Prende il via oggi, lunedì 2 maggio, il
Centro Antidiscriminazione “Mariasilvia Spolato”, in via Boccaccio 80 a Padova. Si tratta dal primo centro dedicato alla
protezione, l'aiuto e il sostegno a persone Lgbt+ vittime di discriminazioni, maltrattamenti, violenze e abusi, con accesso diretto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18. Realizzato dal Comune veneto grazie ai finanziamenti dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar), in collaborazione con le associazioni Arcigay Tralaltro Padova Aps, Sat Pink Aps e Boramosa Aps, è intitolato a
Mariasilvia Spolato, figura di spicco nella
comunità Lgbtq+ non solo locale ma anche nazionale. Fu infatti proprio la padovana la
prima donna in Italia a fare un coming out pubblico come lesbica.
Il Centro Antidiscriminazione "Mariasilvia Spolato" di Padova
I servizi offerti
Tra i vari servizi offerti da sottolineare quello dedicato al
supporto socio-legale per le
persone Lgbtq+ migranti, in cui vengono garantiti prima accoglienza, segretariato sociale e orientamento ai servizi territoriali, oltre poi a incontri sociali interculturali che hanno l'obiettivo di creare
aggregazione tra queste persone e la cittadinanza e un
confronto tra pari. Allo stesso tempo il Centro vuole fornire un aiuto nella
ricerca di una casa per tutte le persone che rischiano di subire o hanno subito discriminazioni nel trovare un alloggio. Al centro del lavoro degli operatori c'è il
supporto psicoclinico e psicoterapeutico per le vittime di
discriminazioni e di violenze, episodi che possono creare
stress e sofferenze importanti e che richiedono tutto l'aiuto possibile con l’obiettivo di un maggior benessere individuale e sociale.
Chi era Mariasilvia Spolato
Spolato, che venne perseguitata e discriminata per il suo attivismo e le sue posizioni in tema Lgbtq+, è scomparsa nel 2018 a Bolzano, dove ha vissuto gli ultimi anni della sua vita
Mariasilvioa Spolato, classe 1935, è stata un'
attivista per i
diritti Lgbtq+ italiana tra le pioniere del movimento per i diritti delle persone omosessuali, ma soprattutto la prima donna nel nostro paese ad aver dichiarato pubblicamente la propria omosessualità. Motivo per il quale è stata a lungo discriminata e perseguitata, dimenticata anche nella memoria di molti ma non di tutti. Laureata a pieni voti in scienze matematiche nella sua Padova, è stata docente universitaria e autrice di manuali per gli studenti. Partecipò al Sessantotto italiano e nel 1971 fu fra le fondatrici del
Fronte di Liberazione Omossesuale (Flo), partendo dall’idea che le lesbiche dovessero liberarsi dalla “doppia oppressione” che subivano in quanto donne e omosessuali. Il movimento confluì poi nel "
Fuori"
(Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano) di cui Mariasilvia, insieme a ad Angelo Pezzana, fondò l’omonima rivista, portavoce dell’organizzazione. Durante la manifestazione femminista dell'
8 marzo a Roma nel 1972 si dichiarò pubblicamente lesbica. Il mese successivo fece parte della “
Stonewall italiana”, ovvero la manifestazione di protesta per il primo Congresso internazionale di Sessuologia del CIS (Centro Italiano di Sessuologia) che come tema aveva i “Comportamenti devianti della sessualità umana” e che si svolse al Casinò di Sanremo. A causa del suo attivismo Lgbtq+ e della pubblicazione di libri sul tema perse il lavoro, perché il Ministero dell'Istruzione la
licenziò con la motivazione di essere
"indegna" all'insegnamento. Per via del suo orientamento sessuale venne allontanata dalla sua famiglia e senza fissa dimora vagò per varie città italiane. In seguito a una grave infezione a una gamba venne ricoverata in un ospedale di Bolzano e successivamente accolta nella casa di riposo Villa Armonia, dove visse gli ultimi anni di vita, fino alla morte nel 2018, a 83 anni.
I soci fondatori e coordinatori del Centro Antidiscriminazione di Padova, in rappresentanza di Arcigay Tralaltro Padova Aps, Sat Pink Aps e Boramosa Aps
I coordinatori del Centro
Una delle coordinatrici del Centro,
Ilaria Ruzza del Sat Pink di Verona Padova e Rovigo, in un'intervista il 22 aprile, giorno dell'inaugurazione, ha dichiarato a PadovaToday: "Il
Sat Pink di Verona Padova e Rovigo non può che essere estremamente soddisfatto di aver raggiunto questo obiettivo, soprattutto poiché ciò significa continuare a collaborare in sinergia con altre realtà padovane con cui da anni ci confrontiamo, Arcigay Tralaltro e Boramosa in primis. Occupandosi la nostra Associazione prevalentemente della
popolazione trans e transgender, speriamo che l’apertura del Centro possa servire a portare alla luce tutte quelle situazioni di
discriminazioni e violenze di cui purtroppo questa comunità è ancora bersaglio e target principale". Le fa eco
Mattia Galdiolo, di Arcigay Tralaltro Padova APS: "Il Centro Spolato colma parzialmente un vuoto enorme e rappresenta un primo passo per sottrarre le persone LGBTI dalla paura costante di subire discriminazioni e violenze nella vita di tutti i giorni, al lavoro, o in famiglia - sottolinea - È inoltre importante che questo servizio parta dalle competenze che le associazioni del territorio hanno costruito in anni di lavoro e valorizzi in particolare l’esperienza di professionisti e personale volontario".