Sanremo 2024 nel nome del padre per Mahmood e Angelina Mango

Due citazioni molto diverse: da una parte una figura assente, dall'altra l'omaggio a un punto di riferimento imprescindibile

di GIOVANNI BALLERINI -
5 febbraio 2024
Angelina Mango e Mahmood

Angelina Mango e Mahmood

Sarà un festival ricco di suggestioni, anche nel nome dei propri padri, per Mahmood e Angelina Mango, che si apprestano alla gara sanremese con grandi aspettative e dei brani in gara che testimoniano la loro grande voglia di novità.

"Tuta Gold" di Mahmood

Partiamo da Alessandro Mahmoud, il cantautore e paroliere italiano, classe 1992, che ha già vinto il Sanremo due volte (nel 2019 con "Soldi" e nel 2022 con "Brividi" insieme a Blanco) quest’anno propone un brano dalle sonorità e dal testo che innova i canoni a cui ci ha abituato.

Alessandro Mahmoud

Il pezzo si chiama "Tuta gold" e, con una sorta di neorealismo fatto di note, racconta il fascino discreto e contrastante della vita nella periferia (milanese, ma non solo). In questa ballata funk intimista, scandita da irruzioni rap e falsetti ad hoc, la "Tuta gold" che dà il titolo al brano (e avvolge un passato difficile) è quella in acetato che in tanti indossavano negli anni ‘90. Ai tempi, probabilmente, anche Mahmood ha vestito quell’indumento iconico della scena hip hop. Fra le immagini e i flash che si avvicendano nel testo che, come spiega il rapper, "È stato scritto la scorsa estate, dopo un rave di quattro giorni vicino a Berlino", spunta di nuovo a un certo punto un riferimento al padre Ahmed Mahmoud.

Il padre assente

Come nella sua prima hit, il 31enne torna a riflettere sulla figura genitoriale, che a quanto pare è stata assente e molto problematica per lui in passato. Non poteva che essere così, visto che questo testo vede lo storyteller del quartiere peiferico Gratosoglio riflettere con sincerità sulla sua adolescenza, sul suo vissuto fino a oggi.
sanremo-mahmood-angelina-mango

Il due vincitore di Sanremo porta al Festival 2024 "Tuta Gold"

Per poi esorcizzare il flusso dei ricordi, delle esperienze e della difficoltà con la consapevolezza che gli ostacoli, una volta superati, lo hanno poi reso più forte. L’hanno fatto diventare quello che è oggi. Cioè un rapper e cantautore di grande talento che, con brani azzeccati, ha saputo conquistarsi un posto di grande rilevo nella storia della canzone italiana del presente. E, non dubitiamo, in quella del futuro. Quello prossimo è stato già annunciato, visto che il 16 febbraio, cioè pochi giorni dopo la finalissima di Sanremo 2024 (che, come sappiamo, è il 10 febbraio) uscirà il suo terzo album di inediti "Nei letti degli altri". Tornando all'Ariston, per la serata dei duetti Mahmood ha invece scelto di omaggiare in qualche modo le origini sarde dell’amata madre Anna, vera mentore e riferimento positivo del giovane, proponendo il capolavoro di Lucio Dalla "Come è profondo il mare", insieme ai Tenores di Bitti, maestri dell’antica arte vocale del canto a tenore, che eseguono a cappella.

Angelina Mango al Festiva canta "La Noia"

Diverso il discorso per Angelina Mango, non solo perché questo è il suo primo Sanremo. L’artista di Maratea, che si è messa in luce alla 22esima edizione del talent show Amici di Maria De Filippi, dove ha vinto la categoria "canto", e anche al Premio Lunezia, in cui il brano "Ci pensiamo domani" da lei interpretato è stato premiato per il valore musical-letterario, arriva al Festival con "La noia", firmato da lei e da Madame e prodotto da Dardust.
sanremo-2024-donne-favorite

Angelina Mango (Instagram)

La canzone, fra sonorità del sud, ritmi sudamericani e impennate elettroniche, rivaluta il sentimento che le dà il titolo come un momento positivo, un antidoto alla frenetica corsa quotidiana del fare a tutti i costi (e al relativo stress), che dobbiamo imparare a vivere con gioia. Magari ballando la cumbia della noia.

L'omaggio a papà nella serata dei duetti

La figlia d’arte omaggerà poi il padre Pino Mango, scomparso nel 2014, nella serata dei duetti del Festival, dove venerdì 9 febbraio canterà "La rondine", accompagnata dal quartetto d'archi dell'orchestra di Roma. Un modo appassionato e intenso per ricordare, con tanto amore, un artista di grande profondità ed espressività, un punto di riferimento per lei e per tanti altri nel mondo della musica e nella vita. Quelle di Mahmood e Angelina sono insomma due citazioni della figura del padre molto diverse fra loro, ma comunque importanti per loro. Due riflessioni, due punti di ripartenza per poi tentare di crescere liberi dall’eredità paterna, per inventarsi una vita, musicale e non, in cui cercare di fare finalmente trionfare la maturità emotiva. Un’evoluzione naturale fuori dall’influenza paterna, ma con lo sguardo ben piantato sul futuro.