
L'ex campionessa di tennis, Martina Navratilova (Instagram)
Una presa di posizione forte e completamente inaspettata quella che Martina Navratilova, icona della lotta per i diritti e l'inclusione, ha preso nei confronti dell'inserimento di atlete trans nelle gare di tennis femminile.

La statunitense fuori dal campo centrale di Wimbledon (Instagram)
"Il tennis femminile non è per atleti maschi falliti"
"Non è giusto e non è corretto". Così, l'ex campionessa di origine ceca naturalizzata statunitense, ha risposto a una discussione in cui si parlava di inclusione e della vittoria di una tennista nata uomo, Alicia Rowley, di alcuni tornei femminili over 55 organizzati dall'Usta, la United States tennis association. "Hey, Usta – ha scritto Navratilova – il tennis femminile non è per atleti maschi falliti, qualunque sia l'età. Questo sarebbe consentito agli US Open di questo mese? Solo con un documento d'identità? Non credo..." Poi, rispondendo ai molti commenti di altri utenti che sono comparsi, ha rafforzato il proprio parere: "È patriarcato per gli uomini biologici insistere sul diritto di entrate negli spazi creati per le donne. Quando è difficile da capire? E' patriarcato che gli uomini biologici insistano sul diritto di competere nella categoria femminile nello sport". Il regolamento della Usta, infatti, parla espressamente di orientamento sessuale al punto da recitare: "Il tennis prospera quando lo sport abbraccia l'inclusione. Per questo motivo è aperto a tutti indipendentemente da età, etnia, razza, background religioso, orientamento sessuale o identità di genere".
La 66enne sul campo da tennis (Instagram)
Le polemiche precedenti
Ma non è la prima volta che la ex numero uno del mondo, oggi 66enne, prende posizione contro gli sportivi transgender. Quattro anni fa aveva espressamente parlato di "Una pratica folle, un vero imbroglio", scrivendo un editoriale sul Times: "Sono felice di rivolgermi a una donna transgender in qualsiasi forma preferisca, ma non sarei felice di competere contro di lei". Il riferimento era al ciclismo, e a una campionessa dei Mondiali master, Rachel McKinnon: "Non basta definirsi donna per competere con le donne. Devono esserci dei criteri, se hai un pene non puoi competere con le donne", aveva twittato allora. E ancora: "Devono esserci dei criteri. La via scelta dalla maggior parte delle Federazioni sportive non risolve il problema. Un uomo ha una densità ossea, e una muscolatura che si sviluppano sin dall'infanzia. Quindi per limitare il vantaggio oggettivo, il trans dovrebbe cominciare a prendere ormoni sin dalla pubertà, una cosa per me impensabile".
La campionessa mentre alza un trofeo da giovane (Instagram)