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Regno Unito, cicliste trans escluse dalle gare femminili

Secondo la federazione, la revisione si basa su principi di "equità". L'atleta Emily Bridges: "Un atto violento da parte di un'organizzazione fallita che si impegna in guerre culturali”

di BARBARA BERTI -
27 maggio 2023
Nel Regno Unito le cicliste transgender sono escluse da gare femminili (Instagram)

Nel Regno Unito le cicliste transgender sono escluse da gare femminili (Instagram)

Cicliste transgender escluse da gare femminili: svolta in Regno Unito. Al termine di un processo di revisione e consultazione durato oltre nove mesi, la federazione ciclistica britannica ha vietato alle donne transgender di prendere parte alle competizioni femminili. E ha creato una nuova categoria. La decisione del mondo del ciclismo, fa seguito a quella di altre federazioni sportive britanniche - come quelle di atletica leggera, nuoto, triathlon e rugby – che nei mesi scorsi hanno adottato un analogo criterio di partecipazione.
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Austin Killips è stata, all'inizio di maggio, la prima donna transgender a vincere un tour Uci (Instagram)

In base alle nuove regole, che secondo la federazione British Cycling, si basano su principi di “equità”, le atlete in transizione di genere potranno gareggiare in una categoria aperta, "open", con gli uomini, mentre le gare femminili saranno riservate “a coloro il cui sesso è stato assegnato femminile alla nascita”. La nuova politica si riferisce a tutte le attività competitive - qualsiasi gara o evento che implichi cronometraggio, classifica o premi - ed entrerà in pieno vigore entro la fine di quest'anno. In caso di gare internazionali o comunque organizzate dall'Uci, la federazione mondiale di ciclismo, allora la politica dell'Uci sull'idoneità avrà la precedenza.
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La federazione ciclistica britannica ha vietato alle donne trans di prendere parte alle competizioni femminili (Instagram)

British Cycling: “Garantire l'equità della concorrenza”

In passato la federazione britannica aveva consentito alle donne transgender di partecipare a eventi femminili d'élite, a condizione che venissero rispettati i regolamenti basati sul testosterone. Ma di fronte al dibattito pubblico che ne era scaturito, sull'opportunità di bilanciare il principio dell'inclusione con quello della equità, il vecchio regolamento era stato sospeso, avviando la revisione che ha portato alla decisione attuale.
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In base alle nuove regole, le donne in transizione di genere potranno gareggiare con le donne solo in contesti non competitivi (Instagram)

“Gli ultimi studi di ricerca hanno indicato che le donne transgender, anche se si sottopongono a soppressione del testosterone, mantengono un vantaggio in termini di prestazioni” afferma British Cycling. “Il nostro obiettivo è sempre stato di promuovere l'uguaglianza, la diversità e l'inclusione, garantendo però nel contempo l'equità della concorrenza” aggiunge la federazione. In base alle nuove disposizioni, le donne in transizione di genere potranno ancora gareggiare con le donne in contesti ciclistici non competitivi, come il programma Breeze.
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Secondo la British Cycling "gli ultimi studi di ricerca hanno indicato che le donne transgender, anche se si sottopongono a soppressione del testosterone, mantengono un vantaggio in termini di prestazioni” (Instagram)

"La revisione della politica di nove mesi è stata guidata da un gruppo di lavoro interno, composto da un'ampia gamma di rappresentanti di ciclismo britannico, ciclismo scozzese e ciclismo gallese" recita ancora la nota della British Cycling. E spiega: "Durante questi tempo, il gruppo di lavoro ha realizzato una consultazione mirata composta da 14 focus group e una serie di interviste one-to-one, comprese sessioni dedicate alle donne con licenza di corsa e alle socie transgender e non binarie".

Regno Unito, ecco la nuova categoria "Open"

Secondo questa revisione, quindi, le donne transgender, gli uomini transgender, gli individui non binari e coloro il cui sesso è stato assegnato maschio alla nascita potranno competere nella categoria "Open".
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Commentando la decisione della British Cycling, Bridges ha definito il cambiamento un “atto violento” (Instagram)

La categoria "Femmina" rimarrà in vigore per le atlete il cui sesso è stato assegnato alla donna alla nascita. Questa categoria vale anche per gli uomini transgender che devono ancora iniziare la terapia ormonale. "In questa fase, potranno competere solo nella categoria 'Open' e dovranno assicurarsi di continuare a rispettare i requisiti dell'antidoping del Regno Unito" specifica la British Cycling. Le atlete il cui sesso è stato assegnato alla nascita come femmina potranno anche competere nella categoria "Open", se lo desiderano.

L’attacco di Emily Bridges

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Emily Bridges, la ciclista transgender di più alto profilo della Gran Bretagna (Instagram)

La svolta firmata da British Cycling ha scatenato una serie di polemiche, con il mondo Lgbt in prima fila. In particolare arriva un duro attacco da Emily Bridges, la ciclista transgender di più alto profilo del Paese. Con questo nuovo ordinamento l’atleta non potrà più far parte della squadra femminile britannica. Lo scorso anno, l'Uci, la federazione mondiale di ciclismo, aveva impedito a Bridges di prendere il via alla sua prima gara femminile d'élite, nonostante rispettasse le regole e i parametri vigenti all'epoca.

Lo scorso anno, a Bridges era stato impedito dall'Uci di prendere il via alla sua prima gara femminile d'élite (Instagram)

Commentando la decisione della British Cycling, Bridges ha definito il cambiamento un “atto violento” da parte di una “organizzazione fallita” che “prende soldi dalle compagnie petrolchimiche e si impegna in guerre culturali”. Secondo Bridges, la “British Cycling sta promuovendo un genocidio contro di noi. Iniziano dai divieti dallo sport, guardate cosa sta succedendo negli Stati Uniti”. Non paga, Bridges ha affermato di valutare di lasciare la Gran Bretagna, anche definita “una terribile isola” a causa dell’alto livello di crimini d’odio commessi contro le persone transgender.