E poi sul palco di Sanremo 2024 arriva lui, Ghali, rapper nato a Milano da genitori tunisini nel 1993, a cantarla a chi continua a difendere insensatamente la tesi secondo cui si è italiani solo se si è di sangue purissimo.
Un medley “Italiano vero” dal profondo significato politico in cui, tra l'intro in arabo, un passaggio di “Cara Italia” e la chiusura con l'omaggio a Toto Cutugno e al suo “lasciatemi cantare, sono un italiano vero”, ha urlato sottovoce e con un'eleganza rara che quello sullo “Ius soli” è un dibattito superato dai fatti del mondo, dalla storia e dal senso comune.
Uno schiaffo in faccia a un pezzo di Paese - e di classe politica - che vorrebbe una società chiusa nei propri confini, impaurita, rancorosa e capace solo di respingere.
L'esibizione di questa sera arriva dopo le questioni sollevate dalla comunità ebraica sul pezzo in gara con cui Ghali ha ricordato la tragedia di Gaza.
Un impegno, quello del rapper, che parla a un mondo che non si piega a violenze, prevaricazioni, guerre. Un bellissimo messaggio politico che punta dritto al bersaglio. Seguiranno polemiche, c'è da scommetterlo.