Parigi 2024, confronto di culture e costumi: azzurre in bikini ed egiziane coperte da testa a piedi

Valentina Gottardi e Marta Menegatti hanno sconfitto le avversarie Marwa Abdelhady Magdy e Doaa el-Ghobashy due set a zero, ma la fotografia dell’incontro è il simbolo dei valori olimpici multiculturali

di MARIANNA GRAZI -
30 luglio 2024
Parigi: caldo al beach volley, azzurre battono egiziane velate

Beach volley, le azzurre battono le egiziane velate 2-0

Le Olimpiadi sono anche questo: una partita al Tour Eiffel Stadium diventa una sfida – sul campo – tra civiltà, un confronto tra due culture diverse che trovano ai giochi uno spazio di espressione senza pregiudizi, nel rispetto dei valori dello sport di universalità e accoglienza di tutte le differenze.

Valentina Gottardi e Marta Menegatti, le azzurre del bech volley hanno superato per due set a zero (21-16 e 21-10) le ragazze egiziane Marwa Abdelhady Magdy e Doaa el-Ghobashy nell’incontro della fase a gironi del torneo femminile. Ma è il colpo d’occhio sul campo di gioco a lasciare a bocca aperta: le italiane si sono presentate con la tenuta ufficiale in bikini blu e bianco mentre le avversarie avevano come tenuta di gioco una lunga tuta nera con maniche e calzamaglia, con sopra una t-shirt rossa e l’immancabile velo a coprire i capelli. 

Due divise diametralmente opposte, la prima che lascia le giocatrici molto scoperte, la seconda sicuramente più coprente, nel rispetto dei dettami islamici. Ma se sul tema kit ufficiali per le atlete di alcuni sport ci sono state in passato molte polemiche legate al disagio che queste possono provare indossandoli, così come si sono fatte molte discussioni riguardo la possibilità/volontà di indossare l’hijab durante le gare internazionali per le donne musulmane, la fotografia dell’incontro di oggi è un simbolo di inclusione e rappresentatività incredibile.

Un bell’esempio di come due stili di vita così lontani possano incontrarsi sullo stesso campo di gioco, nel rispetto l’uno dell’altro, perché dovrebbe essere normale vedere una ragazza egiziana, o iraniana o afghana, ma anche europea di fede islamica, fare sport ai massimi livelli indossando il velo volontariamente, per scelta propria, perché simbolo della sua cultura. E sì, anche indossando una tuta integrale, per coprire il corpo. Abdelhady Magdy e el-Ghobashy sono apparse sorridenti, felici di trovarsi nel contesto olimpico sognato dagli sportivi e dalle sportive di tutto il mondo, agguerrite. E anche se sono state sconfitte dalle nostre azzurre e nella prima partita contro il contro il duo brasiliano, queste ragazze stanno dando un bellissimo messaggio di rappresentatività per tantissime altre donne e giovani che invece fanno fatica a far valere anche i loro diritti più elementari. 

Nonostante Dua Al-Gabbashi, classe 1996, sia ormai una veterana dei Giochi, visto che ha rappresentato l'Egitto alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 dopo aver vinto la Coppa africana di beach volleyball 2015 in Nigeria, per il due egiziano essersi qualificate alle Olimpiadi, poter indossare la divisa coi colori della nazionale – comunque sia fatta – è comunque una conquista.