Chiara Ferragni torna a parlare. Noi quando smetteremo di (pre)occuparci di lei?

L'imprenditrice digitale è riapparsa sui social dopo il caso Balocco. Su di lei si è scritta e detta qualsiasi cosa, magari a scapito di temi molto più urgenti e difficili

di MARIANNA GRAZI
3 gennaio 2024
Chiara Ferragni

Chiara Ferragni

"Mi siete mancati". Chiara Ferragni torna sui social e sembra quasi Capodanno, spostato di tre giorni in avanti. L'imprenditrice digitale, assente dalle piattaforme dal 18 dicembre (salvo qualche sporadica apparizione, in video altrui però) dopo lo 'scandalo' finanziario e mediatico suscitato dal caso Balocco, è riapparsa su Instagram questa mattina, postando due stories.

Chiara Ferragni torna su Instagram

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Chiara Ferragni nella prima storia dopo un silenzio durato 15 giorni, apre una box per parlare coi suoi followers

Nella prima storia, postata nella tarda mattinata di mercoledì 3 gennaio, Ferragni appare in foto (questa volta vestita e truccata di tutto punto, dimenticate la tuta grigia e il make up sfatto dell'ultimo video, datato 18 dicembre) con la scritta "mi siete mancati" rivolta ai suoi seguaci. In basso un box domande per il suo pubblico: "Come state?" chiede ai suoi fan. Nella seconda, invece, la 36enne ha voluto mandare un messaggio più articolato:
"Una cosa mi sento di dirla. Vorrei ringraziare tutte quelle persone che in questi giorni mi sono state vicine e hanno avuto una buona parola per confortarmi. Ringraziare tutte quelle persone che mi hanno mandato un messaggio o un direct, che hanno chiesto come stessi, che mi hanno spronata a tornare sui social. Grazie a chi c'è, a chi ascolta, a chi non vuole affossare ma aiutare. A coloro che hanno espresso la loro opinione, anche negativa, in tono pacato e costruttivo, perché nella vita c'è sempre tempo per confrontarsi, riflettere e ripartire. Le persone che ti vogliono veramente bene si vedono nel momento del bisogno, e io vi ho visti, letti e sentiti. Grazie davvero".
Un ritorno tanto atteso, dai suoi milioni di followers privati della loro "ape regina", quanto dai detrattori alla ricerca costante di un qualsiasi aggiornamento sulla vita dell'influencer più famosa d'Italia a cui attaccarsi per criticare, per fare polemica o semplicemente per alimentare l'odio nei suoi confronti.

Il caso Balocco (e i successivi) e il silenzio social

Galeotto fu il pandoro Balocco. Mancano pochi giorni al Natale e a casa Ferragnez arriva una multa milionaria dell'Antitrust che sanziona le società dell'imprenditrice per "pratica commerciale scorretta": avrebbero infatti volutamente fatto credere agli acquirenti e comprando il pandoro Balocco Pink Christmas avrebbero contribuito a una donazione in favore dell'Ospedale Regina Margherita di Torino.

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L'imprenditrice digitale ringrazia chiunque l'abbia sostenuta in questi giorni di assenza e anche "coloro che hanno espresso la loro opinione, anche negativa, in modo pacato e costruttivo"

In realtà la sola azienda dolciaria, mesi prima, aveva già versato questi soldi - soli 50mila euro - mentre le aziende riconducibili a Ferragni avrebbero in realtà guadagnato oltre un milione di euro dalla campagna commerciale. Il Codacons presenta quindi esposti per ipotesi di truffa aggravata in 104 magistrature differenti e in seguito scattano le indagini della Procura di Milano e di Prato, e infine anche quella di Trento apre un fascicolo esplorativo. L’inchiesta dei pm lombardi riguarda anche le uova di Pasqua Dolci Preziosi: in questo caso l'azienda avrebbe versato all'influencer un cachet di 500 mila euro nel 2021 e 700 mila euro l'anno dopo, a fronte di una donazione fatta autonomamente dalla stessa azienda di 36 mila euro all'associazione "I bambini delle Fate". E ancora, non è finita qui. Perché mentre il fuoco della polemica che sta velocemente avvolgendo l'imprenditrice arriva altra benzina ad alimentarlo: nei giorni scorsi, su TikTok, due ragazze avevano postato un video ironico in cui, sotto l'albero, si scambiavano i regali di Natale invisibili, perché mai arrivati, nonostante fossero stati ordinati in tempo sullo store online di Chiara Ferragni. In Rete si sono subito scatenati i commenti e le lamentele di altre acquirenti insoddisfatte, raccolti e pubblicati anche dal quotidiano Il Giornale, mentre il nuovissimo e scintillante negozio di Roma del brand è stato vandalizzato con scritte come "Truffatrice" o "Bandita". Dal canto suo la 36enne, dopo il video-sfogo in cui ammetteva un "errore di comunicazione" per la campagna vendita dei pandori e annunciava la donazione milionaria all'ospedale torinese, dopo gli strenui tentativi di difesa e contrattacco da parte del marito a chi l'aveva presa di mira, si era chiusa in un quasi totale silenzio, rotto soltanto da sporadiche apparizioni al parco coi figli (puntualmente riprese dai reporter d'assalto appostati giorno e notte nei pressi della sua casa) o nel video del Capodanno "fake" postato da Fedez. Fino ad oggi.
 
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Lo tsunami di odio

Tanto è bastato, infatti, per far sì che uno tsunami d'odio di portata epocale travolgesse quella che, fino a poche settimane prima, era praticamente un idolo delle masse, l'influencer più amata e seguita d'Italia, la donna immagine del nostro Paese. Un'immagine che si è infangata, questo è fuori di dubbio. Ed è difficile quantificare il danno fatto, al di là di qualche migliaia di followers che ha smesso di seguirla. Perché in questi 15 giorni di assenza dai radar social - ma anche prima, quando è emerso lo scandalo - su di lei si è detto di tutto, in modi e proporzioni esagerate. Un dibattito molto spesso sterile, alimentato sia dagli haters di professione ma anche dai nostri stessi colleghi, da giornaliste e giornalisti, che ne hanno fatto un caso da prima pagina anche quando i temi in primo piano sarebbero dovuti essere altri. Perché? Probabilmente perché le stesse istituzioni, gli stessi esponenti di governo, scalzati da quelli che sono di solito i 'posti in vetrina' a loro riservati sui quotidiani cartacei o online, si sono presi la rivincita accanendosi contro Ferragni, a partire dalla presidente del Consiglio Meloni che ha colto la palla al balzo e dal vertice di Atreyu ha attaccato l'imprenditrice, spostando su di lei l'attenzione che magari avremmo invece riservato alle questioni politiche. Ma le ragioni di questa sproporzionata gogna mediatica, perché di questo si tratta, probabilmente sono anche altre, più sottili e forse anche più inquietanti.

Siamo più scandalizzati dal Ferragni gate che dalle guerre?

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Ferragni in uno dei suoi store (Instagram)

Perché finora, quando un personaggio famoso, un idolo, cade - e in effetti lei lo è - la cosa più semplice da fare spesso è salire sul carro delle critiche, del "lo dicevo io che quella/quello non ce la raccontava giusta", per poi dimenticarsene e tornare poco dopo a studiare ogni mossa e ogni parola dei nostri miti. Più o meno onesti che siano. Con Chiara Ferragni, però, le cose non sembrano risolversi così facilmente. Sarà la sua notorietà, sarà la fama costruita totalmente sulla propria immagine pubblica (ogni istante di vita reso spettacolo per i famelici appetiti di un pubblico assuefatto) senza altre doti di sorta, sarà la sua capacità di rispecchiare un ideale di "self made woman" che difficilmente trova eguali nel nostro Paese, ma lo sdegno suscitato dalle sue azioni sembra essere duraturo. Tanto da tenere banco nei pensieri, nelle riflessioni, nelle opinioni di gran parte degli italiani, che in questi giorni di festa, magari duranti pranzi e cene di Natale, si sono trovati a parlare di lei lasciando altre questioni, altre vicende scomode e molto più gravi (come ad esempio le guerre in Israele e in Ucraina), in secondo o terzo piano, sullo sfondo. Certo, le immagini dei bombardamenti, delle vittime, delle terre insanguinate dalle vite spezzate di innocenti, della distruzione, sono ormai una costante su ogni mezzo di comunicazione, appaiono su ogni schermo a cui abbiamo accesso, in qualche modo ci circondando e penetrano nel nostro immaginario collettivo. È necessaria tutta questa esposizione alla violenza? Sì, se questo vuol dire non lasciare che interi popoli subiscano una fine più tremenda di quella data dalle bombe: l'indifferenza. Sì, se si pensa alle migliaia di morti civili giornalieri nei vari conflitti in giro per il mondo nel quasi totale silenzio dei media internazionali. Ma guardare davvero quelle immagini, non girando gli occhi dall'altra parte, non pensando semplicemente "tanto non mi riguarda, è lontano", significa fare uno sforzo di analisi, di studio, di approfondimento anche doloroso delle dinamiche alla base di esse. E allora è molto più facile guardare altrove, prendersela con qualcuno di più vicino, con qualcuno che è colpevole di reati molto meno gravi. È più semplice continuare a indignarsi e offendere Chiara Ferragni.