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Sanremo, i duetti in salsa sociale: bullismo, migranti, affermazione di sé, suicidio e solidarietà femminile

Una carrellata di canzoni che rispecchiano maggiormente i nostri valori. Nella serata cover, gli artisti in gara e i loro ospiti puntano ad emozionare

di GIOVANNI BALLERINI -
9 febbraio 2024
I conduttori della serata duetti, Lorella Cuccarini e Amadeus

I conduttori della serata duetti, Lorella Cuccarini e Amadeus

Un noto proverbio recita: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. La cosa vale sempre di più anche al Festival di Sanremo. Da serata riempitivo a serata evento, anzi eventi. L’appuntamento con la puntata dei duetti e delle cover sul palco dell’Ariston è cresciuto d’importanza di anno in anno, grazie al fatto che questo show, che recupera e rielabora in chiave nuova successi del passato, si è rinnovato privilegiando le idee, la qualità delle proposte e le collaborazioni eccellenti, aggiungendo persino talvolta contenuti e spunti per la vittoria finale.

Anche se, infatti, la gara dei duetti assegna un premio a sé stante, che è diventato sempre più rappresentativo e rilevante, è indubbio che contribuisca a dirci qualcosa in più sulle caratteristiche, la personalità e la poliedricità dei cantanti in gara.

I duetti e le cover in chiave “Luce!”

Dei 30 duetti, che seguiremo stasera, ce ne sono tanti interessanti, ma noi abbiamo scelto di segnalare quelli che in qualche modo privilegiano temi decisamente in linea con lo spirito di Luce!, come l’inclusione, la lotta al bullismo, le discriminazioni di genere.

Alfa e Roberto Vecchioni
Alfa e Roberto Vecchioni

Partiamo dal duetto che vede collaborare Alfa con Roberto Vecchioni che insieme interpretano “Sogna ragazzo, sogna”, una canzone del 1999 dello stesso Vecchioni che rappresenta un elogio alla vita, uno sprone a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà, adolescenziali e non. Un vero e proprio inno alla gioventù, un poetico e augurante saluto ai suoi studenti (e a tutti i ragazzi) che il Vecchioni professore di italiano, greco e latino al Liceo Classico lascia per andare in pensione.

Ghali
Ghali

A ricordare Toto Cutugno con la sua canzone più iconica e ricca di significati, “L’italiano”, ci pensano Ghali e Ratchopper che reinterpretano alla loro maniera il brano che si classificò al quarto posto al Festival di Sanremo 1983, ma che ancora oggi gode di una certa popolarità. Sì, perché l’Italiano vero di Cutugno non è solo un inno all’italianità tout court, ma disegna un ritratto verace ed efficace di cosa vuol dire essere nato in Italia, che non vuol dire solo amare gli spaghetti al dente, ma avere anche un partigiano come presidente (dal 1978 al 1985 a guidare lo stato come presidente c’era Sandro Pertini). Inutile dire che il brano è diventato un inno per tutti i nostri migranti, ma anche di chi punta sul made in Italy, come un plus, come un modo di vivere e di creare assolutamente straordinario.

A tenere alta la bandiera dei migranti, dei nuovi italiani di prima e di seconda generazione ci pensa anche Dargen D’Amico che, senza smettere di sfoggiare i suoi occhiali scuri, ha voluto al suo fianco in questa serata speciale un ensemble nuovissimo che innova la lezione dell'Orchestra di Piazza Vittorio. Si chiama BabelNova Orchestra e sarà al fianco di questo impegnato ed estroso cantautore rapper in un grande omaggio a Ennio Morricone. “È una proposta di Dargen che abbiamo accettato con gioia e un pizzico di timidezza, visto che si tratta di interpretare qualcosa del repertorio di uno dei capisaldi della musica italiana di sempre – spiega il contrabbassista Pino Pecorelli, che coordina l’Orchestra –. Suoneremo con grande rispetto della partitura ‘The crisis’, da ‘La leggenda del pianista sull’oceano’, su cui D’Amico ha inserito ad arte il testo del suo brano ‘Modigliani’. Per l’occasione saremo sette sul palco e uniremo i nostri suoni a quelli dell’orchestra di Sanremo”.

I La Sad stasera duetteranno con Donatella Rettore
I La Sad stasera duetteranno con Donatella Rettore

Continuiamo il nostro excursus con gli iconici ed ironici La Sad che insieme a Rettore interpreteranno il suo successo del 1982 “Lamette”, una canzone dell’album “Kamikaze Rock 'n' Roll Suicide” della cantautrice, che parla con grande ritmo di suicidio e di autolesionismo. Temi cari al trio punk formatosi a Milano nel 2020 che, anche durante l’esecuzione del brano in gara “Autodistruttivo”, ha stigmatizzato con una serie di cartelli sul palco dell’Ariston un tema di cui si parla ancora troppo poco: quello dei suicidi dei ragazzi e dell’importanza della sua prevenzione. Per questo il trio ha deciso di sostenere in questa occasione l’attività di Telefono Amico Italia, l’associazione che dal 1967 si impegna a offrire una possibilità di ascolto e dialogo ai ragazzi in crisi.

E di bullismo non parla, anzi non canta, nessuno? Ci pensano i Bnkr44 insieme all’inossidabile Pino D'Angiò, ripropongono il suo successo “Ma quale idea”. A 71 anni suonati il vocalist di Pompei, ripropone con il collettivo di rapper il singolo che ha venduto 2 milioni e mezzo di copie in Italia e 12 milioni nel mondo. “Era una canzone strafottente, politicamente scorretta – racconta D’Angiò –. In realtà il brano prende apertamente in giro un personaggio che a me stava antipatico, il playboy da discoteca, uno che crede di essere chissà chi e se la tira da morire: mi sono fatto beffe dei bulli da discoteca già negli anni ’80. Non a caso il ritornello ripete: ‘Non vedi che lei non ci sta con un super bullo, goffo come te’”.

Fanno in qualche modo riferimento alle religioni, alla fede e alle fedi sia il duetto di Fiorella Mannoia e Francesco Gabbani, che interpretano insieme la strana fusione fra “Che sia benedetta” e “Occidentali's Karma”, mentre i Santi Francesi rielaborano con Skin Hallelujah” di Leonard Cohen.

Maninni con Ermal Meta parlano di guerra e terrorismo attraverso le note di "Non mi avete fatto niente”. Il brano scritto dallo stesso Meta con Fabrizio Moro e Andrea Febo è un urlo lancinante, ma anche un invito a non farsi intimorire e continuare a vivere la nostra vita sfuggendo la paura con la forza della ragione.

L’ultima citazione per i duetti non poteva che essere per BigMama, che con Gaia, La Niña e Sissi, rispolvera “Lady Marmalade”. La ventitreenne rapper campana che, al termine dell'esecuzione del suo brano “La rabbia non ti basta” sul palco dell’Ariston ha voluto sottolineare l’atmosfera dicendo: “Dedico il mio brano a tutta la comunità queer, amatevi liberamente: potete farlo” non poteva che scegliere per la serata dei duetti un brano iconico e intramontabile come quello di Labelle che si conclude con la frase francese “Voulez-vous coucher avec moi ce soir?” e che idealmente rappresenta, anche grazie alla collaborazione con altre con tre giovani interpreti, un importante messaggio di solidarietà femminile.