmente la compagnia si è mantenuta neutrale nei confronti della nuova norma, che i critici hanno rinominato "Don't say gay", ma ha preso posizione – contraria – dopo la rivolta dei suoi dipendenti. La legge è stata firmata il 28 marzo ed
entrerà in vigore il prossimo 1° luglio. Abdel Rahim ha utilizzato questo esempio per affermare che è necessaria anche la definizione di un'età per le piattaforme di intrattenimento online (Disney+ è sbarcata in 16 paesi mediorientali e nord africani lo scorso 8 aprile), per proteggere i bambini da qualsiasi contenuto sessuale o gay. "La domanda è: la Disney stabilirà una classificazione per età e contenuti per i suoi spettatori, siano essi bambini o adulti? Questo è ancora da vedere".