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72th Sanremo Music Festival
"Dove ogni anima ha un colore e ogni lacrima ha il tuo nome". La perdita di una persona che si ama è sempre qualcosa di difficile da raccontare: il dolore che ti esplode dento al cuore, che ti strazia dentro, che è quasi impossibile trasmettere al di fuori. È quel dolore che racconta magistralmente Irama al Festival di Sanremo con Ovunque Sarai. Una ballad romantica e intensa che racconta un momento intimo del cantautore 26enne, che riesce a mettere in musica la dolcezza del ricordo con la forza dell'emozione con cui, guardando in alto, grida quella dedica verso una persona che non c'è più. "Se tornerai qui, se mai, lo sai che / Io ti aspetterò": una poesia in musica in cui l'artista, con una vocalità straordinaria nonostante l'emotività, profonda, presente, trascina il pubblico dentro la storia, dentro quel legame che ha con la persona a cui è dedicato il brano.
Ovunque Sarai, dice Irama in un'intervista, "l'ho scritta per un motivo, l'ho scritta per una persona. Quindi quando io canterò quella canzone, quando io parlerò in quel modo lo farò con rispetto mio di quella persona e dell'arte. Quindi penserò solo a quello e spero di emozionarmi ed entrarci dentro il più possibile". Un'emozione che è apparsa ben visibile, quando ripetendo "Ovunque sarai / Ovunque sarò / In ogni gesto io ti cercherò" sembrava cercare davvero, nel suo cuore, nei suoi ricordi, quella persona cara. Di cui però non ha voluto svelare l’identità. Secondo il cantautore, infatti, ognuno, ascoltando Ovunque sarai, deve essere libero di pensare a coloro i cui ricordi vengono rievocati dalla musica. Il brano quindi che omaggia persone che sono state importanti nella vita e che ora non ci sono più.
Una poesia in musica, un omaggio all'arte eccellenza del nostro Paese, non solo per le emozioni evocate ma anche nello stile, nei richiami agli elementi naturali del vento, della luna, della terra e dell'acqua che richiamano la poetica del dolce stilnovo. Elementi con cui Irama identifica la persona amata scomparsa, che scompaiono al suo passaggio ma che sono eterni, in qualche modo come la memoria di quella stessa figura. E poi il tema del viaggio, del ritorno e dell'attesa. Gli ultimi versi, infine, rendono omaggio al suono del silenzio che, come un semplice gesto, può essere l’occasione per sentire la persona cara più vicina a sé, nella speranza che quest’ultima possa ascoltare le sue parole. È una canzone sulla perdita, insomma, che sa emozionare e rievocare memorie ancestrali, quasi oniriche ma allo stesso tempo profondamente radicate all'essenza vitale degli essere umani.
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Irama, in gara a Sanremo con "Ovunque Sarai" fa una dedica speciale su Instagram
Il senso dell'assenza
"Questo brano – ha raccontato il 26enne – è pura verità, è primitivo, è ancestrale: ho guardato il cielo per raccontare quello che sentivo con parole e melodia. È arrivato in una notte in cui ero in connessione con gli elementi, una poesia per il cielo, per la terra e una persona per me molto importante, la canzone racconta tutto; racconta quando la natura rende meno forte il senso dell'assenza e attraverso il ricordo puoi avere accanto anche una persona che non c'è più. Sarebbe bello ascoltarla in un momento legato alla natura, tornano più volte nel testo tanti elementi, il vento, l'acqua, la terra, la luce, la luna...". Una canzone diversa da quello che ci si aspetterebbe dal giovane artista, vincitore nel 2018 del talent Amici e alla terza partecipazione (tra i big, perché nel 2016 aveva gareggiato tra le "Nuove proposte") al Festival. Il cantante e rapper ci ha infatti abituati a brani ritmati, capaci di far ballare, come La Genesi del tuo colore, canzone con cui l'anno scorso ha conquistato il quinto posto nonostante, a causa del Covid, non si sia mai esibito in diretta.
Irama sul palco dell'Ariston
Gli elementi poetici
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Irama è il nome d'arte di Filippo Maria Fanti