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Home » Spettacolo » Egitto, appelli a boicottare la Disney e il “piano diabolico che promuove l’omosessualità”

Egitto, appelli a boicottare la Disney e il “piano diabolico che promuove l’omosessualità”

La più alta autorità religiosa dell'Islam sunnita, Al-Azhar, si è scagliata contro il colosso che sta introducendo personaggi Lgbt nelle sue produzioni

Marianna Grazi
17 Giugno 2022
Disney-Lgbtq-Egitto

L'Egitto vuole boicottare la Disney perché quest'ultima promuove personaggi gay nelle sue produzione

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In Egitto si stanno moltiplicando gli appelli per boicottare la Disney, dopo che il colosso dell’intrattenimento ha iniziato a introdurre personaggi gay nella sua produzione. In particolare Al-Azhar, la più alta autorità religiosa dell’Islam sunnita, ha messo in guardia le aziende dal promuovere l’omosessualità attraverso contenuti destinati ai bambini. Quello che si teme è che questi prodotti, questi eroi o personaggi di finzione, possano influenzare i più piccoli, ‘rendendoli’ a loro volta gay o lesbiche o trans. Insomma un’assurda paura per l’ideologia gender – ci ricorda qualcosa, a noi italiani? – che si intreccia con una tradizione sociale e religiosa ancora ferma nella convinzione che l’eteronormatività vada imposta a tutti i costi.

Il “piano diabolico della Disney”

Disney sta introducendo personaggi omosessuali nei suoi contenuti di intrattenimento: per l’Egitto si tratta di un piano diabolico per normalizzare il crimine immorale dell’omosessualità”

L’avvertimento è arrivato in seguito alle crescenti critiche rivolte alla Company per i piani di inclusione Lgbt nei suoi prodotti: in una dichiarazione del 9 giugno, l’Al-Azhar Fatwa Global Center ha condannato l’omosessualità come “oscena” e “riprovevole” e ha citato un “piano diabolico sistematico per normalizzare il crimine immorale dell’omosessualità nelle società musulmane” attraverso i contenuti dei media di intrattenimento. Il progetto, secondo i leader religiosi egiziani, “mira a distruggere il sistema di valori morali e sociali dell’istituzione familiare, a distorcere l’identità dei suoi membri e a manomettere la sicurezza e la stabilità delle società”, si legge nella dichiarazione. “Ci sono tentativi di imporre una cultura dell’omosessualità al mondo islamico con il pretesto della accettazione dell’altro“. La nota esorta quindi i genitori, i media e gli educatori a svolgere il loro ruolo per rafforzare i valori religiosi e sociali e “immunizzare i giovani dal cadere nelle grinfie di questi tentativi”.

Promozione dei diritti o danno ai minori?

La denuncia di Al-Azhar sull’omosessualità si inserisce in un contesto di crescenti appelli sui social media egiziani a boicottare i film della Disney perché promotori dei diritti Lgbt. A marzo, Karey Burke, responsabile dei contenuti generali di intrattenimento della major, ha dichiarato che cercherà di rendere i prodotti più inclusivi per i gruppi sottorappresentati, come la comunità arcobaleno. “Sono qui in qualità di madre di due bambini queer – aveva dichiarato Burke –. Un figlio transgender e uno pansessuale, ma anche come leader”.
La funzionaria della Disney ha dichiarato di essere favorevole alla presenza di “molti” personaggi LGBTQIA nei prodotti della compagnia. Mohamed Sayed Abdel Rahim, un critico cinematografico egiziano, ritiene che qualsiasi tentativo dei giganti dell’intrattenimento di introdurre figure omosessuali nelle loro produzioni sarà molto dannoso per i bambini. “I minori non devono essere sottoposti a contenuti mediatici non adatti alla loro età”, ha dichiarato al telefono ad Al-Monitor. “Le grandi aziende come la Disney possono cambiare la vita delle persone per sempre, grazie alla loro produzione di massa e all’enorme numero di persone che possono raggiungere”, ha aggiunto Abdel Rahim. “Questi grandi fornitori di contenuti sono in grado di imporre qualsiasi stile di vita che vogliono promuovere”.

La disputa per la legge Don’t Say Gay in Florida

Florida DeSantis vs Disney
Florida: un mese fa lo scontro tra il governatore DeSantis contro la Disney

A marzo, la Disney è stata coinvolta in un’accesa disputa con il governatore della Florida Ron DeSantis a causa di una legge statale che intendeva proibire la discussione in classe dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere fino alla terza elementare e che richiedeva alle scuole di informare i genitori sui servizi di assistenza sanitaria dei loro figli nei campus.
Inizialmente la compagnia si è mantenuta neutrale nei confronti della nuova norma, che i critici hanno rinominato “Don’t say gay”, ma ha preso posizione – contraria – dopo la rivolta dei suoi dipendenti. La legge è stata firmata il 28 marzo ed entrerà in vigore il prossimo 1° luglio. Abdel Rahim ha utilizzato questo esempio per affermare che è necessaria anche la definizione di un’età per le piattaforme di intrattenimento online (Disney+ è sbarcata in 16 paesi mediorientali e nord africani lo scorso 8 aprile), per proteggere i bambini da qualsiasi contenuto sessuale o gay. “La domanda è: la Disney stabilirà una classificazione per età e contenuti per i suoi spettatori, siano essi bambini o adulti? Questo è ancora da vedere”.

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  • Se spesso sentiamo parlare di body shaming rivolto alle persone in carne, c’è chi invece ha passato anni a sentirsi dire di essere “Troppo magra”. 

Ma ora Ema Stokholma dice basta e spiega il motivo di quel corpo che sia i fan che gli haters si sentono in diritto di giudicare. La 38enne francese naturalizzata italiana ha voluto zittire una volta per tutte quelle dicerie sul suo conto, rivelando di soffrire di un disturbo legato all’alimentazione: soffre di inappetenza, ovvero di mancanza di appetito, da quando era bambina. 

“Inappetenza significa che posso tranquillamente scordarmi di mangiare per più di ventiquattro ore senza sentire i sintomi della fame, soprattutto se lavoro molto o sono in viaggio. Intanto sono sotto peso da sempre e questo non mi sta più bene, voglio prendermi cura del mio corpo e dosare bene le energie che non mangiando non riesco a gestire.
Da 38 anni per mangiare correttamente mi devo sforzare di pensarci, mettere la sveglia apposta e ritagliarmi il tempo perché il cibo è davvero la cosa che più rimando nella vita dando spazio ad altre attività”.

Di Marianna Grazi ✍

#lucenews #lucelanazione #emastokholma #dca #disturboalimentare #inappetenza
  • Le giovani americane, oggi per la prima volta, avranno meno diritti delle loro nonne. Non era mai accaduto nell’occidente contemporaneo.
“È stata fatta la volontà di Dio", dice Trump. E ascoltando con sgomento l’ex presidente del Paese che guida il mondo, ho pensato all’abnormità di parole che scavano voragini in ciò che noi occidentali abbiamo conquistato nell’ultimo secolo.

Perché il fondamento dei nostri tessuti sociali e politici è la laicità. È la laicità che ha garantito la nascita delle democrazie e il loro sviluppo, e che insieme alle democrazie ha accompagnato il lento progresso delle conquiste legate alle libertà personali. La laicità ha consentito al nostro mondo la possibilità di diventare – con tutti i limiti del caso – un mondo libero.

Laicità non significa rifiuto o negazione della religione, della fede, di Dio. Significa invece ribadire che la religione, la fede, Dio debbono restare in una sfera che attiene al proprio intimo, alle proprie personali e legittime e sacrosante convinzioni. Senza mescolarsi con lo Stato. Il fondamento della laicità prevede che si preservino i diritti – come quello all’aborto – salvaguardando sensibilità, credenze, ideologie, culture personali.

La laicità, quindi, tutela anche la religione. Anzi, le religioni. Non impone verità assolute, ma garantisce il diritto alla pluralità. Trump invece scomoda Dio e la sua volontà per parlare di una legge degli uomini. Sono parole, le sue, che ci trasportano in un’altra epoca, o perlomeno in un’altra parte del pianeta. Ci trasportano nell’Afghanistan dei Talebani, nell’Iran della Shari’a.

Stati teocratici, appunto, dove alla laicità si sostituisce la religione. Stati che, tra le altre cose, l’America combatte o ha combattuto proprio nel nome di quei “valori occidentali da esportare“. I valori che si fondano sulla laicità.

Così l’ex presidente che invoca Dio mostra tutta la penosa strumentalizzazione e il pericoloso cinismo che la politica più spregiudicata può fare delle libertà e dei diritti. È questo il vero pericolo della strana e difficile epoca che viviamo. È un pericolo per l’America e per tutti noi.

L
  • Quante aziende permettono ai propri dipendenti di portare con sé al lavoro il proprio animale da compagnia? 

Se negli Stati Uniti questa abitudine si sta facendo strada (anche grazie all’esempio di tre “colossi” dell’economia come Amazon, Nintendo e Purina), in Italia non c’è una normativa specifica che disciplini la presenza di animali sui luoghi di lavoro. 

Va detto che oramai 40 milioni di italiano hanno un qualche animale da compagnia, solo tra cani e gatti si contano circa 14 milioni di esemplari domestici, secondo le stime più accreditate. 

Benefici o rischi?

È noto che portare in ufficio il proprio animale da compagnia genera non pochi benefici sul piano della socialità e della produttività nelle aziende che lo permettono. In questo caso si assiste a una riduzione dello stress e dell’ansia da prestazione, a una miglioramento della prestazione lavorativa, a una riduzione del tasso di assenteismo e anche a un marcato rafforzamento socialità e gioco di squadra in ufficio.

Naturalmente esistono anche dei rischi, ma per questi le leggi parlano chiaro: in caso di danni arrecati a luoghi o persone, sarà il padrone del cane a esserne responsabile. 

E voi? Potete portare il vostro cane in ufficio con voi?

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  • Avete una canzone da Pride Month? 🎶

Ecco 3 suggerimenti dedicati a chi si sente un po’ Grace Kelly, un po’ Raffaella Carrà. A ognuno il suo spirito guida per trovare la propria identità.

E non è tutto. Su Spotify troverai la playlist “Born to be a Light”, 10 canzoni in grado di accedere una Luce in ognun* di noi! ✨

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In Egitto si stanno moltiplicando gli appelli per boicottare la Disney, dopo che il colosso dell'intrattenimento ha iniziato a introdurre personaggi gay nella sua produzione. In particolare Al-Azhar, la più alta autorità religiosa dell'Islam sunnita, ha messo in guardia le aziende dal promuovere l'omosessualità attraverso contenuti destinati ai bambini. Quello che si teme è che questi prodotti, questi eroi o personaggi di finzione, possano influenzare i più piccoli, 'rendendoli' a loro volta gay o lesbiche o trans. Insomma un'assurda paura per l'ideologia gender – ci ricorda qualcosa, a noi italiani? – che si intreccia con una tradizione sociale e religiosa ancora ferma nella convinzione che l'eteronormatività vada imposta a tutti i costi.

Il "piano diabolico della Disney"

Disney sta introducendo personaggi omosessuali nei suoi contenuti di intrattenimento: per l'Egitto si tratta di un piano diabolico per normalizzare il crimine immorale dell'omosessualità"
L'avvertimento è arrivato in seguito alle crescenti critiche rivolte alla Company per i piani di inclusione Lgbt nei suoi prodotti: in una dichiarazione del 9 giugno, l'Al-Azhar Fatwa Global Center ha condannato l'omosessualità come "oscena" e "riprovevole" e ha citato un "piano diabolico sistematico per normalizzare il crimine immorale dell'omosessualità nelle società musulmane" attraverso i contenuti dei media di intrattenimento. Il progetto, secondo i leader religiosi egiziani, "mira a distruggere il sistema di valori morali e sociali dell'istituzione familiare, a distorcere l'identità dei suoi membri e a manomettere la sicurezza e la stabilità delle società", si legge nella dichiarazione. "Ci sono tentativi di imporre una cultura dell'omosessualità al mondo islamico con il pretesto della accettazione dell'altro". La nota esorta quindi i genitori, i media e gli educatori a svolgere il loro ruolo per rafforzare i valori religiosi e sociali e "immunizzare i giovani dal cadere nelle grinfie di questi tentativi".

Promozione dei diritti o danno ai minori?

La denuncia di Al-Azhar sull'omosessualità si inserisce in un contesto di crescenti appelli sui social media egiziani a boicottare i film della Disney perché promotori dei diritti Lgbt. A marzo, Karey Burke, responsabile dei contenuti generali di intrattenimento della major, ha dichiarato che cercherà di rendere i prodotti più inclusivi per i gruppi sottorappresentati, come la comunità arcobaleno. "Sono qui in qualità di madre di due bambini queer – aveva dichiarato Burke –. Un figlio transgender e uno pansessuale, ma anche come leader". La funzionaria della Disney ha dichiarato di essere favorevole alla presenza di "molti" personaggi LGBTQIA nei prodotti della compagnia. Mohamed Sayed Abdel Rahim, un critico cinematografico egiziano, ritiene che qualsiasi tentativo dei giganti dell'intrattenimento di introdurre figure omosessuali nelle loro produzioni sarà molto dannoso per i bambini. "I minori non devono essere sottoposti a contenuti mediatici non adatti alla loro età", ha dichiarato al telefono ad Al-Monitor. "Le grandi aziende come la Disney possono cambiare la vita delle persone per sempre, grazie alla loro produzione di massa e all'enorme numero di persone che possono raggiungere", ha aggiunto Abdel Rahim. "Questi grandi fornitori di contenuti sono in grado di imporre qualsiasi stile di vita che vogliono promuovere".

La disputa per la legge Don't Say Gay in Florida

Florida DeSantis vs Disney
Florida: un mese fa lo scontro tra il governatore DeSantis contro la Disney
A marzo, la Disney è stata coinvolta in un'accesa disputa con il governatore della Florida Ron DeSantis a causa di una legge statale che intendeva proibire la discussione in classe dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere fino alla terza elementare e che richiedeva alle scuole di informare i genitori sui servizi di assistenza sanitaria dei loro figli nei campus. Inizialmente la compagnia si è mantenuta neutrale nei confronti della nuova norma, che i critici hanno rinominato "Don't say gay", ma ha preso posizione – contraria – dopo la rivolta dei suoi dipendenti. La legge è stata firmata il 28 marzo ed entrerà in vigore il prossimo 1° luglio. Abdel Rahim ha utilizzato questo esempio per affermare che è necessaria anche la definizione di un'età per le piattaforme di intrattenimento online (Disney+ è sbarcata in 16 paesi mediorientali e nord africani lo scorso 8 aprile), per proteggere i bambini da qualsiasi contenuto sessuale o gay. "La domanda è: la Disney stabilirà una classificazione per età e contenuti per i suoi spettatori, siano essi bambini o adulti? Questo è ancora da vedere".
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