Maria Francesca ha quasi 12 anni e come tante bambine della sua età sogna di diventare una ballerina. Tutù, punte, spaccate, piroette: l'amore per la danza, però, nel suo caso non basta. La bimba, infatti, ha la sindrome di Down e tanto basta per essere esclusa dal saggio finale nella scuola che frequente a Foggia.
La denuncia: "Nostra figlia discriminata dalla scuola di danza"
"Ci hanno detto che era impacciata nei movimenti, non riusciva a seguire, ad andare a tempo e che avrebbe delle difficoltà motorie e relazionali", ha denunciato la mamma di Maria Francesca, Giuseppina, a un sito di informazione locale. Lei e il marito, su consiglio dell'ortopedico del Bambin Gesù che segue la figlia, sei anni fa avevano deciso di iscriverla ai corsi di una scuola di danza, ma non si aspettavano certo questo epilogo. "La bambina era entusiasta, e noi con lei – raccontano i genitori –. Ma le cose non sono andate affatto come ci aspettavamo. Nei primi anni, a causa della pandemia e della sua salute cagionevole, Maria Francesca è stata costretta a seguire le lezioni a singhiozzo – spiegano –. L’anno scorso finalmente contavamo in una piena ripresa. Ma al suo rientro abbiamo avuto la prima, poco piacevole, sorpresa". Infatti la 12enne, senza spiegazioni, era stata spostata dalle insegnanti in un gruppo di allieve più piccole, togliendola di fatto da quello in cui era stata inserita inizialmente. "Un duro colpo" per la ballerina con sindrome di Down, che aveva osservato con tristezza e dolore "le altre compagne andare avanti", allo stesso tempo trovandosi in difficoltà nel "socializzare con bimbe che non conosceva affatto, per giunta con una evidente differenza d’età". "Ma abbiamo ingoiato il rospo – continuano i genitori – e lasciato che continuasse a frequentare i corsi, sperando che la situazione si stabilizzasse".La ballerina esclusa dal saggio
Ma così non è stato, anzi, le cose sono persino peggiorate. A febbraio, infatti, Giuseppina e Michele hanno scoperto un'ulteriore discriminazione nei confronti della 12enne: è stata esclusa dal saggio della scuola. "Lo abbiamo appreso nel peggiore dei modi: per caso, chiacchierando con altri genitori" precisano ai media di Foggia. "Le compagne del corso frequentato da Maria Francesca si stanno preparando da tempo al saggio finale. Lei no". Troppo per continuare ad accettare questa situazione, tanto che i genitori hanno deciso di ritirarla dalla scuola. Non prima, però, di aver chiesto il motivo dell'esclusione: "Non riesce a seguire, non riesce ad andare a tempo, è impacciata nei movimenti, potrebbe mandare all’aria un anno di lavoro", è stata la risposta che hanno avuto dalla maestra, "senza alcuna difficoltà o imbarazzo".La maestra: "Lo davo per scontato"
Rimasta indietro per la poca frequenza alle lezioni, ma anche a causa della sindrome stessa. Se la stessa insegnante si è accidentalmente 'scordata' di far presente ai coniugi la cosa, è stato infatti perché "Non ci ho pensato, lo davo per scontato". Una frase che fa rabbrividire nella sua schiacciante crudeltà: "Scontato che nostra figlia venisse tagliata fuori. Che potevamo fare? Nulla, se non ritirare definitivamente Maria Francesca da quella scuola, infliggendo nostro malgrado alla bambina un altro dolore. Adesso l’amarezza è tanta". Per la famiglia, che si è trovata di fronte a una vera e propria discriminazione, ma soprattutto per la bambina, che pur giovanissima ha dovuto già fare i conti con la durezza di una vita, di una società, come'è ancora quella italiana, che mette ai margini la disabilità. Per questo, perché le cose possano davvero cambiare una volta per tutte in senso inclusivo, la mamma e il papà di Maria Francesca hanno deciso di lanciare un appello direttamente alla ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli. Perché quella che riguarda la loro figlia (e chissà quante altre come lei) sarebbe una discriminazione reiterata nei confronti di una bambina che Giuseppina descrive come "solare, aperta, socievole, integrata, terapizzata, disponibile e sempre impegnata".La lettera delle mamme
La vicenda della piccola ballerina di Foggia ha scatenato l'indignazione generale, suscitando però anche un moto di solidarietà incredibile. Commovente, ad esempio, la lettera aperta delle mamme di altre bambine che frequentano la stessa scuola di danza di Maria Francesca, apparsa su Foggia Today e ripresa poi dai quotidiani nazionali.
"Ecco spiegato perché quest’anno non abbiamo incrociato il sorriso di Francesca nella sala d’attesa: cambio di turno, cambio di orario, cambio di giorni. E continuavamo a domandarci perché Francesca non avesse ripreso la danza. Era semplicemente stata trasferita in un altro corso. Questa è l’occasione per testimoniare ai suoi genitori il nostro affetto". "La foto di Francesca nella sua camera, vestita da ballerina, con le braccia in una delle tipiche mosse imparate dalle nostre bambine commuove e lascia inquieti tutti i genitori e tutte le sue compagne. Giunga il nostro abbraccio fortissimo a Francesca e ai suoi genitori in questa giornata in cui la loro storia ha avuto risonanza mediatica". "Non conosciamo i dettagli, ma parliamo con la consapevolezza di chi dedica tanto tempo ad accompagnare su e giù per la città le proprie figlie ai corsi di danza, di chi trascorre tanto tempo ad attenderle nella sala d’attesa e si augura che escano con il sorriso, di chi sacrifica le scelte su nuovi acquisti, pur di non far mancare loro tutto il corredo necessario per il saggio di danza di fine anno". "Chiediamo vivamente ai genitori di riaccompagnare Francesca a danza. Nella stessa scuola sì! Perché ci sono le sue amiche ad attenderla e perché certamente questa circostanza merita un restart. Confidiamo che le insegnanti garantiscano la partecipazione al balletto! Una scuola non inclusiva, non è una scuola".
Chissà se Giuseppina e Michele ci ripenseranno, chissà se la giovane ballerina tornerà a divertirse con le sue compagne di scuola, se potrà proseguire la sua passione... Intanto come una farfalla, le auguriamo di volare sopra chi pensa che sia troppo goffa per esprimere il suo amore per la danza.