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“L’inondation à Port-Marly” firmata da Alfred Sisley
Le opere di Monet, Courbet, Delacroix, Caillebotte e molti altri, per una riflessione universale sul clima, attraverso cento dipinti raccolti in una mostra itinerante. È l'idea del Museo d’Orsay di Parigi che ha deciso di prestare una parte delle opere per accompagnare i visitatori in un “racconto del clima”, grazie a quadri che vennero dipinti tra la metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
L’esposizione “100 Œuvres qui racontent le climat” coinvolgerà, tra i mesi di marzo e di luglio di quest’anno, 31 musei distribuiti in dodici regioni francesi. Le opere sono state scelte in collaborazione con quattro scienziati di fama mondiale: Valérie Masson-Delmotte, Emma Haziza, Luc Abbadie e Jean Jouzel.
“Si tratta di opere – ha spiegato Sylvain Amic, presidente del Museo d’Orsay – che nel loro insieme aiuteranno a comprendere la crisi climatica, il che permetterà di far sorgere anche dei dibattiti a livello locale, poiché la scelta dei dipinti prestati è legata ai territori nei quali saranno accolti”.
Secondo Servane Dargnies-de Vitry dirigente del Museo d’Orsay e curatrice dell’operazione, esiste uno stretto legame temporale tra le collezioni dello stesso museo parigino e i cambiamenti climatici, in quanto “il 1850 segna infatti non soltanto l’inizio delle collezioni ma anche la data a partire dalla quale si sono cominciate a registrare con regolarità e in modo affidabile le temperature”. Inoltre “proprio alla metà dell’Ottocento, l’umanità ha cominciato a bruciare fonti fossili e a generare un impatto inedito sul clima”
Ad esempio l’opera “L’inondation à Port-Marly” firmata da Alfred Sisley, sarà prestata al Museo Girodet di Montargis, situato nel dipartimento del Loiret (regione del Centro-Valle della Loira). Il sito culturale ha subito delle gravi inondazioni nel 2016, che hanno portato alla perdita di gran parte della collezione che vi era custodita: ancora oggi, soltanto il 40 per cento delle opere è stato restaurato.
il Museo Courbet situato a Ornans (nel dipartimento di Doubs, che confina con la Svizzera) invece riceverà “La Trota”, dipinta da Gustave Courbet nel 1873, tela dal che mostra un pesce in trappola, catturato ma ancora vivo, immerso in toni cupi e in contrasti violenti. Sarà esposto lì perché quel territorio si trova a fronteggiare un periodo di grave mortalità delle trote nella Loue, il principale corso d’acqua della regione.
Ad essere prestati saranno anche dipinti celebri a livello mondiale come “La Gare Saint-Lazare”, di Claude Monet: verrà concesso al Museo Gassenfi di Digne-les-Bains. Nell’elenco figurano poi capolavori come “Le Citron” di Édouard Manet, “Palokärki; Grande picchio nero” di Akseli Gallen Kallela, “Il giardino dell’artista a Giverny”, sempre di Monet, o ancora “Primavera artica” di Anna Boberg.
Oltre alla mostra diffusa, il Museo d’Orsay ospiterà un percorso tematico nelle proprie collezioni permanenti, con etichette tematiche per guidare i visitatori in un percorso dedicato al clima. Parallelamente, verrà pubblicato un libro che raccoglie contributi di curatori e scienziati di fama mondiale, tra cui Jean Jouzel, Valérie Masson-Delmotte, Emma Haziza e Luc Abbadie, che analizzerà il cambiamento climatico attraverso l’arte.
Un aspetto fondamentale di questo progetto è il suo impegno nella sostenibilità. Per limitare l’impronta ecologica dell’iniziativa, il trasporto delle opere è stato ottimizzato attraverso raggruppamenti regionali e l’uso di materiali biodegradabili per l’imballaggio.