La violenza domestica attraverso gli occhi di una bambina

Dopo il successo come attrice Paz Vega si cimenta come regista di “Rita”, presentato al festival di Locarno in anteprima mondiale. Una storia di un matrimonio tossico, fatto di maschilismo, pregiudizi, abusi familiari, fenomeni di cui si occupa anche fuori dal set

di GIOVANNI BOGANI
17 agosto 2024
Una scena dal film "Rita" di Paz Vega

Una scena dal film "Rita" di Paz Vega

Spagna, 1984. Ci sono gli Europei di calcio in televisione, la Roja è arrivata ai quarti di finale, tutto il Paese sembra in subbuglio. Una bambina di 8 anni vede il padre e la madre litigare sempre: il padre la sgrida se la donna viene derubata nell’autobus, se si dimentica di mettere le birre in frigo, persino se non ordina da bere ad una festa. La sgrida per qualsiasi cosa, le urla “tonta!”, la tratta come una schiava.

Una scena dal film "Rita" di Paz Vega
Una scena dal film "Rita" di Paz Vega

Per il suo primo film da regista, nonostante una fama mondiale da attrice, nonostante i premi, nonostante abbia lavorato a Hollywood con enorme successo, ci ha messo otto anni. Paz Vega, per il suo esordio dietro la macchina da presa, ha scelto una storia di violenza familiare, raccontata attraverso gli occhi di una bambina. “Rita” viene presentato in prima mondiale al festival di Locarno, in piazza Grande. È ambientato nella Spagna del 1984, nella quale la legge sul divorzio è passata da appena due anni, ma dove i pregiudizi sono duri a morire. E il maschilismo anche. E la violenza contro le donne sembra qualche cosa di quasi normale.

“Mi interessava raccontare questa storia attraverso gli occhi di una bimba di otto anni: perché i bambini anno una comprensione immensa delle cose, delle relazioni interpersonali. È una percezione enorme, che perdiamo man mano che diventiamo adulti. Volevo raccontare la vita tossica di un matrimonio violento e come può stravolgere l’esistenza di un bambino”.

Paz Vega – che nel film interpreta anche il personaggio della madre – è impegnata da anni con numerose associazioni contro la violenza domestica. E in questi giorni è al montaggio di un documentario su un centro di accoglienza per donne abusate, che si trova vicino a Madrid. “Da trentun anni questo centro riceve finanziamenti, più di 700 donne sono state in grado di sottrarsi alla spirale di violenza e rifarsi una vita anche grazie a questo centro, e ora rischia di chiudere per mancanza di finanziamenti pubblici: è uno scandalo”, dice Paz Vega. Che ricordiamo, meravigliosa e struggente, in “Spanglish”, in cui interpretava una domestica in casa di Ben Stiller.

Paz Vega (©Bea Hohenleiter)
Paz Vega (©Bea Hohenleiter)

Le chiediamo, in una conversazione in un hotel di Locarno, come si senta rispetto al ritorno della esaltazione della donna “tradizionale”, nella narrazione di molti partiti politici. “È terribile”, dice. “Non capisco come sia possibile, dopo tante lotte, dopo tante difficilissime conquiste, tornare indietro. In Spagna abbiamo avuto una dittatura, che è stata un periodo terribile per le donne, e poi con fatica abbiamo costruito una nuova società, più moderna e più libera. Adesso non capisco che cosa sta succedendo, si sta tornando indietro. La donna, e anche l’uomo, devono essere liberi dai modelli rigidi che hanno plasmato le loro vite nel passato. Anche gli uomini sono vittime, vittime dei modelli maschili che ti dicono che, se porti a casa lo stipendio e vuoi bene ai tuoi figli, allora tutto va bene, tutto ti è concesso. No, non è così. Bisogna che gli uomini sappiano affrancarsi dai modelli machisti, e allo stesso modo che le donne si liberino, sempre più, dalla dipendenza economica rispetto all’uomo, e che diventino padrone del loro destino”.

Paz Vega
Paz Vega

E a proposito di donne padrone del loro destino, le parliamo di “C’è ancora domani”, il film di Paola Cortellesi che racconta una storia per certi tratti simile, di una donna vessata dal marito, umiliata, trattata come poco più di niente. Film che è stato la grande sorpresa della stagione cinematografica italiana. Lei non lo ha visto. Ma, diligentemente, si appunta il nome sul telefono. Appena finita la chiacchierata, va a cercare notizie sul film.