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Sesso nei film, cos'è l'intimacy coordinator e cosa ne pensano i registi

La figura, nata a Hollywood e arrivata anche sui set italiani, ha il compito di vigilare sulle scene di sesso per accertarsi che attori e attrici siano a loro agio

di GIOVANNI BOGANI -
15 dicembre 2023
Sui set non ci sono più solo il regista, gli attori, il direttore della fotografia, il fonico, gli attrezzisti. Da qualche tempo, sui set americani prima, e anche su quelli italiani, per le scene di sesso compare l’"intimacy coordinator".

Chi è? Che cosa fa?

In pratica, è l’ "esperto anti molestie". È una figura nata a Hollywood e recentemente arrivata in Italia, sul set della serie Prime "Gigolò per caso" con Christian De Sica, Pietro Sermonti, Asia Argento e Ambra Angiolini. La serie sarà online dal 21 dicembre, in sei episodi, sulla piattaforma Prime video. Che cosa fa l’"intimacy coordinator"? E’ un consulente, il cui scopo è far sentire più sicuri, più tranquilli attori e attrici quando si girano sequenze delicate, quali sono quelle che prevedono scene erotiche, rapporti sessuali. L’intimacy coordinator protegge la produzione da eventuali denunce di molestie da parte degli attori, e permette ad attori e attrici di essere a loro agio sul set.
"Nasce per proteggere la produzione, perché se succede qualcosa, l’avvocato può dichiarare di aver chiesto se andasse tutto bene sul set", dice Asia Argento, che ha già lavorato, all’estero, in un film che prevedeva tale figura. "In un film girato in Inghilterra c’era una persona che mi chiedeva se stessi bene ogni volta che noi due attori ci avvicinavamo". Nella serie, Asia Argento è una psicologa che finisce per innamorarsi della sua paziente, interpretata da Ambra Angiolini. Per Ambra Angiolini è stata una "prima volta". "Non ho mai trovato nella mia carriera una persona che in camerino mi chiedesse come mi sentissi a girare una scena poco vestita: ma lo trovo molto giusto e in linea con questo periodo storico". E prosegue: "Ogni volta che io ed Asia tornavamo in camerino dopo aver girato le nostre scene insieme, tornavamo felici senza mai sentirci in imbarazzo". Anche Pietro Sermonti – che nella serie interpreta un impacciato gigolò – è convinto dell’importanza di questa figura professionale. "Credo che sia importante soprattutto per le giovani attrici, che girando un film sanno di poter contare su una figura di riferimento con cui poter parlare, nel caso ci siano problemi sul set". Prime Video ha stanziato otto borse di studio per la formazione di queste figure professionali, che possono lavorare in Italia e all’estero a tutela degli attori.
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Luisa Lazzaro, prima intimacy coordinator italiana certificata

La prima "intimacy coordinator" in Italia

Fra le prime in Italia a svolgere questa professione è Luisa Lazzaro, ballerina formatasi a Londra. Per lei la gestione delle scene erotiche non è troppo lontana dalla costruzione di un balletto: "Siamo coreografi e facilitatori", ha detto Lucia Lazzaro lunedì scorso, all’evento "Nuove professioni per nuovi scenari" istituito dalla Roma Lazio Film Commission. "Si parte dalla sceneggiatura, e si fa una valutazione dei vari personaggi, per capire quali misure attuare per mitigare i rischi che si incontrano nella messa in scena di questi momenti particolari". Prima di girare vengono definite le inquadrature, il linguaggio per immagini che la scena avrà. E viene chiesto il consenso agli attori prima di girare, e un feedback dopo. A volte ci si coordina con i creatori di trucchi prostetici e di effetti speciali. Nel 2024 anche Netflix e Sky Italia lanceranno un corso italiano per Intimacy Coordinator.

Cosa ne pensano i registi?

Abbiamo chiesto ad alcuni registi se utilizzino già gli intimacy coordinator. Francesco Bruni, regista di "Tutto quello che vuoi" e della serie "Tutto chiede salvezza", dice: "Per il momento, non ne ho mai fatto uso. Prima di alcune scene delicate, mi sono sempre messo d’accordo con gli attori, curando che facessero solo cose che si sentivano di fare in maniera naturale, senza imbarazzo".
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Il regista Francesco Bruni (Ansa)

Neri Parenti, regista di tanti cinepanettoni e di tanti film di Fantozzi, dice: "Nei miei film non servono, in realtà non ci sono scene d’amore, tutto è farsesco, infantile, non erotico". Giovanni Veronesi, regista di "Manuale d’amore" e sceneggiatore del "Ciclone" dice: "Mai avuto: nei miei film il sesso è sempre molto edulcorato. Forse c’era nella scena fra Scamarcio e la Bellucci di ‘Manuale d’amore 2’: chissà se me la avrebbero fatta fare in quel modo, oggi. In generale, penso che non sia male: per chi fa dei film in cui c’è molto sesso, non è male se c’è qualcuno di specifico per certe scene".