“Ho ucciso mio padre perché era violento”: la storia di Luigi Celeste alla Mostra del cinema di Venezia

Si intitola “Familia” il film di Francesco Costabile che racconta la vera storia di Luigi Celeste, che nel 2008 sparò al padre per salvare la madre e il fratello. A Venezia c'era anche lui: “Ho pianto guardandolo”

di GIOVANNI BOGANI
2 settembre 2024
"Familia" Mostra del cinema di Venezia

A sinistra Luigi Celeste alla Mostra del Cinema di Venezia (Ansa), a destra la locandina del film "Familia" di Francesco Costabile

E' stato presentato in concorso, nella sezione Orizzonti della Mostra del cinema di Venezia , “ Familia ” di Francesco Costabile. Persona dichiaratamente non binaria, Costabile ha conquistato due candidatura ai David di Donatello 2022 per il suo film d'esordio “Una femmina”, ha fondato l'Hacker porno festival, festival di cinema queer, ha diretto due documentari sul costumista Piero Tosi e ha ha collaborato con Gianni Amelio per “Felice chi è diverso”, documentario sul rapporto fra società e omosessuali nel Novecento. Famiglia ” racconta la storia vera di una famiglia vittima di un padre violento. Mostra il ventenne luigi Celeste, che vive con la madre e il fratello. I tre sono uniti da un legame profondo: da dieci anni nessuno di loro vede il padre dei ragazzi, che ha funestato la loro infanzia facendoli vivere nella paura e nella prevaricazione. Un giorno quest'uomo torna, rivuole i suoi figli, ma avvelena tutto ciò che tocca. Protagonisti del film Barbara Ronchi, insieme a Francesco Di Leva ea Tecla Insolia . “La famiglia dovrebbe rappresentare il luogo della condivisione, dell'inclusione, dell'amore: invece il termine latino richiama il contratto di dominazione che il pater familias stipulava con i propri servi, e fra i servi erano inclusi i figli e la moglie”, dadi Francesco Costabile. “La storia vera di Luigi Celeste tocca un tema drammatico che ci riguarda, nella cronaca di tutti i giorni”. Il cinema, dice Costabile, è anche uno strumento di impatto sociale: “Nella nostra società che è così approssimativa nella fruizione della cronaca attraverso lo smartphone, la percezione rimane confinata nella morbosità. Le vittime non sono mai veramente raccontate nel profondo. Chi c'è dietro quel nome, dietro quella vittima?”.

81st Venice Film Festival
Italian director Francesco Costabile poses at a photocall of ‘Familia’ at the 81st annual Venice International Film Festival, in Venice, Italy, 1 September 2024. The movie is presented in 'Orizzonti' section at the festival running from 28 August to 07 September 2024.

Tutto nasce dalla storia vera di Luigi Celeste, che nel 2008 ha sparato a suo padre, per proteggere la madre e il fratello dalle violenze e dalla paura. Luigi Celeste, che ha scontato 9 anni di carcere per omicidio, ha raccontato la sua vicenda nel libro “Non sarà sempre così”. “L'obiettivo di questo film”, dice Costabile, “è fare immergere lo spettatore nella profondità dell'abisso in cui si tuffa, e finisce con l'autodistruggersi”. Luigi Celeste è presente all'incontro stampa. “Rivedere la mia storia sullo schermo è stato un impatto emotivo fortissimo. Semplicemente ho pianto . Io ho vissuto con queste persone non solo per due ore di film, ma per una vita intera”. Barbara Ronchi , mentre racconta il suo personaggio, non riesce a trattenere la commozione. “La cosa che mi ha colpito di più del personaggio era la sensazione costante della colpa . Che si sentisse lei in colpa. In colpa per non aver saputo trovare un uomo che potesse adempiere alla funzione di padre dei suoi figli. È un fallimento quando fai una famiglia con un uomo che non è degno di avere una famiglia. Lei si sente in colpa, per aver ripreso in casa quell'uomo. Lei pensa che quest'uomo con i figli possa essere diverso da come è con lei. Lei è stata liberata, ma pagando un prezzo altissimo. Quest'uomo in fondo le ha regalato due uomini che la hanno salvata”. “E' molto complesso arrivare alla decisione di denunciare una persona vicina, di famiglia. È un procedimento complesso, la denuncia non è la fine di tutto, ma il momento iniziale di un processo difficile”. Questa donna, aggiunge Barbara Ronchi, “anche se è una vittima, si sente colpevole”.

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Francesco Di Leva interpreta il marito, un uomo violento, minaccioso. L'uomo che torna a casa, ripreso dalla moglie, un po' per paura, un po' per debolezza, torna a essere violento, accusa la moglie di avere un rapporto incestuoso col figlio. “Un personaggio che è cresciuto a Secondigliano, in un ambiente intriso di patriarcato, che conosco bene”, dice Francesco Di Leva. “Penso a chi sta subendo le violenze nelle proprie famiglie: chi le vive pensa che sia la normalità. Solo l'anno scorso in cinquemila famiglie dei bambini hanno subito violenze , solo per il fatto di frapporsi fra i genitori”. Oggi Luigi Celeste, dopo avere iniziato la sua pena, è un esperto di informatica. Costabile, a proposito dei contenuti del film e del possibile divieto ai minori, dice: “Io so quanto il cinema sia strumento fondamentale per affrontare alcuni argomenti, e ho toccato con molta delicatezza il tema della violenza. La violenza che mostro è soprattutto psicologica”. Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa, che produce il film, dice: “Questo è un film che andrebbe mostrato ai giovani, non il contrario”.