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Sarina Wiegman, ct dell'Inghilterra donne, al posto di Southgate nella nazionale maschile?

Per la FA l'allenatrice può avere "tutto ciò che vuole", dopo aver condotto le Leonesse alla finale mondiale. Ma sulla parità di retribuzione c'è ancora da lavorare

di MARIANNA GRAZI -
19 agosto 2023
Sarina Wiegman

Sarina Wiegman

È riuscita nell'impresa di guidare le Leonesse fino alla finale del Mondiale femminile in Australia e Nuova Zelanda. La nazionale inglese domenica 20 agosto giocherà contro la Spagna per il titolo di campione del mondo. E proprio per il suo ruolo di commissario tecnico della nazionale che ora Sarina Wiegman, stando a quanto annunciato dalla Football Association dopo la proposta di farle una statua, "Può avere tutto quello che vuole, è stata incredibile". Mark Bullingham, Ceo della FA, ha quindi spiegato che è effettivamente in corso la realizzazione di un monumento fuori da Wembley, per commemorare la storica vittoria delle britanniche agli Europei, anche se si tratterà di un tributo alla squadra, piuttosto che a un singolo individuo. Ma Wiegman, in realtà, non può avere proprio tutto.

Chi è Sarina Wiegman

Nata a L'Aia il 26 ottobre 1969, ex calciatrice olandese e oggi allenatrice, ct della nazionale femminile inglese, la 53enne nel 2001 è stata la prima giocatrice olandese a raggiungere le 100 presenze nella nazionale orange.
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Wiegman è stata una centrocampista olandese, poi ha guidato vari club prima di guidare le Orange alla vittoria dell'Europeo nel 2017 e nel 2022 ha replicato con la nazionale inglese femminile

Nella sua carriera agonistica ha inizialmente ricoperto il ruolo di centrocampista per passare, alla fine, al reparto difensivo. Dopo il suo ritiro, avvenuto nel 2003, Sarina ha iniziato ad allenare prima nei club dell'Olanda (è stata responsabile tecnico delle squadre femminili del Ter Leede e del ADO Den Haag), poi, nel 2014 è entrata nell'orbita della nazionale olandese, inizialmente come assistente di Roger Reijners. Ne ha preso anche il posto ad interim fino all'arrivo di Arjan van der Laan e infine lo ha sostituito definitivamente nella conduzione tecnica della squadra, con la quale ha vinto il campionato europeo 2017. Dal 2021 guida invece la nazionale inglese, con la quale ha vinto gli Europei lo scorso anno.

L'impresa: Inghilterra femminile in finale ai Mondiali

Quest'anno ha guidato la squadra dell'Inghilterra alla finale della Coppa del Mondo per la prima, un traguardo  mai raggiunto dal 1966, anno in cui i Tre Leoni conquistarono l'unico titolo iridato del loro palmares.
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Il commissario tecnico Wiegman ha guidato le Leonesse inglesi alla prima finale mondiale

L'intero Regno Unito spinge le sue calciatrici, arrivate a un passo dalla storia. Ma comunque vada a finire la partita di domenica contro la Spagna, la competizione potrebbe avere effetti anche sul futuro del ct e addirittura della nazionale maschile. Intanto Wiegman è super corteggiata dalla federazione calcistica femminile degli Stati Uniti, per ricostruire la propria squadra dopo l'uscita a sorpresa delle campionesse mondiali dal torneo di quest'anno. L'allenatore degli Usa, Vlatko Andonovski si è infatti dimesso (prima di essere esonerato) giovedì scorso - lasciando vacante il posto di ct dopo che la nazionale a stelle e strisce è stata eliminata dalla Svezia agli ottavi.

La prima donna allenatrice di una nazionale maschile?

Ma se l'ipotesi di lasciar volare oltreoceano la propria condottiera non piace affatto alla FA, sembra prospettarsi un'altra opportunità per la 53enne. Che potrebbe essere candidata a sostituire il collega Gareth Southgate, commissario della nazionale maschile, dopo i risultati deludenti agli ultimi Mondiali in Qatar. Wiegman ha all'attivo due vittorie agli Europei con Olanda e appunto con le Leonesse, e ha già compiuto un'impresa storica al campionato in Australia. Per questo il Ceo Mark Bullingham ha aperto a uno scenario mai visto: potrebbe essere la prima donna in panchina dell'Inghilterra maschile.
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Gareth Southgate, ct della nazionale inglese maschile

Se la scelta ricadesse effettivamente sull'olandese si tratterebbe di una svolta epocale, non essendo mai stata affidata a un'allenatrice la guida della nazionale maggiore a livello internazionale.

La parità di retribuzione ancora lontana

Per quanto riguarda la possibilità che Wiegman possa essere una potenziale sostituta di Southgate, Mark Bullingham si è espresso positivamente "Sarina si sta occupando delle Leonesse e pensiamo che sia fondamentale che faccia quel lavoro e lo sta facendo in modo eccellente". Poi respinge i pregiudizi: "Non ci piace insinuare che la squadra maschile sia superiore. Alcuni lo fanno". Ma a guardare lo stipendio che ricevono i due commissari tecnici, in realtà, questa differenza e gerarchia appare reale. Southgate riceve 5 milioni di sterline all'anno, una cifra significativamente più alta rispetto al presunto stipendio di 400.000 sterline della Wiegman.
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Wiegman guadagna circa 400mila sterline l'anno, contro i 5 milioni del collega Southgate

E al momento un pareggio nella retribuzione non è previsto, nonostante la superiorità dei risultati raggiunti dalla donna e l'auspicio della FA di considerare le due squadre come di pari valore. Bullingham, alla domanda su cosa la squadra maschile potrebbe imparare dal successo di Wiegman, ha risposto: "So che molte persone antepongono l'una all'altro, ma noi non lo facciamo. Lavorano benissimo insieme nel concetto di One England". Il Ceo ha giustificato la discrepanza salariale con la diversa consistenza del mercato degli allenatori. "Se si guarda alla differenza nel mercato e alle entrate, c'è una differenza. Ma non parliamo della retribuzione delle persone. Direi che Sarina, all'interno del mercato in cui opera, è ben pagata". Il problema è che, negli stipendi, contano molto gli accordi di sponsorizzazione e i contratti televisivi, che nel caso degli uomini sono sempre più gonfiati, e per colmare il divario in termini di entrate e ricavi ci vorranno molto tempo e molti investimenti. Il dirigente spera che i dati di ascolto delle Lionesses possano tradursi in entrate televisive e commerciali, ma afferma che il problema più grande riguarda il campionato di club. "Aspettare che il divario nel mercato si colmi non è la risposta, è necessario forzare il cambiamento", conclude.