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Home » Sport » Rivoluzione ‘rosa’ nel wrestling: sempre più donne sul ring considerato una prerogativa maschile

Rivoluzione ‘rosa’ nel wrestling: sempre più donne sul ring considerato una prerogativa maschile

Il proprietario dei Los Angeles Lakers crede che Wow-Women of Wrestling possa essere un motore dell’emancipazione femminile

Maurizio Costanzo
18 Febbraio 2023
Sempre più donne praticano il wrestling

Sempre più donne praticano il wrestling

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Non è un ‘mestiere’ facile quello del wrestling. Ne è una dimostrazione quanto capitato a una vera leggenda come Hulk Hogan, che per portare avanti la sua carriera ha dovuto sottoporsi a ben 25 operazioni chirurgiche. “Le mie ginocchia sono finte – aveva detto lui stesso – così come i fianchi. Ma ho anche la schiena e parte della mia faccia piena di metallo“. E ora c’è un nuovo annuncio che ha scioccato i fan, che viene direttamente dall’ex wrestler Kurt Angle, ex collega e avversario ma attuale suo amico, che ha rivelato: “Hulk non riesce più a sentire le gambe. È stato operato nuovamente alla schiena, gli sono stati tagliati i nervi della parte inferiore del corpo e ora è costretto a camminare con il bastone”. Dunque, non deve trarre in inganno la spettacolarizzazione di questa disciplina, tramutata in show televisivo: chi sale sul ring deve avere una tempra da vero duro ed essere disposto, col tempo, a pagarne le conseguenze sul suo fisico. Tuttavia, nonostante queste premesse, anche nel wrestling si sta assistendo ad un vero e proprio cambiamento di genere, ed ecco che il ring da maschile e “macho” si sta facendo sempre più femminile e “rosa”.

 Hulk Hogan, leggenda del wrestling
Hulk Hogan, leggenda del wrestling

Al bando i pregiudizi che vorrebbero questo sport declinato soprattutto al maschile. Ne è una dimostrazione il proprietario dei Los Angeles Lakers, così convinto che Wow-Women of Wrestling possa essere un motore dell’emancipazione femminile, da investirci. Tanto che le sue lottatrici, conosciute come “supereroine” – come riporta l’agenzia Agi – stanno aprendo nuovi orizzonti nello spazio storicamente occupato dagli uomini. Ne scrive il “New York Times” che racconta come dalla fine degli anni ’90 a inizio 2000, al culmine della cultura pop del wrestling, le lottatrici erano rappresentate principalmente come “oggetti sessuali”. Etica che si è poi tradotta nella World Wrestling Entertainment (Wwe), dominata essenzialmente dagli uomini, la parte preponderante in un settore in cui Wow sta cercando di affermarsi. Una rivoluzione di genere. E se Vince McMahon è stato a lungo Ceo e presidente della Wwe, da luglio tutto è cambiato, da quanto sua figlia Stephanie McMahon è diventata presidente e co-amministratore delegato del colosso dell’intrattenimento globale, quotato in borsa. Il segno della svolta la immortala in questa dichiarazione la Mrs. Buss, 61 anni, cresciuta seguendo suo padre, il dottor Jerry Buss, un chimico che ha fatto fortuna investendo nel settore immobiliare, e che nel 1979 ha acquistato i Lakers, i Los Angeles Kings della Nhl e il ring conosciuto come il Forum: “È stato davvero importante che Wow mostrasse le donne che lottano e per come combattono le proprie battaglie“, ha detto la signora Buss. “Sono tutte disposte a difendere ciò in cui credono e a lottare per questo. E penso che sia questo il messaggio che voglio che le giovani donne vedano seguendone l’esempio”.

Le lottatrici di Wow-Women of Wrestling
Le lottatrici di Wow-Women of Wrestling

Mrs. Buss dal 1999 ha assunto il ruolo di vicepresidente esecutivo con i Lakers e non molto tempo dopo la morte di suo padre, nel 2013, è diventata anche presidente della squadra. Arrivando a licenziare suo fratello Jim, allora vicepresidente esecutivo del basket, e vincendo una battaglia legale con l’altro fratello, Johnny, rivendicando l’intero controllo della società. “Dall’inizio della sua ottava stagione il 18 settembre, la prima con un accordo di syndication – scrive il “Times” – Wow ha registrato una media di 258.000 spettatori in 10 incontri, il 50% dei quali erano donne nella fascia demografica tra i 18 ei 49 anni. Lo spettacolo di punta della Wwe, Smackdown, che va in onda il venerdì alle ore 20 su Fox, ha registrato una media di 2.163 milioni di spettatori nel terzo trimestre di quest’anno, con il 41% di spettatori femminili in quella fascia demografica”.

Un incontro di wrestling femminile
Un incontro di wrestling femminile

Adesso Women of Wrestling “non è in vetta allo share tv come il World Wrestling Entertainment o All Elite Wrestling, la società gestita dal miliardario Tony Khan”, osserva il quotidiano Usa, ma “sta superando Impact Wrestling su Axs Tv, probabilmente la terza più grande compagnia di wrestling negli Stati Uniti”, anche se Brandon Thurston, l’editore di Wrestlenomics.com, ha notato che Axs era disponibile già in circa 39 milioni di famiglie, circa la metà delle case via cavo”. Insomma, nel confronto Wow è “disponibile in tutte le famiglie degli Stati Uniti con cavo e viene trasmesso in syndication nel fine settimana tramite stazioni di proprietà Cbs, Sinclair Communications, Nexstar Broadcasting, Hearst Television, etc.. oltreché in Australia e Canada. Che dire? “La signora Buss ha il suo bel da fare in uno spazio in cui le donne sono ancora in inferiorità numerica rispetto agli uomini e con la maggior parte delle più grandi star femminili del paese in Wwe e Aew”, chiosa il “Times”. Anche nel wrestling americano le donne sono destinate a diventare maggioranza.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere

Non è un ‘mestiere’ facile quello del wrestling. Ne è una dimostrazione quanto capitato a una vera leggenda come Hulk Hogan, che per portare avanti la sua carriera ha dovuto sottoporsi a ben 25 operazioni chirurgiche. “Le mie ginocchia sono finte – aveva detto lui stesso – così come i fianchi. Ma ho anche la schiena e parte della mia faccia piena di metallo“. E ora c’è un nuovo annuncio che ha scioccato i fan, che viene direttamente dall’ex wrestler Kurt Angle, ex collega e avversario ma attuale suo amico, che ha rivelato: “Hulk non riesce più a sentire le gambe. È stato operato nuovamente alla schiena, gli sono stati tagliati i nervi della parte inferiore del corpo e ora è costretto a camminare con il bastone”. Dunque, non deve trarre in inganno la spettacolarizzazione di questa disciplina, tramutata in show televisivo: chi sale sul ring deve avere una tempra da vero duro ed essere disposto, col tempo, a pagarne le conseguenze sul suo fisico. Tuttavia, nonostante queste premesse, anche nel wrestling si sta assistendo ad un vero e proprio cambiamento di genere, ed ecco che il ring da maschile e “macho” si sta facendo sempre più femminile e “rosa”.

 Hulk Hogan, leggenda del wrestling
Hulk Hogan, leggenda del wrestling

Al bando i pregiudizi che vorrebbero questo sport declinato soprattutto al maschile. Ne è una dimostrazione il proprietario dei Los Angeles Lakers, così convinto che Wow-Women of Wrestling possa essere un motore dell’emancipazione femminile, da investirci. Tanto che le sue lottatrici, conosciute come "supereroine" – come riporta l’agenzia Agi - stanno aprendo nuovi orizzonti nello spazio storicamente occupato dagli uomini. Ne scrive il "New York Times" che racconta come dalla fine degli anni '90 a inizio 2000, al culmine della cultura pop del wrestling, le lottatrici erano rappresentate principalmente come “oggetti sessuali”. Etica che si è poi tradotta nella World Wrestling Entertainment (Wwe), dominata essenzialmente dagli uomini, la parte preponderante in un settore in cui Wow sta cercando di affermarsi. Una rivoluzione di genere. E se Vince McMahon è stato a lungo Ceo e presidente della Wwe, da luglio tutto è cambiato, da quanto sua figlia Stephanie McMahon è diventata presidente e co-amministratore delegato del colosso dell'intrattenimento globale, quotato in borsa. Il segno della svolta la immortala in questa dichiarazione la Mrs. Buss, 61 anni, cresciuta seguendo suo padre, il dottor Jerry Buss, un chimico che ha fatto fortuna investendo nel settore immobiliare, e che nel 1979 ha acquistato i Lakers, i Los Angeles Kings della Nhl e il ring conosciuto come il Forum: "È stato davvero importante che Wow mostrasse le donne che lottano e per come combattono le proprie battaglie", ha detto la signora Buss. “Sono tutte disposte a difendere ciò in cui credono e a lottare per questo. E penso che sia questo il messaggio che voglio che le giovani donne vedano seguendone l’esempio".

Le lottatrici di Wow-Women of Wrestling
Le lottatrici di Wow-Women of Wrestling

Mrs. Buss dal 1999 ha assunto il ruolo di vicepresidente esecutivo con i Lakers e non molto tempo dopo la morte di suo padre, nel 2013, è diventata anche presidente della squadra. Arrivando a licenziare suo fratello Jim, allora vicepresidente esecutivo del basket, e vincendo una battaglia legale con l’altro fratello, Johnny, rivendicando l’intero controllo della società. “Dall'inizio della sua ottava stagione il 18 settembre, la prima con un accordo di syndication – scrive il "Times" – Wow ha registrato una media di 258.000 spettatori in 10 incontri, il 50% dei quali erano donne nella fascia demografica tra i 18 ei 49 anni. Lo spettacolo di punta della Wwe, Smackdown, che va in onda il venerdì alle ore 20 su Fox, ha registrato una media di 2.163 milioni di spettatori nel terzo trimestre di quest'anno, con il 41% di spettatori femminili in quella fascia demografica”.

Un incontro di wrestling femminile
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Adesso Women of Wrestling “non è in vetta allo share tv come il World Wrestling Entertainment o All Elite Wrestling, la società gestita dal miliardario Tony Khan”, osserva il quotidiano Usa, ma “sta superando Impact Wrestling su Axs Tv, probabilmente la terza più grande compagnia di wrestling negli Stati Uniti”, anche se Brandon Thurston, l'editore di Wrestlenomics.com, ha notato che Axs era disponibile già in circa 39 milioni di famiglie, circa la metà delle case via cavo”. Insomma, nel confronto Wow è “disponibile in tutte le famiglie degli Stati Uniti con cavo e viene trasmesso in syndication nel fine settimana tramite stazioni di proprietà Cbs, Sinclair Communications, Nexstar Broadcasting, Hearst Television, etc.. oltreché in Australia e Canada. Che dire? “La signora Buss ha il suo bel da fare in uno spazio in cui le donne sono ancora in inferiorità numerica rispetto agli uomini e con la maggior parte delle più grandi star femminili del paese in Wwe e Aew”, chiosa il "Times". Anche nel wrestling americano le donne sono destinate a diventare maggioranza.

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