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Home » Sport » Qatar 2022, la favola arriva dall’Africa: Marocco prima squadra del mondo arabo ai quarti

Qatar 2022, la favola arriva dall’Africa: Marocco prima squadra del mondo arabo ai quarti

I Leoni dell'Atlante sfideranno il Portogallo sabato 10 dicembre, per continuare il loro sogno. Perché sul campo tutti possono essere uguali e battere le disuguaglianze

Edoardo Martini
9 Dicembre 2022
La nazionale di calcio del Marocco

La nazionale di calcio del Marocco

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Si sa, il calcio è lo sport più bello del mondo. Sul campo tutti i giocatori sono uguali, una nazione di 37 milioni di abitanti può sconfiggerne una di 47, Davide può vincere contro Golia ancora una volta. È questa anche la favola della nazionale di calcio del Marocco, che ai Mondiali in Qatar ha battuto la Spagna ai calci di rigore. Il successo è un evento di portata storica: è infatti la prima volta dei Leoni dell’Atlante ai quarti di finale. La prima squadra del mondo arabo ad arrivare così lontano, visto che a fare questo salto, finora, erano state Camerun, Senegal e Ghana, tutte formazioni subsahariane.

I calciatori marocchini festeggiano dopo la vittoria contro la Spagna

Il campo da calcio dove le disuguaglianze si azzerano

L’impresa è data anche dal fatto che a riuscirci è stato un Paese in cui, probabilmente, il calcio è uno degli ultimi ‘problemi’ di cui occuparsi. Infatti, nonostante i progressi registrati negli ultimi 25 anni, la popolazione è vittima di profonde disuguaglianze socio-economiche che penalizzano soprattutto i giovani e le donne. In pratica il 10% della popolazione più ricca ha un livello di vita in media 12 volte superiore a quello del 10% della popolazione più povera, uno scarto che non accenna a diminuire dal 1990. Ma dentro lo stadio tutto questo si azzera. Non a caso il Marocco è una squadra che fa della collettività la propria forza, studia l’avversario in maniera maniacale ed adotta tutte le contromosse possibili in campo. Per la vittoria finale contro i ben più quotati campeones sono serviti i rigori, dove la squadra di Hoalid Regragui non ha sbagliato nulla, aggiudicandosi uno storico passaggio ai quarti che fa tanto “favola degli eterni perdenti“. Insomma la vittoria inattesa ma desiderata di chi crede nella rivalsa, di chi, con quei calci al pallone spera in un momento di gloria, quella vittoria a loro quasi sempre negata. Ma lo sport non li considera perdenti, anzi concede loro una possibilità partendo da uno svantaggio, li esalta nel confronto col vincente o presunto tale e celebra la loro volontà di credere di potercela fare, soprattutto quando nessuno crede in loro.

L’italiano ai quarti di finale

Walid Cheddira, l’unico calciatore italiano ai Mondiali in Qatar

Tra le file marocchine milita anche l’unico giocatore italiano presente ai quarti di finale dei Mondiali senza l’Italia, Walid Cheddira. Nato a Loreto, in provincia di Ancona, e cresciuto, da sempre in squadre italiane, Walid poteva giocare per la nostra nazionale ma ha deciso di onorare le proprie radici: “Ci penso, certo che ci penso, di essere l’unico italiano. Io mi sento di rappresentare il Marocco, ovviamente, in campo. Avendo doppio passaporto, avrei potuto giocare per entrambi i Paesi. Ma ha chiamato il mister Regragui, ho sentito subito una grande fiducia e ho risposto presente. Il Marocco sono le mie radici. È incredibile, questa serata è la storia della nazionale. La prima volta ai quarti di finale. Ma adesso dobbiamo ricordarci che abbiamo un’altra partita tra quattro giorni, Inshallah”.

Il tabellone completo

ll tabellone con tutti gli accoppiamenti fino alla finalissima. Fonte: Calciodangolo.com

Con la vittoria larga del Portogallo sulla Svizzera che ha chiuso gli ottavi di finale, entriamo nel vivo della fase finale dei Mondiali 2022 in Qatar. Ecco il tabellone dei quarti di finale:

Venerdì 9 dicembre

Croazia-Brasile, ore 16

Olanda-Argentina, ore 20

Sabato 10 dicembre

Marocco-Portogallo, ore 16

Inghilterra-Francia, ore 20

Le semifinali si giocheranno il 13 e il 14 dicembre alle ore 20. Seguirà poi la finale per il terzo e il quarto posto il 17 dicembre alle ore 16. La finalissima, invece, andrà in onda il 18 dicembre alle ore 16.

 

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Si sa, il calcio è lo sport più bello del mondo. Sul campo tutti i giocatori sono uguali, una nazione di 37 milioni di abitanti può sconfiggerne una di 47, Davide può vincere contro Golia ancora una volta. È questa anche la favola della nazionale di calcio del Marocco, che ai Mondiali in Qatar ha battuto la Spagna ai calci di rigore. Il successo è un evento di portata storica: è infatti la prima volta dei Leoni dell'Atlante ai quarti di finale. La prima squadra del mondo arabo ad arrivare così lontano, visto che a fare questo salto, finora, erano state Camerun, Senegal e Ghana, tutte formazioni subsahariane.
I calciatori marocchini festeggiano dopo la vittoria contro la Spagna

Il campo da calcio dove le disuguaglianze si azzerano

L'impresa è data anche dal fatto che a riuscirci è stato un Paese in cui, probabilmente, il calcio è uno degli ultimi 'problemi' di cui occuparsi. Infatti, nonostante i progressi registrati negli ultimi 25 anni, la popolazione è vittima di profonde disuguaglianze socio-economiche che penalizzano soprattutto i giovani e le donne. In pratica il 10% della popolazione più ricca ha un livello di vita in media 12 volte superiore a quello del 10% della popolazione più povera, uno scarto che non accenna a diminuire dal 1990. Ma dentro lo stadio tutto questo si azzera. Non a caso il Marocco è una squadra che fa della collettività la propria forza, studia l’avversario in maniera maniacale ed adotta tutte le contromosse possibili in campo. Per la vittoria finale contro i ben più quotati campeones sono serviti i rigori, dove la squadra di Hoalid Regragui non ha sbagliato nulla, aggiudicandosi uno storico passaggio ai quarti che fa tanto "favola degli eterni perdenti". Insomma la vittoria inattesa ma desiderata di chi crede nella rivalsa, di chi, con quei calci al pallone spera in un momento di gloria, quella vittoria a loro quasi sempre negata. Ma lo sport non li considera perdenti, anzi concede loro una possibilità partendo da uno svantaggio, li esalta nel confronto col vincente o presunto tale e celebra la loro volontà di credere di potercela fare, soprattutto quando nessuno crede in loro.

L'italiano ai quarti di finale

Walid Cheddira, l'unico calciatore italiano ai Mondiali in Qatar
Tra le file marocchine milita anche l'unico giocatore italiano presente ai quarti di finale dei Mondiali senza l'Italia, Walid Cheddira. Nato a Loreto, in provincia di Ancona, e cresciuto, da sempre in squadre italiane, Walid poteva giocare per la nostra nazionale ma ha deciso di onorare le proprie radici: "Ci penso, certo che ci penso, di essere l'unico italiano. Io mi sento di rappresentare il Marocco, ovviamente, in campo. Avendo doppio passaporto, avrei potuto giocare per entrambi i Paesi. Ma ha chiamato il mister Regragui, ho sentito subito una grande fiducia e ho risposto presente. Il Marocco sono le mie radici. È incredibile, questa serata è la storia della nazionale. La prima volta ai quarti di finale. Ma adesso dobbiamo ricordarci che abbiamo un'altra partita tra quattro giorni, Inshallah".

Il tabellone completo

ll tabellone con tutti gli accoppiamenti fino alla finalissima. Fonte: Calciodangolo.com
Con la vittoria larga del Portogallo sulla Svizzera che ha chiuso gli ottavi di finale, entriamo nel vivo della fase finale dei Mondiali 2022 in Qatar. Ecco il tabellone dei quarti di finale: Venerdì 9 dicembre

Croazia-Brasile, ore 16

Olanda-Argentina, ore 20

Sabato 10 dicembre Marocco-Portogallo, ore 16

Inghilterra-Francia, ore 20

Le semifinali si giocheranno il 13 e il 14 dicembre alle ore 20. Seguirà poi la finale per il terzo e il quarto posto il 17 dicembre alle ore 16. La finalissima, invece, andrà in onda il 18 dicembre alle ore 16.  
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