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Home » Attualità » Aborto Usa, il Texas ripristina una legge del 1925 che lo vieta e punisce chi lo pratica

Aborto Usa, il Texas ripristina una legge del 1925 che lo vieta e punisce chi lo pratica

La Corte suprema federale ha respinto le richieste delle cliniche specializzate e ha concesso l'entrata in vigore della nuova (vecchia) misura

Marianna Grazi
3 Luglio 2022
Il procuratore generale del Texas, Ken Paxton

Il procuratore generale del Texas, Ken Paxton

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La Corte suprema del Texas ha autorizzato l’entrata in vigore di una legge del 1925 che vieta l’aborto e punisce chi lo pratica con il carcere, ribaltando la sentenza di una corte inferiore che l’aveva bloccata temporaneamente. Lo ha annunciato il controverso attorney general Ken Paxton.
La – non ci facciamo problemi a definirla vergognosa – legge non era più stata applicata dopo la sentenza Roe v. Wade con cui nel 1973 la Corte Suprema aveva legalizzato l’aborto.

Agenti di polizia davanti alla Corte Suprema a Washington

Il 24 giugno scorso la stessa giuria ha deciso di abrogare la decisione che aveva consentito (in base al principio del giusto processo stabilito nel XIV emendamento) a fissare un principio basilare in termini di libertà riproduttive femminili. Lo stesso Lone Star State che lo scorso anno aveva approvato una contestatissima misura che limitava l’interruzione di gravidanza entro le prime 6 settimane dal concepimento, norma che è stata oggetto anche di una dura battaglia legale mai conclusa. Ora si va addirittura oltre, andando a ripristinare una legge di quasi 100 anni fa in cui l’aborto è direttamente e – ahinoi – inevitabilmente vietato. “Una vittoria pro vita!“, Paxton ha esultato su Twitter. “I nostri provvedimenti statali pre-Roe che vietano l’aborto in Texas sono buone leggi al 100%. La controversia legale continua ma io continuerò a vincere per i bambini non nati del Texas”, ha aggiunto.

La nuova (vecchia) legge

La Corte Suprema del Texas ha dato il via libera all’entrata in vigore di una legge del 1925 che vieta l’aborto, ribaltando una sentenza che l’aveva temporaneamente bloccata. È l’ultima di una serie di battaglie legali innescate dalla cancellazione, la settimana scorsa, della storica sentenza Roe v. Wade da parte della Corte Suprema Usa che ha così revocato il diritto federale all’interruzione di gravidanza. In tredici stati, tra cui proprio il Texas, il Missouri, il South Dakota, l’Indiana, questo ha portato automaticamente al ritorno in vigore di legislazioni precedenti al 1973, che vietavano l’interruzione di gravidanza praticamente in toto e puniscono chi lo pratica. Se in Louisiana la cosiddetta Trigger law (nome profetico, non vi pare, ‘legge grilletto’) è stata temporanemante bloccata da una corte federale, anche nello stato governato da Greg Abbott alcune cliniche per l’interruzione di gravidanza avevano ottenuto da un giudice della Contea di Harris uno stop temporaneo, con la motivazione che la legge era stata di fatto abrogata dalla Roe v. Wade. Purtroppo però, al momento in cui quella che si pensava essere una decisione intoccabile, come appunto quella che sanciva un diritto umano fondamentale, è stata abrogata, anche quest’ultimo appello è caduto di fronte alla giustizia federale. In buona pace delle donne, che al momento sono le uniche coinvolte e quello meno interpellate. Pensare che si decide sui loro corpi...

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
La Corte suprema del Texas ha autorizzato l'entrata in vigore di una legge del 1925 che vieta l'aborto e punisce chi lo pratica con il carcere, ribaltando la sentenza di una corte inferiore che l'aveva bloccata temporaneamente. Lo ha annunciato il controverso attorney general Ken Paxton. La - non ci facciamo problemi a definirla vergognosa - legge non era più stata applicata dopo la sentenza Roe v. Wade con cui nel 1973 la Corte Suprema aveva legalizzato l'aborto.
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Il 24 giugno scorso la stessa giuria ha deciso di abrogare la decisione che aveva consentito (in base al principio del giusto processo stabilito nel XIV emendamento) a fissare un principio basilare in termini di libertà riproduttive femminili. Lo stesso Lone Star State che lo scorso anno aveva approvato una contestatissima misura che limitava l'interruzione di gravidanza entro le prime 6 settimane dal concepimento, norma che è stata oggetto anche di una dura battaglia legale mai conclusa. Ora si va addirittura oltre, andando a ripristinare una legge di quasi 100 anni fa in cui l'aborto è direttamente e - ahinoi - inevitabilmente vietato. "Una vittoria pro vita!", Paxton ha esultato su Twitter. "I nostri provvedimenti statali pre-Roe che vietano l'aborto in Texas sono buone leggi al 100%. La controversia legale continua ma io continuerò a vincere per i bambini non nati del Texas", ha aggiunto.

La nuova (vecchia) legge

La Corte Suprema del Texas ha dato il via libera all'entrata in vigore di una legge del 1925 che vieta l'aborto, ribaltando una sentenza che l'aveva temporaneamente bloccata. È l'ultima di una serie di battaglie legali innescate dalla cancellazione, la settimana scorsa, della storica sentenza Roe v. Wade da parte della Corte Suprema Usa che ha così revocato il diritto federale all'interruzione di gravidanza. In tredici stati, tra cui proprio il Texas, il Missouri, il South Dakota, l’Indiana, questo ha portato automaticamente al ritorno in vigore di legislazioni precedenti al 1973, che vietavano l'interruzione di gravidanza praticamente in toto e puniscono chi lo pratica. Se in Louisiana la cosiddetta Trigger law (nome profetico, non vi pare, 'legge grilletto') è stata temporanemante bloccata da una corte federale, anche nello stato governato da Greg Abbott alcune cliniche per l'interruzione di gravidanza avevano ottenuto da un giudice della Contea di Harris uno stop temporaneo, con la motivazione che la legge era stata di fatto abrogata dalla Roe v. Wade. Purtroppo però, al momento in cui quella che si pensava essere una decisione intoccabile, come appunto quella che sanciva un diritto umano fondamentale, è stata abrogata, anche quest'ultimo appello è caduto di fronte alla giustizia federale. In buona pace delle donne, che al momento sono le uniche coinvolte e quello meno interpellate. Pensare che si decide sui loro corpi...
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