“Come non basta essere trans per condurre l’Isola dei famosi, non basta essere donna per fare l’interesse delle donne”. Non nasconde le proprie idee nemmeno ore che ha una cartellina in mano, il microfono ben agganciato e un ruolo di prestigio da portare avanti.
La prima conduttrice trans
Vladimir Luxuria affronta la nuova esperienza professionale con l’autenticità di sempre. Sarà lei a condurre, da lunedì 8 aprile, in prima serata su Canale 5, la nuova edizione dell’Isola dei Famosi.
Una prima volta assoluta per una donna trans in quella veste (come lo è stato Alfonso Signorini, dichiaratamente gay, alla guida del Grande Fratello), su una delle principali reti televisive italiane, come giustamente le fa notare Renato Franco nell’intervista al Corriere della Sera. “Non mi sfugge che sia una novità – risponde la 58enne foggiana –, ma spero che l’identità sessuale sia presto una caratteristica neutra, che non metta una persona né all’ultimo banco, né in una corsia preferenziale. Dobbiamo andare oltre”.
“Non ho fatto fuori Ilary. Mi sono preparata, oggi tocca a me”
Intanto però, superata quella che chiama “una prima fase di ubriacatura” quando ha saputo di essere stata scelta come conduttrice, e specificato di non aver “fatto fuori Ilary (Blasi) come lei non aveva fatto fuori Alessia Marcuzzi. Oggi tocca a me”, trattandosi di meccanismi normali di cambiamento nel mondo dello spettacolo televisivo, Luxuria si dice consapevole del grande lavoro che l’aspetta.
“L’Isola è un programma difficile, tra imprevisti meteorologici e reazioni dei naufraghi. Ho seguito tutti i provini, partecipo a tutte le riunioni, voglio arrivare preparata”, dice nell’intervista. E ancora, ammesso di aver sentito tutti quelli che prima di lei si sono trovati alla conduzione, anche quando la stessa era naufraga sull’isola, ammette: “Devo stare all’erta, come i gatti quando dormono, ma hanno le orecchie attente. Non mi devo perdere nemmeno un’espressione facciale di un naufrago, non mi deve sfuggire nulla”.
Una sopravvissuta grazie al carattere e alla cultura
Insomma non le basterà certo la sua ‘caratteristica’, l’essere trans, a far andar bene il programma, perché fili tutto liscio. Anzi, forse la sua identità, almeno per i primi tempi, la renderà ancora più oggetto di attenzioni da parte del pubblico e non solo. Quella che l’aspetta è una vera e propria sfida, da cui non si tira indietro: ha già affrontato prove ben più difficili e reali, “ho superato diversi corsi di sopravvivenza: sono sopravvissuta agli insulti, ai giudizi, alle botte, agli sputi in faccia, alle porte chiuse. Adesso mi sento una che ha tutto il diritto di vivere e non di sopravvivere”. Per questo non vive di rancore, dice di non conoscere l’odio nonostante di persone che le hanno fatto del male ce ne siano. Ma oltre a un carattere forte, deciso, ad aiutarla ad “andare oltre”, la sua salvezza, “è stata la grande passione per la cultura, per gli studi, per l’arte. È stato un grande motore di emancipazione”.