Willie Peyote con "Grazie, ma no grazie"

Al quarto posto perché è una canzone contro il qualunquismo e il disimpegno

di Redazione Luce!
13 febbraio 2025

Willie Peyote

L'allegra "Grazie, ma no grazie" è forse l'unica canzone vagamente impegnata. Certo, dopo Ghali e Dargen D'Amico (ingiustamente snobbato) dell'anno scorso è davvero poco, ma almeno lascia intravedere uno spiraglio di attivismo, con un testo critico nei confronti del sistema e della politica. Degli ipocriti, dei nostalgici del regime, dei vittimisti e di chi dà opinioni non richieste. Ci piace perché non nonchalance se la prende con tutti ma sopratutto con chi non si schiera, non approfondice, galleggia e basta: "Più è profondo e meno paga, quasi sempre meglio stare in superficie". Il suo è un inno ai giovani (a tutti, per la verità) che credono a qualcosa. Il nemico? Quello che ti dice "Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze". Diciamo anche noi "grazie, ma no grazie".

Questo il testo:

Ma che storia triste, avevo aspettative basse
E sai già come finisce visto da dove si parte
Tu vorresti che la gente ti capisse
La ami come se lei ricambiasse
E c’hai provato anche più volte dei Jalisse
Ma l’insistenza non è mai così di classe
Certi discorsi vanno presi con le pinze oppure provocano risate grasse
E te la aspetti ma ogni volta ti stupisce, guarda le loro facce, come se non bastasse
Grazie ma no grazie
Tanto fanno finta ma lo sanno
Più è profondo e meno paga, quasi sempre meglio stare in superficie: Salvagente
Le risposte che ti danno sembran fatte con lo stampo
Quindi metterò le mani avanti, due passi indietro ogni passo avanti
Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze
Grazie ma no grazie
Questa gente non fa un cazzo, li mantengo tutti io con le mie tasse
Grazie ma no grazie
Dovresti dare meno ascolto ai sentimenti che non sono mai dei buoni investimenti
Dovremmo organizzare una rimpatriata tipo una cena di classe
Grazie ma no grazie
Grazie ma no
Davvero grazie ma
C’è chi non sa più come scrivere, non sa come parlare
Non sa a quali parole deve mettere ad esempio l’asterisco al plurale
C’è chi non sa più come ridere, non sa come scherzare
E vuole la tradizione se la confusione qua è generale
“Eh oggi va così, chissà domani”
Domani domani do-do-domani magari riesco a capire gli esseri umani
Chi bacia sulla bocca i propri figli e c’è chi bacia sulla bocca i propri cani
E quanto va di moda il vittimismo di chi attacca ma dice che si difende
C’è chi dice non si può più dire niente poi invece parla sempre, almeno sii coerente
Almeno per sta volta che c’è chi ancora ti da corda
E c’è chi ha perso la memoria e vorrebbe che tornasse, come se non bastasse
Grazie ma no grazie
Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze
Grazie ma no grazie
Questa gente non fa un cazzo li mantengo tutti io con le mie tasse
Grazie ma no grazie
Dovresti dare meno ascolto ai sentimenti che non sono mai dei buoni investimenti
Dovremmo organizzare una rimpatriata tipo una cena di classe
Grazie ma no grazie
Grazie ma no
Davvero, grazie ma no
Storia triste, aspettative basse
C’è chi sparisce finché si calmano le acque (ma che storia triste)
C’è chi annuisce tra le frasi fatte, vince chi stupisce sempre a mani basse
Grazie ma no grazie
Grazie ma no
Davvero, grazie ma no grazie

 

 

 

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