Università di Siena: la conferenza del 7 ottobre sul conflitto palestinese si terrà, nonostante i divieti

Il rettore Di Pietra: "L'espressione delle diversi opinioni è garantita nel nostro Ateneo”. Soddisfazione da parte di Cravos: “Fiduciosi e determinati a proseguire”

di ELEONORA ROSI
3 ottobre 2024
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Punto di incontro tra il rettore dell'Università di Siena, Roberto Di Pietra, e la comunità studentesca sulla conferenza del 7 ottobre

Nonostante l'assenza di un'autorizzazione ufficiale, la conferenza sul conflitto israelo-palestinese, prevista per il 7 ottobre, si svolgerà come programmato. È quanto emerge dall'incontro avvenuto tra il rettore dell'Università di Siena, Roberto Di Pietra, e Samuele Picchianti, presidente del consiglio studentesco e rappresentante di Cravos, l'associazione studentesca organizzatrice dell'evento. L’evento, dal titolo ‘J’accuse: conferenza sulla questione palestinese’ inizialmente approvato e poi respinto dal Senato Accademico dell'università, che ha invitato gli studenti a spostare l’evento in un'altra data, si terrà anche in modo non autorizzato e vedrà come ospiti Ilan Pappè e Francesca Albanese.

"Il rettore non ci ha dato l’autorizzazione, ma ha anche compreso la determinazione degli studenti nel voler tenere la conferenza il 7 ottobre," ha spiegato Picchianti. "Dopo l'incontro, possiamo dire che non c'è volontà di reprimere la conferenza in modo violento o di coinvolgere le forze dell'ordine. Questo ci fa sperare che l'evento possa svolgersi nella maniera più tranquilla possibile".

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L'incontro con il rettore è stato preceduto da una riunione pubblica organizzata da Cravos nel chiostro di San Francesco, cui hanno partecipato una cinquantina tra studenti, professori e membri del personale universitario. L’obiettivo era organizzare i dettagli della conferenza, prevista per il 7 ottobre nell'aula Cardini.

Il colloquio fra Picchianti e il rettore Roberto Di Pietra però dovrebbe aver stemperato gli animi. "L'Ateneo non ha mai vietato o censurato alcun tipo di iniziativa - ha affermato Di Pietra -. Per tutelarne il valore, abbiamo chiesto di spostarla. Nel nostro Ateneo, le attività delle associazioni studentesche si sono sempre svolte, indipendentemente dalle autorizzazioni. Abbiamo avuto sospensioni del Senato accademico, tende installate nel rettorato, azioni non autorizzate ma comunque svoltesi nel pieno della libertà garantita. Questo è un Ateneo in cui l'espressione delle diverse opinioni è assicurata - ha aggiunto il rettore -. Questo è un Ateneo che più volte si è espresso contro l’indiscriminata azione di massacro della popolazione civile palestinese, che ha espressamente chiesto di riconoscere lo stato palestinese e che concretamente ha messo risorse per accogliere studenti rifugiati a Gaza”.

La petizione online

Nonostante gli evidenti segnali di apertura poche ore dopo l’incontro è stata divulgata online una petizione in tre punti, aperta a studenti, ricercatori, professori e membri del personale tecnico operativi di tutti gli atenei italiani, che prende posizione sul fatto ed invita a concedere un’autorizzazione ufficiale.

Nel primo punto si legge: “Esprimiamo dissenso per la delibera in quanto atto che censura la libertà di espressione e annulla la natura stessa dell’università quale luogo di pensiero, di studio e di confronto”.

Con il secondo punto si avanzano invece richieste concrete, in nome allo Statuto dell’Ateneo: “chiediamo che venga ripristinata l’autorizzazione all’evento nella data del 7 ottobre, anche in linea con quanto espresso dall’articolo 2 dello Statuto dell’Ateneo, che stabilisce che: 'L’Università, in armonia con la Costituzione della Repubblica Italiana, opera in conformità ai principi del pluralismo, della democrazia e del rispetto delle libertà personali e collettive, del diritto individuale al sapere, della valorizzazione del merito e della cultura fondata sul rispetto delle differenze e della non discriminazione, e promuove tali principi nelle attività di didattica, ricerca e terza missione (valorizzazione delle conoscenze)'. Non vorremmo, al contrario, che la presa di posizione del Senato Accademico si inserisse nel clima recente, che continuamente registra tentativi politici di contenimento della legittima espressione pubblica del dissenso”.

E infine, si legge nella petizione: “Come elemento di grande importanza per la comunità universitaria, condividiamo la preoccupazione che quanto deliberato, se non interverrà un ripensamento, influirà negativamente sulla reputazione dell’Università di Siena”.

La conferenza del 7 ottobre sarà dunque un banco di prova per la libertà accademica e il diritto degli studenti di esprimere le loro opinioni, anche su temi controversi come il conflitto israelo-palestinese. I membri di Cravos e i partecipanti alla riunione nel chiostro di San Francesco sono determinati a procedere, e l'atteggiamento del rettore suggerisce un’apertura che potrebbe permettere lo svolgimento dell'evento senza ulteriori tensioni.