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Joan Baez, la "Madonna scalza" delle lotte per i diritti, attesa al Festival dei Popoli

La cantante leggenda di battaglie pacifiste dagli anni '60, potrebbe essere a Firenze dove il suo "I Am a Noise" inaugurerà la 64^ edizione dell'evento

di GIOVANNI BOGANI -
28 settembre 2023
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"Non mi piaceva la scuola. Ero sempre la bambina ‘nuova’, che entrava in classe a metà anno. Ed ero una bambina scura di pelle. Ero sempre marginalizzata. Esclusa". Forse anche per questo, Joan Baez è sempre stata dalla parte dei discriminati. Forse anche per questo ha saputo incarnare, raccontare e cantare le sofferenze degli altri.

Attesa al Festival dei Popoli

 
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Una cantante, una leggenda. Che potrebbe venire a Firenze, fra poche settimane, ad inaugurare il Festival dei Popoli, presenziando alla proiezione del documentario che racconta la sua vita e le sue battaglie. Al direttore artistico del festival ha detto "Vorrei molto venire, cercherò di organizzarmi". L’anteprima italiana del docufilm è fissata per il 4 novembre. Il documentario si chiama "I Am a Noise", e inaugurerà la 64esima edizione dell'evento, la più importante rassegna di cinema documentario in Italia, e una delle più importanti al mondo.

Icona della lotta per i diritti

Joan Baez. Un’icona del pacifismo e delle battaglie per i diritti civili delle minoranze. Non ha più quei lunghi capelli neri, di quando cantava sul palco di Woodstock, la grande kermesse musicale americana, la tre giorni che ha cambiato la storia della musica nel mondo. O di quando cantava le canzoni di protesta e di lotta che hanno fatto storia: "C'era un ragazzo che come me", presa in prestito da Gianni Morandi, che a sua volta l’aveva presa in prestito da un ragazzo che cantava in piazza del Campo a Siena, Mauro Lusini. O "Here’s to You, Nicola and Burt", la ballata di Sacco e Vanzetti, composta da Ennio Morricone per il film di Giuliano Montaldo che raccontava la vicenda dei due anarchici italiani Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, condannati a morte per un omicidio mai commesso, "giustiziati" senza nessuna prova.
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Un'immagine tratta dal documentario di Joan Baez "I Am a Noise"

Joan Baez, una leggenda vivente

La storia di Joan Baez è straordinaria, fin dalle sue origini. Il padre era un fisico di fama mondiale, fra gli inventori del microscopio a raggi X: uno che anteponeva la sua coscienza ad ogni altra cosa, e che si rifiutò di lavorare al Progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica. Non fu facile per lei l’adolescenza, vissuta mentre seguiva il lavoro del padre da una città all’altra, da una Nazione all’altra. Gli anni vissuti in Iraq, toccando con mano la povertà più estrema; gli anni negli Stati Uniti, dove c’era chi la discriminava per le sue origini messicane. Poi la rivincita su tutto, la rivoluzione compiuta con in mano una chitarra. La chiamavano "La Madonna scalza". Il legame sentimentale, e artistico, con Bob Dylan, all’inizio degli anni ’60. L’attivismo politico, l’esecuzione di "We Shall Overcome", una canzone gospel vecchia di cento anni, alla Marcia per il lavoro e la libertà di Martin Luther King a Washington, diventa il manifesto di un’epoca. Convinta pacifista, sposa un uomo condannato al carcere per la renitenza alla leva. Va in Vietnam, quando il Vietnam del nord è sotto le bombe di Nixon. Protesta contro le dittature del Sudamerica, in Cile, Brasile, Argentina, contro l’invasione americana dell’Iraq. Ha cantato in Italia con Francesco De Gregori e con Vinicio Capossela in un concerto per sostenere Emergency.
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Un'immagine tratta dal documentario di Joan Baez "I Am a Noise"

Insomma, ha messo in tutto e per tutto la sua arte al servizio della società, delle battaglie civili e politiche. Un’arte, una musica, che non servono a 'distrarsi', ma a rivolgere lo sguardo verso quello che non va, quello che deve cambiare. Adesso Joan Baez ha 82 anni, e dietro di sé ha 25 album in studio. Ha quasi del tutto abbandonato le esibizioni, ma non l’arte. Questa primavera, ha pubblicato "Am I Pretty When I Fly?" (Sono carina quando volo?), una raccolta di disegni volutamente naives, eseguiti con il foglio capovolto o con la mano non dominante.

Il Festival dei Popoli

È la più importante rassegna di cinema documentario d’Italia, e uno dei festival più antichi del Paese. L’edizione 2023 – con la direzione artistica di Alessandro Stellino e quella organizzativa di Claudia Maci – darà grande importanza ai film sulla musica. "I Am a Noise" è diretto da Miri Navaski, Maeve O’ Boyle e Karen O’ Connor.