Più di 500 persone tra studenti, professori, personale dell’Università e cittadini hanno riempito i banchi del Polo Mattioli dell’Università di Siena per partecipare alla conferenza “J'Accuse: conferenza sulla questione palestinese”, nonostante la mancata autorizzazione dell'Università.
L’evento, che si è tenuto nell’aula Cardini, è stato trasmesso in streaming in altre tre aule a causa della massiccia affluenza, mentre centinaia di persone hanno seguito l’incontro online. L’iniziativa, promossa dall’associazione studentesca Cravos Siena, ha attirato una delle più grandi partecipazioni degli ultimi anni.
Interventi di rilievo
L’evento, svoltosi nella data simbolo del 7 ottobre, ha visto la partecipazione di importanti personalità: lo storico israeliano Ilan Pappé (collegato da remoto), la relatrice speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese, l’attivista italo-palestinese Karem Rohana e il divulgatore di geopolitica Giuseppe Flavio Pagano. Gli interventi hanno offerto un’analisi approfondita delle radici storiche, giuridiche e sociali del conflitto israelo-palestinese.
Le dichiarazioni di Francesca Albanese
Francesca Albanese ha elogiato gli organizzatori per aver portato avanti l’iniziativa nonostante le difficoltà: "Io credo che quella degli studenti di Cravos, che hanno portato avanti questa iniziativa nonostante tutte le difficoltà, sia un’opera di cittadinanza attiva”. Albanese ha sottolineato l'importanza di creare dibattito in un contesto spesso chiuso al confronto: “È fondamentale parlare, perché è solo dalla conoscenza che nasce l’opportunità di un dibattito informato”. Ha poi citato Norberto Bobbio, affermando che “bisogna capire prima di discutere, e discutere prima di condannare”.
Ilan Pappé e l’importanza del contesto storico
In collegamento da remoto, Ilan Pappé ha espresso ammirazione per il lavoro degli studenti: "Apprezzo di cuore gli sforzi di voi studenti, provo la massima ammirazione per la vostra resilienza e per la risolutezza con cui avete fatto tutto il possibile per fare l’incontro”. Pappé ha inoltre evidenziato l’importanza di contestualizzare storicamente il conflitto: “È essenziale collocare queste vicende in un contesto storico generale, che è importante rammentare, dato che è necessario le cause e non solo i sintomi del conflitto”.
Le risposte di Karem Rohana alle polemiche
L’attivista italo-palestinese Karem Rohana ha risposto alle critiche sulla scelta del 7 ottobre come data per l’evento: "Le polemiche che si sono scaturite sul fatto che la conferenza si tenga proprio il 7 ottobre sono un pochino retoriche: non si può decidere un giorno in cui parlare di qualcosa che sta avvenendo adesso, non ci si può prendere una pausa: bisogna prendere consapevolezza ogni giorno con tutti i mezzi necessari”.
Un clima pacifico e una sfida superata
Nonostante la mancata autorizzazione della conferenza da parte del Senato accademico, l'evento si è svolto in un clima pacifico e ordinato, senza disordini. Samuele Picchianti, rappresentante di Cravos e presidente del consiglio studentesco dell’Università di Siena, ha dichiarato: "Siamo veramente contenti che tutto si sia realizzato nonostante la revoca dell’autorizzazione da parte del Senato accademico. Siamo molto emozionati e soddisfatti”. In merito alle bandiere palestinesi affisse sul banco dei relatori, Picchianti ha aggiunto: “Non ci nascondiamo dietro ad un dito: oggi portiamo anche delle opinioni. Io non posso rimanere indifferente o equidistante di fronte a quello che succede in Palestina. La bandiera della Palestina è un faro per chiunque porti avanti una battaglia per la libertà oggi”.