Approvato un disegno di legge che dà il via libera alla castrazione chimica per le persone condannate per abusi sessuali su minori. La notizia viene dalla Camera dei deputati brasiliana e dovrà essere discussa al Senato. L'emendamento presentato dal deputato Ricardo Salles, alleato di Jair Bolsonaro, ex presidente, prevede l'uso di farmaci "che inibiscono la libido", regolamentati dal ministero della Salute.
Inoltre ci sarà la creazione di un vero e proprio registro pubblico degli abusatori, con tanto di fotografie e informazioni personali, gestito dal Consiglio nazionale di giustizia, organismo responsabile della supervisione della trasparenza giudiziaria nel Paese. Il progetto ha ricevuto 267 voti favorevoli, 85 contrari e 14 astensioni ed è stato ampiamente sostenuto dai partiti di destra moderata e di estrema destra.
Il dibattito in Italia
Lo scorso 18 settembre, la Camera italiana ha dato la sua maggioranza all'ordine del giorno al "ddl Sicurezza", che prevede anche l’istituzione di una commissione o un tavolo tecnico “con lo scopo di valutare, nel rispetto dei principi costituzionali e sovranazionali, in caso di reati di violenza sessuale o di altri gravi reati determinati da motivazioni sessuali, la possibilità per il condannato di aderire, con il suo consenso, a percorsi di assistenza sanitaria, di natura sia psichiatrica sia farmacologica, anche con eventuale trattamento di blocco androgenico mediante terapie con effetto temporaneo e reversibile, diretti ad escludere il rischio di recidiva".
Il leader della Lega Matteo Salvini, da sempre promotore della castrazione chimica, aveva commentato così il risultato su X: "Vittoria della Lega! Approvato alla Camera l’ordine del giorno che impegna il Governo a istituire quanto prima una commissione o un tavolo tecnico con lo scopo di valutare la castrazione chimica in caso di reati di violenza sessuale. Bene così, un altro importante passo in avanti per una nostra storica battaglia di giustizia e buonsenso: tolleranza zero per stupratori e pedofili".
Posizione totalmente contraria quella del PD, che in quell'occasione ha rilasciato una nota della capogruppo Simona Bonafè: "Con buona pace di Forza Italia il governo è ormai piegato sulle posizioni estremiste di Salvini e della Lega. Una proposta incostituzionale che mina alle basi il nostro ordinamento giuridico che ha superato da secoli il ricorso alle pene corporali".