Sapete che giorno è oggi, 15 gennaio? "Uno qualunque?" potreste replicare. Niente affatto! Oggi è il "
Blue Monday",
il giorno più triste dell'anno, in assoluto. Almeno così viene definito da qualche anno il terzo lunedì di gennaio. Che sia per le giornate grigie e fredde, per la sveglia che spesso suona prima che un pallido sole abbia fatto capolino, costringendoci ad uscire dal tepore del letto, con la prospettiva di una lunga settimana di lavoro o di scuola davanti o perché i buoni propositi fatti appena qualche settimana fa, con lo slancio del Capodanno a darci la carica, sono già stati puntualmente disattesi, oggi è la tristezza a farla da padrona.
Ma è davvero così? O è tutta una montatura? E soprattutto, come fa ad essere
"il più triste" per tutti quando lo sconforto, la malinconia, il malumore sono emozioni personalissime, legate alla propria vita, al contesto, al momento che ogni persona vive?
Quando è nato il Blue monday
Intanto facciamo chiarezza su come e quando è nata questa – chiamiamola così – ricorrenza annuale.
"Tristezza" una dei personaggi principali del film Pixar "Inside Out", è effettivamente di colere blu
Partendo proprio dalle due parole che compongono il titolo - ben poco lusinghiero - affibbiato a questa giornata: "Monday" significa lunedì, mentre "Blue" non è soltanto il colore bensì, sempre dall'inglese, si può tradurre anche con "triste" o "depresso". Già ma quando nasce? In tempi abbastanza recenti, in realtà. Il primo a citare questa strana formula è stato il quotidiano britannico The Guardian nel
2005, citando un comunicato dello psicologo
Cliff Arnall, che lavorava per un istituto scolastico legato all'Università di Cardiff, in Regno Unito. Istituto che, come l'ateneo stesso, hanno preso le distanze da questa associazione e dalle sue teorie. Lo psicologo sosteneva di aver scoperto, tramite complessi calcoli e ricerche approfondite, quale fosse il giorno esatto in cui il malumore e lo sconforto che molte persone provano
dopo il periodo di Natale sono più acuti che mai. Arnall, nella sua tesi infatti aveva preso in considerazione molti fattori, tra cui i sensi di colpa per le spese sostenute durante le feste, il meteo invernale generalmente freddo e piovoso (nell'emisfero boreale, ovviamente), la lontananza dalle successive festività, i buoni propositi già falliti e, in generale, un senso generale di mancanza di motivazione.
Maltempo, fine delle feste di Natale, mancanza di motivazione e fallimento dei buoni propositi sarebbero alla base dell'equazione che individua la data del Blue monday
Il Blue monday? Una bufala senza basi scientifiche
Affermazioni che persero poi di credibilità quando fu riconosciuto che l'equazione di Cliff Arnall non aveva
alcuna base scientifica o matematica, come riscontrato dall'università di Cardiff infatti ha voluto immediatamente disconoscere la paternità delle teorie. Anzi l'idea del Blue Monday è stata universalmente riconosciuta come pura
pseudoscienza. Nessuno studio, infatti, ha mai dimostrato l'attendibilità della tesi che una specifica data sia più triste di altre: i parametri prese in considerazione, infatti, non sono universali, né si specifica quale sia il Paese di riferimento su cui basare la teoria, aspetto che inciderebbe invece molto sul calcolo (non tutti gli Stati, ad esempio, festeggiano il Natale o il Capodanno nelle stesse date, oppure, guardando al fattore meteo, c'è una bella differenza tra l'emisfero australe e quello boreale). Tuttavia l'idea di una giornata in cui concentrare tutta la tristezza, il cattivo umore, le cattive influenze dell'essere umano ha avuto un'immediata eco, tanto da
diffondersi ben presto
grazie ai media, alla pubblicità e poi, in maniera ancor più massiccia, attraverso i
social network.
Il terzo lunedì di gennaio sarebbe il giorno più malinconico in assoluto, ma si tratta di una bufala nata nel 2005
Addirittura c'è chi lega la fama e la diffusione di questa espressione a due comunicati di
Sky Travel, che nel 2005 e poi nel 2009 avrebbero fatto riferimento alle parole dello studioso convinto di aver scoperto il giorno più deprimente dell'anno. Così l'emittente tv aveva attinto alla sua analisi come prezioso spunto da fornire alle compagnie di viaggio perché proponessero ai potenziali clienti depressi e giù di morale offerte speciali per risollevare il loro umore. A cosa si riduce, dunque, la teoria del Blue Monday? A una campagna pubblicitaria, una pura e semplice - nonché riuscita -
operazione di marketing. Ecco qua, l'abbiamo detto.
I rischi per chi soffre davvero di depressione
A partire da metà anni Duemila, infatti, la bufala del Blue monday (vuoi per la pigrizia dei media che non hanno smentito questa tesi, vuoi invece per l'attrazione data da questo appuntamento per concentrarci campagne e iniziative commerciali mirate) è stata sempre più poi
sfruttata da aziende e multinazionali per promuovere prodotti e servizi, diffondendosi a livello internazionale in Occidente almeno. Sfruttando anche il megafono dei social, dove la formula ha trovato amplissima risonanza e dove puntualmente ogni anno, approssimandosi alla data, non sono pochi i post in cui si parla della giornata più triste dell'anno.
Alla base del successo di questa espressione c'è lo sfruttamento della stessa a fini commerciali e di marketing
Spesso l'espressione è accompagnata poi da
consigli per superare questo malessere, sia sfruttando la generale propensione all'acquisto (shopping compulsivo) quando si provano certe emozioni negative, sia in molti casi senza l'attenzione e la delicatezza che richiederebbe l’argomento. Sono i professionisti di salute mentale, infatti, a mettere in guardia sulla mancata fondatezza scientifica di queste indicazioni e sul pericolo associato a questa presunta giornata 'triste' per chi, invece,
soffre davvero di depressione e problemi di natura psicologica. Ogni giorno, non solo per il Blue Monday. E che non guariranno certo comprando un paio di scarpe o prenotando un viaggio per consolarsi dal malumore passeggero legato magari al maltempo. In un'intervista alla Bbc, poi,
Philip Clarke, insegnante di psicologia all’Università di Derby, ha provato a chiarire le ragioni per cui alcune persone possono sentirsi un po' giù verso la metà di gennaio, che effettivamente corrispondono a quelle dette in precedenza. Ma ha anche osservato che
non esistono prove scientifiche che colleghino queste periodo a
un aumento delle richieste di sostegno psicologico e si nota invece un particolare interesse da parte delle aziende per sfruttare questo particolare appuntamento a fini di marketing.
I professionisti di salute mentale avvertono sui rischi di dare consigli facili per superare la tristezza
Se non altro, secondo l'esperto, il Blue Monday può comunque stimolare un dialogo e una maggior volontà di approfondimento sui temi della depressione, della salute mentale e dell'ansia. "Evidentemente la gente è di cattivo umore perché cade di lunedì – sostiene invece Claudio Mencacci, presidente della Società Italiana di Psichiatria (SIP) –. Forse sarebbe diverso se il Blue Monday fosse di sabato o di domenica". E aggiunge: "La
tristezza è un'emozione che va vissuta come tale e questa giornata in un certo senso la '
rivaluta'", ha aggiunto, osservando che la tristezza è molto diversa dalla depressione "che è una vera e propria malattia che viene trattata ancora troppo poco. Della depressione si deve parlare di più", conclude.
E la felicità?
Insomma se anche il Blue Monday è, come detto, più uno spunto per messaggi promozionali e campagne commerciali che una ricorrenza basata su principi credibili, oggi lo si "celebra" (per così dire) al pari di altre giornate mondiali o di appuntamenti come il Black Friday.
Intervistato nel 2013 dal The Daily Telegraph, lo stesso 'padre della teoria' Cliff Arnall aveva dichiarato: "Inizialmente mi fu chiesto di individuare quale pensassi fosse
il miglior giorno per prenotare una vacanza.
Il giorno più felice dell'anno, secondo Arnall, cade invece tra maggio e luglio
Quando però iniziai a riflettere sui motivi per farlo, ripensando a ciò che migliaia di persone mi avevano raccontato durante i workshop sulla gestione dello stress o sulla felicità, emersero una serie di elementi che indicavano il terzo lunedì di gennaio come un giorno particolarmente deprimente".
Insomma nessuna scientificità, quanto piuttosto una serie di coincidenze facilmente intuibili. Tanto che lo psicologo aveva concluso dicendo: "Non credo comunque che sarebbe stato di grande aiuto saperlo". Ma vi interesserebbe sapere invece, a questo punto, quando cade
il giorno più felice dell'anno? Ci ha pensato ancora lui, Arnall, sostenendo che questo – individuato sempre attraverso complicati calcoli – cadrebbe
tra maggio e luglio. Peccato che, anche questa volta per sua stessa ammissione, le sue ricerche non siano state disinteressate: la "formula" gli era stata infatti commissionata dall'azienda britannica Wall’s, che produce gelati. E che in Italia conosciamo come Algida.