Continua la lotta di Lewis Hamilton a fianco della comunità Lgbtq+. Questa volta il sette volte campione del mondo si è schierato contro il governatore della Florida, il repubblicano Ron DeSantis. Il motivo è l'approvazione di una legge che è stata ribattezzata dai critici "Don't Say Gay Law", perché vieta di discutere a scuola della sessualità e dell'identità di genere con i bambini più piccoli.
"Indosserò la bandiera arcobaleno sul casco"
Da sempre in prima fila per i diritti civili e per l'uguaglianza, il pilota ha commentato così il nuovo decreto: "Ho letto e sentito alcune decisioni prese dal governo e non sono d’accordo e non le sostengo". "Continuo a stare dalla parte della comunità Lgbtq. Mentre sono qui, continuerò a sostenere la comunità anche solo per il fatto di essere qui" sono ancora le parole del pilota. Per dare un forte segnale, l'inglese ha deciso di scendere in pista sul circuito di Miami con un casco arcobaleno: "Questo fine settimana indosserò la bandiera arcobaleno sul casco e voglio continuare a sostenere la comunità di qui e far sapere che sono al loro fianco". "Spero che continuino a lottare contro questo fenomeno. Non sono gli abitanti di Miami a prendere queste decisioni, ma le persone al governo e questo è il problema" dice l'inglese. Il Gran Premio di Miami sarà solo il primo dei tre appuntamenti che si disputeranno negli Stati Uniti quest'anno. Inoltre, Hamilton ha voluto lanciare qualche critica sulla questione aborto: "Adoro essere negli Stati Uniti, ma non posso ignorare quello che sta succedendo in questo momento e quello che alcuni membri del governo stanno cercando di fare alle donne che vivono qui". "Tutti dovrebbero avere il diritto di scegliere cosa fare con il proprio corpo. Non possiamo lasciare che questa scelta venga portata via".Le battaglie precedenti del pilota inglese
Ovunque vada il campione del mondo è visto come l'eroe di coloro che vengono discriminati per la loro razza o per l'orientamento sessuale. Ci ricordiamo infatti la sua forte preoccupazione per l'arretratezza dal punto di vista dei diritti umani di alcuni Paesi ricchi che da qualche anno ospitano la Formula 1, come l'Arabia Saudita o il Bahrain oppure la lotta in Ungheria contro Orban per le leggi anti-gay definendole "inaccettabili e codarde". In aggiunta a questo il pilota inglese ha spesso manifestato in pista a favore del movimento Black Lives Matter, coinvolgendo spesso altri suoi colleghi. Celebre a tal proposito fu la partecipazione, nel 2020, alla manifestazione di Londra conclusa ad Hyde Park dove l'inglese lanciò un forte messaggio sui social indirizzato a tutte quelle persone che non avevano preso posizione e non si erano ancora espresse riguardo al movimento di protesta nato a seguito dell’omicidio di George Floyd."Il vostro silenzio è ancora assordante. Potete anche non essere razzisti, ma abbiamo bisogno che tutti dimostrino di essere contrari al razzismo. Con questo voglio dire che è necessario che ognuno di noi impari a educare se stesso e gli altri" le parole del campione in quell'occasione. "Parlate per aiutarci a rendere consapevoli le persone delle ingiustizie e dei pregiudizi che le persone di colore affrontano ogni giorno, e lo fanno da centinaia di anni. Non possiamo più tacere oggi!" aveva aggiunto. E ancora: "Abbiamo bisogno della vostra voce, abbiamo bisogno che voi usciate dalla vostra comfort-zone e che prendiate posizione. Incoraggiate la vostra famiglia, i vostri amici e i vostri colleghi, solo così potremo aiutare il mondo a cambiare".Visualizza questo post su Instagram