Sanremo, una lunga storia d'amore... Lgbtq: così il festival sdoganò la diversità

di MAURIZIO COSTANZO -
1 febbraio 2022
Snremo, una lunga storia d'amore

Snremo, una lunga storia d'amore

Cantare l’amore, quello vero, non è mai semplice, perché tra lo spartito di note e vita, bisogna saper far vibrare le corde del cuore. Cantare l’amore omosessuale è qualcosa di più: perché bisogna superare la falsa vergogna e i pregiudizi, prima di urlare liberamente i sentimenti, che di per sé non conoscono differenze né barriere. Chi pensa che sul palco del teatro Ariston, considerato il palco d’Italia, e vetrina per eccellenza della nostra canzone, sia stato cantato solo un tipo d’amore, quello di un uomo verso una donna e viceversa, non dice tutto. Perché in oltre sette decenni di vita del Festival di Sanremo, c’è stato spazio anche per brani Lgbtq. Il linguaggio universale della musica ha sposato in più occasioni il linguaggio universale dell’amore. Ecco allora una serie di brani che hanno tinto di arcobaleno la più famosa rassegna canora italiana.

Gli albori, Umberto Bindi

Nel 1961 non passò inosservato a Sanremo l’anello indossato da Umberto Bindi

Nel 1961 non passò inosservato a Sanremo l’anello indossato da Umberto Bindi

Sanremo prendeva il via il 29 gennaio del 1951. Dieci anni più tardi, esattamente nel 1961, Umberto Bindi, cantautore raffinato che proveniva dalla scuola genovese di Fabrizio de Andrè, Bruno Lauzi e Gino Paoli, portò sul palco il brano Non mi dire chi sei. Scelse di schivare il pregiudizio, portando in scena un nuovo approccio al palcoscenico, che includeva la dimensione corporale della performance. Si presentò con un anello al mignolo su cui si focalizzò, suo malgrado, l’attenzione della critica: era l’inizio del declino di un grande talento, che pagò caro il prezzo di essere omosessuale.

Splendida splendente

Passano 16 anni, si alza il sipario di Sanremo 1977. Donatella Rettore, famosa per il suo Splendido Splendente, quell’anno cantò Oh Carmela, un testo che aveva riferimenti omosessuali quando parlava di “soldati con i fucili in mano” che si “incontravano di notte per non farsi vedere, cantavano e facevano l’amore”.

Uomini soli

Nel 1993 Grazia Di Michele e Rossana Casale portano all’Ariston ‘Gli amori diversi’ che conquistò il terzo posto

Nel 1993 Grazia Di Michele e Rossana Casale portano all’Ariston ‘Gli amori diversi’ che conquistò il terzo posto

Tredici anni più tardi, nel 1990, saranno i Pooh, in Uomini soli, uno dei loro brani di maggior successo, che cantando la solitudine hanno fatto riferimento all’omosessualità. Il verso è inequivocabile: “Ci sono uomini soli…per donne che li han rivoltati e persi, o solo perché sono dei diversi”. I tempi sono maturi per un altro passo in avanti, e nel 1993 Grazia Di Michele e Rossana Casale portano all’Ariston Gli amori diversi che conquistò il terzo posto. Entrambe giocarono su una loro presunta storia d’amore: in ogni caso, da molti quel brano è stato interpretato come il primo a tematica lesbica nella storia della kermesse.

1996, la censura

Nel 1996 niente più giri di parole: Federico Salvatore con Sulla porta parlò di un sofferto coming out di un figlio. Ma la censura si impose e il verso ‘Sono diverso, mamma, un omosessuale’ divenne ‘Sono un diverso, mamma, e questo ti fa male’. Almeno fino alla serata finale, quando Salvatore cantò la versione originale.
Federico Salvatore, Achille Lauro e Povia

Federico Salvatore, Achille Lauro e Povia

Passano altri 12 anni, l’amore omosessuale non è più un tabù e lo dimostra il fatto che, nel 2008, i brani che ne parlano sono due: quello di Valeria Vaglio Ore ed ore che raccontava l’amore lesbico e Il mio amico di Anna Tatangelo, che ebbe un grande successo e si piazzò al secondo posto. Non mancarono invece le polemiche quando Povia nel 2009 cantò Luca era gay …e adesso sta con lei.

Note e discriminazione

Io sono una finestra cantata nel 2015 da Grazia Di Michele e Platinette, dedicato a tutte le persone che hanno sofferto per il travaglio interiore o sono state discriminate

'Io sono una finestra cantata' nel 2015 da Grazia Di Michele e Platinette è dedicato alle persone che hanno sofferto per il travaglio interiore o sono state discriminate

Si arriva al 2013 quando la storia d’amore di un uomo per un altro uomo è stata portata sul palco da Renzo Rubino ne Il postino (amami uomo). Ha vinto invece il Premio Lunezia per Sanremo per il valore musical-letterario la canzone Io sono una finestra cantata nel 2015 da Grazia Di Michele e Platinette, dedicato a tutte le persone che hanno sofferto per il travaglio interiore o sono state discriminate per il proprio orientamento sessuale. Si arriva così al 2017 con Michele Bravi e Il diario degli errori dedicato alla sua storia realmente vissuta con un ragazzo, che gli valse il quarto posto nella sezione big. Da Renato Zero al bacio tra Achille Lauro con il chitarrista Boss Doms, passando per l’amore in 60 cartelli della coppia gay Stefano e Federico in procinto di sposarsi a New York, invitati da Fabio Fazio.

Tanti baci

Sanremo 2021: il bacio tra Achille Lauro con il chitarrista Boss Doms

Sanremo 2021: il bacio tra Achille Lauro con il chitarrista Boss Doms

Dal bacio gay di Morandi a quello tra Fiorello e Tiziano Ferro nel Sanremo firmato Amadeus, in attesa di Drusilla Foer, la prima conduttrice ‘en travesti’. Non solo canzoni nella manifestazione più vista e famosa d’Italia: anche testimonianze, cronaca, gesti dirompenti. Nel segno di una cultura – non solo musicale – che punta a un orizzonte nuovo e ‘diverso’ nel vero senso della parola: oltre cioè pregiudizi e tabù. Oltre ogni genere.