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“L’auto della polizia non è un taxi”: 28enne greca uccisa dopo il rifiuto di un agente di scortarla a casa

La vittima, Kyriaki Griva, era andata a denunciare l’ex fidanzato dopo le minacce e gli abusi subiti, ma dopo il rifiuto ricevuto l’uomo l’ha ammazzata a coltellate davanti casa

di MARIANNA GRAZI -
6 aprile 2024
Kyriaki Griva

Kyriaki Griva

Una frase di rifiuto, inappropriata, dura. E poi il buio. Probabilmente il femminicidio della 28enne greca Kyriaki Griva sarebbe passato inosservato, almeno oltre i confini ellenici, se non fosse che la tragica morte della ragazza è stata accompagnata dal commento di un agente di polizia che, alle sue disperate richieste di aiuto per le minacce che stava ricevendo dall’ex fidanzato, ha replicato: “Signorina, le auto di pattuglia non sono taxi”. Quindi no, la polizia non la poteva accompagnare a casa. Peccato che poi, in quella casa, le forze dell’ordine siano dovute tornare poco dopo, quando ormai la vittima giaceva in un lago di sangue, uccisa a coltellate proprio da quell’uomo che era andata a denunciare in commissariato. 

L’agghiacciante femminicidio 

Una storia che fa male, anche solo a leggerla, perché dimostra quanta ignoranza, quanta poca sensibilità ci sia ancora oggi nei confronti di un fenomeno strutturale e sistemico come la violenza sulle donne. Il femminicidio è stato commesso a poca distanza dalla stazione di polizia di Agioi Anargyroi, un comune di 30 mila abitanti alla periferia di Atene.

La registrazione video e audio delle telecamere di sicurezza fuori dal commissariato cattura il disperato scambio tra Griva e un agente di polizia: la donna denuncia il comportamento minaccioso dell'ex partner, rivelando un trascorso di abusi e violenze, mentre questo è fuori dalla sua abitazione ad attenderla. Nonostante la sua richiesta di aiuto, il poliziotto le nega il passaggio, adducendo appunto che “le auto della polizia non sono taxi”. La giovane lascia la stazione di polizia accompagnata da un amico, come raccontano alcuni testimoni oculari, poi viene inseguita e infine aggredita con un coltello dal suo ex compagno, identificato come un uomo di 38 anni. 

L’indagine interna: sei poliziotti rimossi

Mercoledì sei agenti di polizia sono stati rimossi dal servizio dopo il femminicidio di Kyriaki Griva da parte del suo ex fidanzato appena fuori dal distretto. La 28enne è rimasta per otto minuti all'interno del commissariato di Agioi Anargyroi chiedendo protezione, implorando che un'auto di pattuglia la portasse a casa, ma essendosi rifiutata di presentare una denuncia formale per paura di ripercussioni da parte del suo aggressore, le è stato chiesto di chiamare la linea di emergenza della polizia per inviare un veicolo.

Purtroppo però a quella richiesta l'operatore del call center di emergenza ha risposto con quella terribile frase ed è ora oggetto di un'indagine interna e rischia accuse penali e amministrative. Oltre a questo, altri cinque agenti sono stati allontanati in attesa di ulteriori indagini e mentre viene analizzato nel dettaglio il video registrato all’esterno, in cui si vede l’aggressione. Tra loro ci sono il capo della stazione, la poliziotta di turno, il supervisore che era anche vice capo, il suo autista e una guardia che era in servizio in quel momento.

Un passato di abusi

Kyriaki Griva
Kyriaki Griva

Nelle ultime ore sono anche emerse ulteriori informazioni riguardo al tumultuoso calvario di Griva, tra cui precedenti denunce di abusi e accuse di stupro rivolte al suo ex partner. Inoltre, tragedia nella tragedia, la ragazza pare che aspettasse un figlio dal suo aggressore. Dopo la sua morte, i familiari della giovane hanno espresso profondo dolore, raccontando però anche i suoi valorosi sforzi per cercare aiuto in mezzo a minacce e violenze crescenti. 

Questo episodio ha riacceso l'attenzione dell'opinione pubblica sul tema dei femminicidi, lasciando scioccata tutta la Grecia e il resto dell’Europa. Subito sono scattate manifestazioni di piazza per chiedere giustizia per la 28enne, e sottolineando l'urgente necessità di intervenire con misure concrete per combattere la violenza domestica e salvaguardare le persone vulnerabili. Tra le voci più agguerrite ci sono state quelle degli oppositori al governo di centro-destra, per ottenere nuove leggi più efficaci.