Continua a far discutere quanto successo giovedì in piazza XX Settembre durante la manifestazione contro l’aborto indetta da Pro Vita & Famiglia, che ha trasmesso su un maxischermo il video ‘Baby Olivia’. Durante l’evento, sostenuto anche da esponenti di Lega e Fratelli d’Italia – a cui hanno partecipato con una sorta di contro-manifestazione anche attivisti dei centri sociali, associazioni femministe e consiglieri di Pd e Coalizione Civica – la tensione si è alzata.
"Hanno cercato – le parole di Francesco Perboni, referente di Pro vita & Famiglia Bologna – di staccarci la corrente, di colpire le nostre telecamere, ci hanno insultato gridando, lanciato preservativi e mostrato le natiche. Stiamo valutando dai video e dalle registrazioni come procedere, ma è probabile che non faremo denunce. Secondo noi il problema principale è politico perché quanto avvenuto è un attacco alla democrazia”.
Immediata la replica delle consigliere dem Mery De Martino e Giulia Bernagozzi, entrambe presenti in piazza: "Se ci sono stati cori violenti – spiegano – ce ne dissociamo, pur non avendoli ascoltati. Quel che è certo invece è che la violenza che abbiamo percepito proveniva da un attacco che in quanto donne sentiamo di aver subito nella nostra libertà di scelta e autodeterminazione. Il diritto all'aborto non toglie i diritti a nessuno, ma li garantisce a noi stesse, mentre ieri degli uomini, gli stessi che ora fanno le vittime, hanno voluto imporci cosa dobbiamo fare con il nostro utero”.
Dello stesso avviso anche Detjon Begaj, consigliere di Coalizione Civica, anche lui presente: "La violenza – afferma – che ho potuto testimoniare è quella di un gruppetto composto prevalentemente da uomini, che hanno montato un maxischermo che a volumi altissimi trasmetteva propaganda antiscientifica contro i diritti delle donne, colpevolizzandole per le scelte che fanno sul proprio corpo, tra il disprezzo dei passanti e le proteste delle donne presenti che hanno democraticamente preso parola contro quello scempio alla propria dignità”.
Dall’altra parte, invece, è duro il commento del capogruppo della Lega, Matteo Di Benedetto che attacca la giunta definendo "preoccupante” la scelta di “appoggiare chi ha tentato di limitare la libertà di espressione e di manifestazione di un’associazione che aveva tutti i permessi e che ha solo proiettato dati scientifici”.