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Home » Sport » F1, Piquet nella bufera per frasi su Lewis Hamilton. “Linguaggio razzista è inaccettabile”

F1, Piquet nella bufera per frasi su Lewis Hamilton. “Linguaggio razzista è inaccettabile”

Il brasiliano ha usato un linguaggio razzista per commentare l'incidente tra Hamilton e Verstappen al GP di Silverstone del 2021. Dura condanna da parte della Formula 1 e della Mercedes

Edoardo Martini
29 Giugno 2022
Lewis Hamilton

Lewis Hamilton

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Il tema del razzismo tiene banco in F1. Questa volta nell’occhio del ciclone ci è finito il tre volte campione del mondo Nelson Piquet. Pilota formidabile ma troppe volte sopra le righe come in questo caso. L’episodio risale a qualche mese fa, quando alla vigilia del Gp del Brasile, gli venne chiesta la sua opinione in merito al contatto tra Verstappen e Hamilton a Silverstone.

Nelson Piquet, campione per 3 volte di Formula 1

“Il linguaggio discriminatorio o razzista è inaccettabile”: la condanna della Formula 1

“Il n****etto ha posizionato la macchina in modo che Verstappen non potesse sterzare. Il n****etto l’ha fatto perché sapeva che quella curva non avrebbero potuto farla in due. È stato fortunato che solo l’altra macchina sia andata a sbattere, ha agito in modo sporco.” Quelle frasi passarono inosservata inizialmente. Tuttavia, sono tornate alla ribalta dopo la sospensione del terzo pilota Red Bull Juri Vips, fermato dal team dopo l’uso di espressioni razziste in diretta Twitch. A riportare agli onori della cronaca le parole di Piquet sono stati proprio alcuni media brasiliani come O Globo e CNN Brasile.

La Formula 1 su ha immediatamente rilasciato un comunicato su Twitter nel quale ha condannato il linguaggio adottato dal brasiliano: “Il linguaggio discriminatorio o razzista è inaccettabile in qualsiasi forma e non ha posto nella società. Lewis è un incredibile ambasciatore del nostro sport e merita rispetto. I suoi instancabili sforzi per aumentare la diversità e l’inclusività sono una lezione per molti e qualcosa in cui ci impegniamo in Formula 1.”

Anche la Mercedes è intervenuta immediatamente sui propri profili social a difesa del suo pilota: “Condanniamo con la massima fermezza qualsiasi uso di linguaggio razzista o discriminatorio di qualsiasi tipo. Lewis è stato in prima linea negli sforzi del nostro sport per combattere il razzismo ed è un vero campione della diversità. dentro e fuori pista. Insieme, condividiamo una visione per uno sport automobilistico diversificato e inclusivo e questo incidente sottolinea l’importanza fondamentale di continuare a lottare per un futuro più luminoso.”

Il comunicato della Formula 1 a difesa di Lewis Hamilton

“E’ giunto il momento di agire”: la risposta del pilota inglese

Dopo poco è arrivata anche la risposta di Hamilton. Dopo i tweet della Formula 1 e della Mercedes, anche il pilota inglese, diretto interessato, ha voluto esprimere il suo pensiero sui social network: “È più della lingua. Queste mentalità arcaiche devono cambiare e non hanno posto nel nostro sport. Sono stato circondato da questi atteggiamenti e preso di mira per tutta la mia vita. C’è stato un sacco di tempo per imparare. È giunto il momento di agire.”

Infine è stata la volta della Fia, che sempre sul suo canale Twitter ha espresso la propria solidarietà nei confronti di Hamilton: “La Fia condanna fortemente qualsiasi tipo di linguaggio e comportamento razzista e discriminatorio, che non hanno posto nello sport e nella società. Esprimiamo la nostra solidarietà a Lewis Hamilton e pieno supporto al suo impegno per l’uguaglianza, la diversità e l’inclusione nel mondo dei motori

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  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
Il tema del razzismo tiene banco in F1. Questa volta nell'occhio del ciclone ci è finito il tre volte campione del mondo Nelson Piquet. Pilota formidabile ma troppe volte sopra le righe come in questo caso. L'episodio risale a qualche mese fa, quando alla vigilia del Gp del Brasile, gli venne chiesta la sua opinione in merito al contatto tra Verstappen e Hamilton a Silverstone.
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"E' giunto il momento di agire": la risposta del pilota inglese

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