E’ arrivata all’Accademia di Desio quando sulla direttrice tecnica Emanuela Maccarani scoppiò il caso di abusi che scosse il mondo della ginnastica italiana, dopo le denunce mosse da alcune delle sue atlete. L’atmosfera era tutto fuorché scintillante. “Sono entrata all’Accademia di Desio, a casa Maccarini, nel novembre di due anni fa: proprio quando scoppiò il presunto scandalo della ritmica – racconta a La Stampa Marcella Buonous, psicologa incaricata dal vicepresidente della Federazione ginnastica di vigilare sulla salute delle ragazze – Trovai uno tsunami, erano devastate”.
A ottobre 2022 due delle ginnaste avevano denunciato l’allenatrice raccontando una serie di umiliazioni che nel corso del processo vennero archiviate come “eccesso di affetto”. Maccarani, infatti, a dicembre scorso è tornata in pedana in veste di allenatrice della nazionale, ma il percorso che ha portato al suo rientro non è stato semplice. Soprattutto per le atlete. Destabilizzate non solo nel rapporto con la propria guida, ma anche nel legame tra di loro. “Hanno sequestrato i telefoni alle atlete – ricorda la psicologa ripercorrendo quei momenti – Poco più che adolescenti. Lì c’era il loro mondo. Esperienza durissima per tutte. Poi, è iniziato un lavoro minuzioso anche con lo staff”.
L’impegno di Buonous è stato quello di riportare armonia e serenità nelle singole ragazze e quindi nel gruppo, in vista proprio di queste Olimpiadi. “È stato un punto zero – dice ancora a La Stampa – Siamo partite con la preparazione mentale. Quindi attenzione alla concentrazione, alla routine pre-gara e alla riattivazione. È un gruppo coeso, ma le ragazze sono una diversa dall’altra. Ora ogni atleta ha una respirazione personalizzata. E poi c’è quella del sonno”.
Un lavoro delicato e minuzioso, che ha portato le ginnaste sul palcoscenico parigino che oggi le vede assolutamente protagoniste. “Farfalle? Non so se si chiameranno ancora così. Forse cambieranno il nome, saranno Guerriere”.