Viareggio, 21 settembre 2024 – “Quando vado fuori con la mamma incontro tanti scalini, e lei deve chiedere spesso aiuto: vorrei che venissero eliminati. E poi non posso raggiungere ovunque il mare, perché ci sono delle difficoltà, invece mi piace andare sulla spiaggia e fare il bagno. Mi piace l’acqua e mi piace nuotare”. A parlare sotto il palco della Festa della Salute iCare a Viareggio è la piccola Agata, 9 anni, colpita da una malattia rara, l’atrofia muscolare spinale (Sma). La bambina rivolge il suo appello ai rappresentanti delle istituzioni seduti in prima fila all’evento, in particolare al ministro dello Sport Andrea Abodi.
Dopo l’intervento della piccola, il ministro si alza e chiede il microfono alla presidente di Motore Sanità Giulia Gioda e guardando Agata e la sua mamma dritto negli occhi risponde: “Credo che noi politici abbiamo il compito di prenderci delle responsabilità, senza spacciare illusioni. Agata merita una risposta”.
“Ciò che abbiamo visto nelle due settimane di Paralimpiadi – prosegue il ministro – , non credo che si possa limitare all’emozione e al risultato del gesto sportivo: siamo sicuramente orgogliosi delle 71 medaglie che abbiamo vinto, e siamo tra i primissimi Paesi al mondo. Stiamo migliorando ma possiamo ancora fare di più. Lo sport, per definizione, è inclusione ma – a mio avviso – è anche coesione sociale: due elementi, questi, che devono necessariamente coesistere, con un impegno costante e multidisciplinare. I nostri impianti non sono sempre accessibili, le nostre scuole non sono sempre accessibili”.
Il ministro parla guardando anche la nuotatrice paralimpica Michela Aruni Biolcati, che rappresenterà l’Italia ai prossimi mondiali fra due mesi e che ha raccontato di come lo sport le abbia “salvato la vita e la salute mentale. Ma nel nostro Paese – prosegue l’atleta – bisogna ancora lavorare molto sulla accessibilità delle strutture e sulla formazione”.
“Non so quanto tempo ci vorrà – conclude Abodi, rivolgendo nuovamente lo sguardo alla piccola –, ma voglio che Agata torni a casa almeno con la speranza e la fiducia che noi ci impegneremo per consentirle di entrare in un impianto sportivo, di poter fare un tuffo nel mare: stiamo perseguendo questo obiettivo collaborando tutti insieme. Stiamo lavorando per Agata e le molte Agata che ci sono in Italia affinché possano vivere bene o, comunque, meglio. E ti prometto, piccola Agata, che presto ci tufferemo insieme”.
Poi il viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci si unisce al ministro dello Sport con una nuova promessa: “Agata, quello che ci chiedi è di poterti spostare liberamente e un giorno sarà così: noi tutti dobbiamo lavorare perché tu non abbia più bisogno costantemente che qualcuno alzi la tua carrozzina per farti superare quel gradino che non ti rende possibile essere libera”.
“Il ministro Abodi ha ragione, non è semplice – continua Bellucci –: proprio perché non vendiamo sogni non è una cosa che possiamo realizzare in poco tempo: c’è bisogno di un lavoro costante, di determinazione, di mettere a disposizione i migliori strumenti. Lo sport è essenziale e so che il Ministro, come già sta dimostrando, può fare la differenza. Ed il sottosegretario Butti sa bene quanto la tecnologia possa essere non soltanto al servizio dell’uomo, ma rendere liberi: dipende da come la utilizziamo”.
Infine è stata la volta del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Alessio Butti: “Agata è una bambina straordinaria che ha posto alla nostra attenzione alcune sue difficoltà, e delle questioni di primaria importanza. A lei rispondo: tutti quanti, a proposito di inclusività e inclusione, dovremmo essere al servizio di Agata e di tutti i bambini, i ragazzi e gli adulti che vivono le sue stesse difficoltà”.