“Joelettando nella biodiversità”: il progetto di Mugello Outdoor che rende inclusivo il trekking

Grazie all’acquisto di una joelette, i volontari dell’associazione sportiva fiorentina aiutano i ragazzi e le ragazze con mobilità ridotta o assente nel percorrere i sentieri boschivi in totale sicurezza

di MARCO PILI -
10 maggio 2024
La joelette impiegata nella decima edizione dell'Ultra Trail Mugello

La joelette impiegata nella decima edizione dell'Ultra Trail Mugello

Escursionismo, trail running e trekking, con le bellezze e le sfide che ognuna di queste discipline comporta, offrono esperienze uniche per coloro che amano trascorrere del tempo e vivere esperienze immersi nella natura. Attività uniche nei propri connotati che, nonostante gli innumerevoli aspetti benefici che le caratterizzano, si prestano poco all'introduzione dei valori di inclusività, in particolar modo quelli di accessibilità motoria.

L’ostilità degli ambienti nei quali si snodano i tracciati abitualmente percorsi dagli amanti dei panorami montani rende spesso impossibile l’accesso alle persone con mobilità ridotta o assente, privandole di alcuni aspetti che la natura incontaminata può offrire. È in questo contesto che nasce la volontà della società sportiva Mugello Outdoor ASD, da molti anni ben inserita nel panorama delle discipline outdoor, di ampliare la partecipazione alle proprie uscite sociali, rendendole sempre più inclusive tramite l’acquisto di una Joelette.

Ne parliamo con Giovanni Zorn, Lorenzo Manfriani, Bernardo Loli e Sabrina Gargani, rispettivamente presidente e consiglieri di Mugello Outdoor ASD.

Qual è la realtà associativa che ha dato vita al progetto “Joelettando nella biodiversità”?

“Mugello Outdoor è nata nel dicembre 2013 dalla volontà di cinque persone, che si sono unite con lo scopo di creare l’Ultra Trail Mugello, una manifestazione sportiva giunta alla decima edizione, che si è tenuta sabato 27 e domenica 28 aprile. Ad esse si è aggregato un gruppo sia di volontari, che volevano condividere il progetto, sia di atleti, che volevano poi partecipare ad altre gare. Ad oggi siamo circa 80”, afferma Zorn.

La joelette permette anche a chi ha mobilità ridotta o assente di fare escursioni outdoor
La joelette permette anche a chi ha mobilità ridotta o assente di fare escursioni outdoor

“Fin dall'inizio, l’obiettivo principale è stato quello di portare più persone possibili a vivere un territorio che è ricco di natura e storia, con il valore fondamentale della condivisione e dell’inclusione. Negli anni, questa condivisione è diventata un valore sempre più importante, tanto che già cinque anni fa uno dei ristori del Trail è stato gestito interamente da una cooperativa sociale con ragazzi diversamente abili. Questo è stato solo il primo passo di integrazione.

Il secondo passo è stato compiuto quando, l’anno scorso, è stato inserito nel programma della manifestazione il trekking della biodiversità, che ha affiancato le gare. È un percorso ideato per poter ampliare la gamma di persone che vivono e condividono il territorio. Lo scorso anno, all'interno di questo trekking, erano presenti persone con disabilità di vario tipo. Un processo in crescendo, che ha dato vita al progetto della joelette”.

“L’inaugurazione della joelette, nel sabato e nella domenica della manifestazione, ci ha regalato un’emozione molto forte”, aggiunge Lorenzo Manfriani. “Grazie a questo mezzo possiamo finalmente condividere una gioia molto forte con persone che, in autonomia, non potrebbero raggiungere i luoghi e vivere le atmosfere che così tanto ci affascinano”.

Da dove è nata l’idea di integrare la joelette nell’ecosistema associativo?

“Ho visto la joelette per la prima volta su una rivista del Club Alpino Italiano”, afferma Bernardo Loli. “Questo apparecchio ha una distribuzione molto rarefatta, concentrata nelle zone appenniniche. Avendo anche io una figlia con disabilità, ero curioso di capire di cosa si trattasse. Questo dispositivo può essere comprato solo in Francia dal produttore, essendo oggetto di brevetto”.

La joelette lungo il percorso adeguato
La joelette lungo il percorso adeguato

Qual è stato il processo di integrazione di questo dispositivo nelle attività della Mugello Outdoor?

“Dunque, il primo passaggio è stato un sondaggio sui costi. L’idea iniziale era quella di ospitare all'interno della manifestazione le joelette delle altre associazioni. Però, ci siamo resi ben presto conto che il nostro scopo principale era appunto quello di metterci qualcosa di nostro, metterci noi stessi a disposizione, rendendo uno sport individuale una disciplina di squadra.

La joelette riprende a piano questo concetto, dal momento in cui condurla necessita che più persone collaborino. Sono necessari almeno due portatori, uno avanti e uno dietro la carrozzella che, essendo mono ruota, permette di mantenere una posizione verticale anche su sentieri scoscesi.

Dal primo sondaggio sui costi abbiamo capito che questi non erano sostenibili per un’associazione che non ha introiti elevati, proprio come la nostra. Ad una prima raccolta di offerte è seguita la partecipazione ad un bando emesso da Publiacqua, finalizzato alla realizzazione di progetti di inclusione sportiva. Il progetto richiedeva anche l'adeguamento di un sentiero appositamente individuato, che rendesse raggiungibile un luogo altrimenti irraggiungibile per una persona con ridotta mobilità.

Dunque, abbiamo individuato un luogo particolarmente ricco per la sua biodiversità ambientale e faunistica a Badia di Moscheta, dove ogni anno si svolge l’Ultra Trail Mugello. Questo ha permesso di inaugurare la Joelette in concomitanza con l’evento, rendendola parte integrante e visibile al nostro pubblico. Un evento tale da includere ogni partecipante nell’atmosfera dello sport, e in grado di far gioire ognuno assieme a tutti i concorrenti.

Ma il bando ha unicamente gettato la base per la realizzazione di questo progetto. Da quel momento in poi abbiamo chiesto aiuto ai nostri affezionati sostenitori tramite una campagna di crowdfunding. Contemporaneamente, si è manifestata la disponibilità di due aziende private, Forno Carnevali e Fasep 2000 S.r.l. che, essendo particolarmente sensibili a questa tematica, ci hanno che ci hanno permesso di raggiungere l'obiettivo”.

La joelette sperimentata nell'Ultra Trail Mugello
La joelette sperimentata nell'Ultra Trail Mugello

Quali sono stati i principali feedback che vi sono arrivati dopo l’inaugurazione?

“Sui social, nei giorni che hanno seguito l’ultima edizione dell’Ultra Trail, siamo stati investiti da un’emozione forte. Molte persone ci hanno ringraziati, si sono emozionate. In due giorni abbiamo fatto provare la carrozzella a un ragazzo e ad una ragazza con disabilità. Evelyn, che ha provato la Joelette il secondo giorno, è rimasta colpita e si è emozionata molto durante l’attività, ridendo durante tutto il tragitto. La corsa, in questo modo, viene trasformata da uno sport individuale a uno sport di squadra, dove le gambe dei conduttori devono girare all’unisono, permettendo anche a noi di vivere un’esperienza fortemente introspettiva”, aggiunge Lorenzio Manfriani.

“Portare una persona in un ambiente naturale, completamente diverso da quello in cui si vive, ha una funzione terapeutica scientificamente provata a livello emozionale”, prosegue Bernardo Loli. “Ci è sembrato giusto metterci a disposizione per aiutare chi non ha le stesse capacità motorie che abbiamo noi, mettendo le nostre capacità a disposizione. Siamo diventati una piccola famiglia, una comunità che per noi vuole essere un punto di partenza. Siamo felici di aver avviato questo progetto che, come già detto, è molto raro sul territorio italiano e nella provincia di Firenze”.

Quanto può costare uno strumento come questo? Il costo può essere un ostacolo alla diffusione di progetti come il vostro?

“Grossomodo il costo è di circa 5mile euro. Non sono prezzi proibitivi per molte associazioni che hanno introiti stabili, a differenza del nostro gruppo. Ma ciò che fa realmente la differenza non è il costo, ma la disponibilità dei conduttori. Molti di noi hanno esperienze nel ciclismo fuoristrada, nel trekking e nel trail. Condurre un mezzo come la joelette richiede una certa predisposizione e un allenamento in grado di sostenere questo tipo di attività”, sostiene Bernardo.

“Ognuno di noi ha messo a disposizione le proprie abilità per costituire questa piccola ma grande famiglia, una comunità di più persone che si alternano nel mantenere stabile questo mezzo, che con le sue peculiarità ne limita ulteriormente la diffusione”.

L'iniziativa "Joelettando nella biodiversità"
L'iniziativa "Joelettando nella biodiversità"

Dopo l’Ultra Trail, quali sono i progetti futuri che coinvolgeranno la joelette? Come coinvolgerete i conduttori all’interno dell’associazione?

“A maggio organizzeremo la seconda edizione del Vertical di Monte Pratone, durante la quale stiamo cercando di organizzare un’altra escursione con la joelette. Stiamo cercando di individuare la disponibilità sia degli atleti che condurranno la carrozzina, sia dell’atleta che vi si siederà dentro”, ci spiega Lorenzo Manfriani. “L’idea sarebbe quella di renderlo un appuntamento stabile, così da non rendere riconducibile il tutto a un solo episodio l’anno.

Vogliamo essere un’associazione aperta e il più inclusiva possibile, ovviamente nei limiti del volontariato. Chiunque fosse interessato a prendere parte a queste escursioni, sia da conduttore che da passeggero, può contattarci a [email protected], e saremo ben lieti di informarlo sull’organizzazione delle nostre uscite associative”.

“Il nostro desiderio, come volontari, è quello di accompagnare chi non ha la possibilità di farlo in autonomia in luoghi che noi amiamo vivere in ogni stagione. Quindi, perché no, vorremmo provare anche a superare l’ostacolo più insormontabile di tutti quando facciamo trail: la neve. Vorremmo far vivere loro qualcosa di mai sperimentato, un ambiente naturale immacolato che porta unicamente benefici”, conclude Bernardo Loli.