Paralimpiadi, sarà il velocista cieco Atangana il portabandiera della Squadra Rifiugiati

Una grande emozione per l'atleta che ha perso la vista da bambino: "Mi vedo come un grande campione, colui che ha realizzato i suoi sogni". Saranno due le guide e otto gli atleti che rappresenteranno oltre 120 milioni di sfollati in tutto il mondo

di EDOARDO MARTINI
26 agosto 2024
Atangana sarà il portabandiera della Squadra Paralimpica dei Rifugiati (Paralympic.org)

Atangana sarà il portabandiera della Squadra Paralimpica dei Rifugiati (Paralympic.org)

E' tutto pronto, e non poteva essere altrimenti visto che mancano soltanto due giorni, per la cerimonia d'apertura delle Paralimpiadi di Parigi. Un'emozione enorme per gli atleti qualificati, ma immaginatevi ad essere anche scelti come portabandiera per la vostra nazionale. A guidare gli azzurri e le azzurre saranno, come già annunciato, Luca Mazzone e Ambra Sabatini, che hanno ricevuto il tricolore dalle mani del presidente Mattarella insieme ai colleghi olimpici nella cerimonia di giugno. 

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E per la Squadra Paralimpica dei Rifugiati, questo importante e prestigioso ruolo verrà ricoperto dal velocista di atletica leggera Guillaume Junior Atangana, insieme alla sua guida podistica e collega rifugiato, Donard Ndim Nyamjua. A rivelarlo l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), che ha anche aggiunto che, in rappresentanza di oltre 120 milioni di sfollati in tutto il mondo, gli otto atleti e le due guide formeranno la Squadra Paralimpica Rifugiati (Rpt) più numerosa di sempre, dopo il debutto alle Paralimpiadi di Rio 2016 con due atleti.

La storia di Atangana

Dopo la scelta il velocista ha dichiarato: "Sono molto commosso e felice. Mi fa venire i brividi. Me lo immagino già nella mia testa. Mi vedo come un grande campione, colui che ha realizzato i suoi sogni". Ma Atangana un campione lo è già anche nella vita vera. Dopo aver perso la vista da bambino, l'atleta pensava che i sogni di diventare un grande sportivo fossero ormai impossibili da realizzare. Non ha però mai mollato e si è dedicato all'atletica paralimpica e allo sprint classificandosi quarto nei 400m T11 alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, mancando di poco la medaglia. 

"Sei un esempio importante per gli altri atleti rifugiati"

A dare la bellissima notizia a Atangana è stato, in una videochiamata al campo di allenamento della squadra a Reims, in Francia, direttamente Andrew Parsons, presidente del Comitato paralimpico internazionale. "Sei stato scelto per la tua storia, per l'atleta che sei. Sei un esempio importante per altri atleti rifugiati e per altri atleti provenienti da diverse parti del mondo che hanno passato quello che hai passato tu", ha detto Parsons, concludendo: "Questa squadra paralimpica di rifugiati è una delle grandi storie delle Paralimpiadi di Parigi 2024. Ognuno di questi atleti ha superato enormi difficoltà per arrivare fin qui e ha un messaggio convincente da condividere con il mondo. Sono tutti grandi campioni dello sport".

La Squadra paralimpica rifugiati 

Gli otto atleti rifugiati sono ospitati in sei Paesi e gareggeranno in sei sport: para atletica, para powerlifting, para tennis da tavolo, para taekwondo, para triathlon e scherma in carrozzina. Il primo membro della Rpt a gareggiare il primo giorno sarà la star del parataekwondo Zakia Khudadadi, campionessa europea nel 2023 nella categoria 47 kg. Khudadadi è una sostenitrice dei diritti delle donne di tutto il mondo ed è balzata agli onori delle cronache dopo una straziante fuga dal suo Paese pochi giorni prima di Tokyo 2020. 

18 milioni di persone con disabilità sfollate

A livello globale, si stima che almeno 18 milioni di persone con disabilità siano state sfollate con la forza dalle loro case, a causa di guerre, conflitti, violenze e violazioni dei diritti umani. Molte di esse sono esposte a rischi maggiori di violenza, discriminazione, sfruttamento e abuso, e incontrano ostacoli nell'accesso a supporto, assistenza, istruzione, opportunità sportive e di sostentamento. "La squadra paralimpica dei rifugiati è un'ispirazione per tutti noi. Questi incredibili atleti hanno superato avversità inimmaginabili per raggiungere l'apice del successo sportivo", ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. "La loro presenza sul palcoscenico mondiale invia un messaggio di speranza a milioni di rifugiati in tutto il mondo e a tutti noi. Questa straordinaria squadra ci ricorda quanto sia importante per le persone con disabilità avere la possibilità di partecipare pienamente alla società su base paritaria".