“Smettiamola di guardare sempre quello che non abbiamo”: la lezione di mister Velasco

Il ct dell’Italvolley femminile, dopo aver portato la squadra in finale, tira le orecchie a giornalisti e commentatori e ci ricorda quanto spesso sottovalutiamo gli obiettivi che si raggiungono

di CHIARA CARAVELLI
9 agosto 2024
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Paola Ogechi Egonu, Monica de Gennaro e il coach Julio Velasco (Photo by PATRICIA DE MELO MOREIRA / AFP)

Mancano pochi giorni all’appuntamento dell’Italvolley femminile con la storia. Le ragazze allenate da Julio Velasco scenderanno in campo domenica alle 13 per giocarsi l’oro contro gli Stati Uniti. La prima finale olimpica della storia. In attesa di quel momento, è stato proprio il ct a dare una grandissima lezione di sport e di vita parlando al termine della sfida in semifinale, vinta dalle azzurre con un secco 3-0 contro la Turchia.

Il ct della Nazionale ha posto l’accento sulla questione dell’oro mancante, soprattutto dopo la sconfitta dell’italvolley maschile contro la Francia in semifinale: "Dobbiamo smettere – così Velasco – di parlare dell’oro che manca, mi riferisco soprattutto ai giornalisti. Secondo me è deleterio per la squadra maschile e per tutti. È un modo di fare tipicamente italiano: si vede sempre quello che manca; l’erba del vicino è sempre più verde; gli altri sono bravi ecc… È una filosofia di vita che non va bene, l’oro olimpico arriverà quando arriverà, ma non deve essere l’obiettivo perché ci sono tante squadre forti. Si può vincere e si può perdere, l’importante è dare il massimo. Quando si dà tanta responsabilità, specialmente alla squadra maschile, ecco quello che succede”.

Una grandissima lezione di Velasco anche a fronte delle pesanti critiche che sono arrivate nei confronti dei ragazzi di Fefè De Giorgi al termine della semifinale.

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Una grandissima lezione che arriva dopo delle Olimpiadi abbastanza discusse sotto questo punto di vista, a partire dal commento al vetriolo di Elisa Di Francisca contro Benedetta Pilato al termine della gara della diciannovenne nuotatrice azzurra che si è piazzata quarta nei cento metri rana. Pilato ha pianto davanti ai microfoni dei giornalisti dicendo che, nonostante non fosse arrivata la medaglia, quello era il giorno più felice della sua vita. E come darle torto, partecipare a un Olimpiade a soli 19 anni e arrivare quarta per un centesimo. Di Francisca aveva commentato, scatenando una bufera sui social e non solo, "non so se ci è o ci fa, non voleva andare sul podio e allora che c’è andata a fare?".

L’ex schermitrice si è poi scusata, ma il suo commento ha innescato una serie di reazioni da parte di altri atleti azzurri che hanno voluto rimarcare l’importanza anche solo di partecipare a un Olimpiade, di essere contenti di quello che si è portato, di aver raggiunto un traguardo che molti di loro neanche avrebbero pensato possibile. È lo sport, come ha detto bene Velasco, si vince e si perde, ma non per questo chi perde vale meno di chi vince. Non è una medaglia che fa un atleta e troppo spesso in questi Giochi parigini si è perso il vero spirito dell’Olimpiade. Le parole del ct dell’Italvolley femminile sono una lezione non solo di sport, ma anche di vita. Una lezione che dovremmo imparare tutti: imparare a pensare a ciò che abbiamo, anziché a quello che manca.