Oscar 2024: passi avanti (e indietro) nelle nomination

In attesa della cerimonia di premiazione ecco le candidature più significative in termini di diversità e inclusione

di GIOVANNI BOGANI -
24 gennaio 2024
emma stone

emma stone

Quali indicazioni ci danno le nomination agli Oscar di quest’anno? Che cosa ci dicono le scelte dei membri della Academy? Quali sono i temi che toccano i film che si contenderanno le statuette nelle categorie più importanti? In attesa della 96ª Notte degli Oscar, che si terrà il 10 marzo al Dolby Theatre di Hollywood e verrà trasmessa dalla ABC negli Stati Uniti, vediamo quali sono le candidature (o le non candidature) da tenere d'occhio non solo dal punto di vista cinematografico, ma anche per quello che si cela dietro la pellicola.

"Caso Barbie": l'esclusione dei Margot Robbie e Greta Gerwig dalle nomination

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La regista Greta Gerwig e l'attrice Margot Robbie

Certo, Margot Robbie è stata snobbata, esclusa dalle nomination nonostante una superba prova d’attrice in "Barbie", e così la regista del film, Greta Gerwig. Un film che, attraverso la storia di una bambola, ci ha raccontato la ribellione al patriarcato e la forza delle donne, la loro capacità di prendere in mano il proprio destino, vede spegnersi i riflettori proprio sulla autrice e regista, e sulla sua straordinaria protagonista, mentre è stato nominato nella cinquina per il miglior attore non protagonista Ryan Gosling, che si è mostrato a dir poco perplesso per la scelta. Ma "Barbie" è pur sempre in corsa per l’Oscar al miglior film, e per altri riconoscimenti "tecnici". Però, resta il pensiero maligno. Inclusività e attenzione alle tematiche femminili sembrano sempre più importanti nel cinema e nella società: e proprio gli Oscar, invece, sono stati "esclusivi", nel senso che hanno escluso dalla corsa finale le due donne più rappresentative – anche grazie ai grandi numeri degli incassi del film – di questa tendenza.

Le altre candidature femminili

Nella categoria più importante, quella dei concorrenti per il miglior film, troviamo però "Anatomia di una caduta", un grande ritratto di donna già premiato ai Golden Globes e prima a Cannes. Il film racconta molto bene come l’affermazione femminile – quella di una scrittrice, nel caso del film – possa essere vista con sospetto, già come una colpa. A interpretare il film, una straordinaria Sandra Huller, che ha ricevuto la nomination come miglior attrice.
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Sandra Hüller

Disegna una figura di donna forte, indipendente, incisiva, memorabile. Fra i film nominati per la statuetta più ambita – Best Picture – troviamo "Povere creature!", che dopo aver vinto il Leone d’oro a Venezia e il Golden Globe come miglior commedia, si propone come uno dei candidati più forti alla statuetta del miglior film. È un film visionario, potente, che mette in scena la libertà, la forza, la creatività di una donna che è come se fosse una Ur-donna, una donna primordiale, primigenia, nuova, nata dall’esperimento di un "mad doctor", e capace di liberare tutta la propria forza vitale. Ad interpretarla, una bravissima Emma Stone, che si guadagna una meritatissima nomination come best actress.

La prima nomination a una nativa americana

Nella categoria Best Picture c’è spazio anche per "Killers of the Flower Moon", il film di Martin Scorsese dedicato alla strage silenziosa dei nativi americani della tribù Osage, negli Stati Uniti. La candidatura a miglior attrice, in questo caso, è per Lily Gladstone, che si afferma come la prima donna nativa a ricevere una nomination agli Academy Awards. Nomination che arriva quattro anni dopo che Yalitza Aparicio, nativa messicana, era stata candidata come miglior attrice agli Oscar 2019 per "Roma" di Alfonso Cuaròn, nel ruolo della governante.
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Lily Gladstone è la prima attrice nativa americana ad essere candidata agli Oscar

Bradley Cooper ci prova con il suo "Maestro" Bernstein

"Maestro" di Bradley Cooper, con una nomination per il miglior film e una allo stesso Cooper come miglior attore, mette in scena invece l’inquietudine, il tormento, la difficile accettazione di sé da parte di un personaggio omosessuale: è il Leonard Bernstein, genio della direzione d’orchestra, del quale Bradley Cooper dà un’interpretazione assolutamente stupefacente. Siamo negli anni ’50 americani, l’american dream sembra proporre soltanto famiglie felici, matrimoni fortunati e belle auto grandi come transatlantici. Ma sotto la superficie, c’è un Bernstein affascinato dagli uomini, con un’anima divisa in due, e una moglie che soffre in silenzio, che tutto sa e niente dice. L’omosessualità come dramma intimo e inconfessabile nell’America che, sullo schermo, negli stessi anni proponeva un Rock Huydson "macho", anche se a Hollywood tutti sapevano della sua omosessualità.

Valorizzata la diversità

La diversità è stata celebrata anche da altre nomination nelle categorie che riguardano gli attori. Oltre a Lily Gladstone, con la sua nomination "storica", Colman Domingo è il primo afro latino nominato nella categoria Miglior attore per la sua potente performance nel dramma sui diritti civili "Rustin". Nella stessa categoria, si contenderà la statuetta con l’attore black Jeffrey Wright, protagonista di "American Fiction". Ma Colman Domingo, insieme a Jodie Foster, nominata come miglior supporting actress per "Nyad", hanno fatto la storia degli Oscar anche per un altro motivo. È la prima volta che due attori apertamente Lgbt vengono nominati per aver interpretato personaggi Lgbt. E fra le nomination, "American Fiction" porta Sterling K. Brown – che interpreta un personaggio gay – in nomination come Best Supporting actor, e anche "Anatomia di una caduta" racconta una protagonista bisessuale.
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Sterling K. Brown

Due donne nere sono state nominate nella categoria Best supporting actress: sono Danielle Brooks per "Il colore viola" e Da’Vine Joy Randolph per la sua meravigliosa performance in "The Holdovers – Lezioni di vita", in questi giorni sugli schermi italiani. Un appunto lo merita anche John Williams, leggendario compositore che alla nomination per "Indiana Jones e il quadrante del destino", ha raggiunto quota 54 candidature, diventando ufficialmente il più anziano nominato agli Oscar di sempre. In aggiunta a tutto questo, due brevi note. Le donne ricevono anche quattro nominations come sceneggiatrici: sono Celine Song per "Past Lives", Justine Triet per "Anatomia di una caduta", Samy Burch per "May December" e Greta Gerwig per "Barbie". È anche la prima volta che ben tre pellicole non in lingua inglese finiscono in nomination per il miglior film: sono "Anatomia di una caduta", "Past Lives" e "The Zone of Interest".