Stupro a Caivano su due cugine 13enni, Don Maurizio: "Abbiamo deciso di non educare"

Un nuovo caso di violenza sessuale di gruppo, avvenuto nel Napoletano. Alla base, anche secondo la senatrice Floridia, povertà e emergenza educativa

di MARIANNA GRAZI -
25 agosto 2023
Due ragazzine violentate al Parco Verde di Caivano

Due ragazzine violentate al Parco Verde di Caivano

"Abbiamo abdicato alla fatica dell'educare". Don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, interviene sulla violenza sessuale su due cuginette 13 anni, avvenuta a inizio luglio e compiuta da un gruppo di adolescenti. Una notizia che fa immediatamente tornare in mente il caso di Palermo, lo stupro del branco su una 19enne: lì erano sette giovani uomini, uno dei quali minorenne all'epoca dei fatti; qui sei ragazzini, solo uno maggiorenne.
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Violenza sessuale di gruppo su due ragazzine di 13 anni, tra loro cugine, ad opera di sei adolescenti

Un orrore speculare, un'immagine allo specchio della nostra cultura patriarcale - nostra, sì, tutti e tutte ci siamo immers* fino al collo - da cui siamo solo capaci di distogliere lo sguardo, senza riuscire a cancellarla una volta per tutte. Non basta chiudere gli occhi o indignarsi solo per l'episodio di turno. Non basta un colpo di spugna a risarcire (e non stiamo parlando di soldi) le vittime.

Il parroco del Parco Verde di Caivano

Don Maurizio si dice addolorato per le due cugine, che sono residenti nel quartiere dove opera da anni e da qualche tempo vive sotto scorta. Non solo per quanto hanno dovuto subire, ma per quello che le aspetta: "Di questa vicenda se ne parlerà per qualche giorno, forse per qualche settimana ma poi queste due povere ragazze si porteranno dentro questo trauma per tutta la vita, vivranno questo dolore con le loro famiglie", dice infatti.

La violenza sulle due cugine di 13 anni

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Per don Maurizio Patriciello: "Quel che sappiamo è la punta dell'iceberg"

Due 13enni, cugine fra loro, a inizio luglio sono state stuprate da un gruppo di adolescenti al Parco Verde di Caivano, nel Napoletano. A denunciare la violenza, che ha dato il via alle indagini, i familiari delle ragazze che intanto sarebbero state allontanate e trasferite in una casa famiglia. La violenza sarebbe avvenuta in un capannone abbandonato della zona con l'inganno. Gli autori della violenza sarebbero sei: cinque minorenni ed un maggiorenne, individuato e fermato. Per ricostruire la vicenda, riferita a Il Mattino dal legale delle famiglie delle vittime, Angelo Pisani, gli investigatori starebbero procedendo alle analisi di alcuni smartphone sequestrati.

"Abbiamo deciso di non educare"

Il parroco di Parco Verde di Caivano insiste: "Se ci sono femminicidi, se ci sono casi di violenza brutale, che avvengono sia in quartieri degradati sia in quelli più agiati vuol dire che noi abbiamo sbagliato, abbiamo deciso di non educare". Sembra di sentire, nelle sue parole, l'eco di quelle della prof palermitana Giovanna Corrao che in un video virale si è scagliata contro la comunità educante, colpevole di aver fallito nel formare le giovani generazioni. Poi sullo specifico del Parco Verde, zona abitativa sorta per dare una casa agli sfollati del terremoto del 1980 il sacerdote va all'attacco: "Mi dispiace dirlo ma questo è un quartiere che non doveva mai nascere: qui sono state ammassate tutte le povertà. Questi sono problemi atavici, nati insieme al quartiere.
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Le indagini sono partite dopo la denuncia dei familiari delle vittime che ora si trovano in casa famiglia

E poi cosa si è fatto? Io sono convinto che quello che ogni tanto succede è solo la punta dell'iceberg, non solo qui a Parco Verde però. Il problema di questi stupri dei minorenni ci coinvolge e ci sconvolge". Il sacerdote rivolge anche un pensiero agli indagati: "Sono vittime della povertà educativa" e lancia l'allarme: "La pornografia è ormai una vera emergenza. Ma cosa si fa?", richiamando anche lui la 'motivazione' dell'attrazione che ha il mondo del porno anche sui giovanissimi.

Floridia: "La comunità educante è distratta

"Altro stupro. Siamo in emergenza educativa. La comunità educante è distratta. Il governo pure. E la politica è ciecamente impegnata ad occuparsi del Pil. Misuriamo la crescita, ma la crescita sbagliata. Il Pil non misura il grado di felicità o di civiltà di un popolo. Non misura il benessere. Non misura l'educazione. Se non misuri ciò che conta, fai scelte sbagliate", scrive su facebook la presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia. "È tempo di cambiare gli indicatori per misurare il benessere del nostro Paese. È tempo di misurare la felicità, la fiducia, la percezione di sicurezza e il grado di educazione e di partecipazione alla vita pubblica della nostra comunità – insiste la senatrice pentastellata –. Questo deve fare lo Stato. Capire ciò che conta. Occuparsi dei cittadini. Lo Stato deve mettere un argine. Dare un sostegno. Immischiarsi. Esserci. Osservare. Assicurarsi che tutti abbiano gli strumenti economici e culturali, parimenti, per stare bene, quindi comportarsi bene. Sì lo Stato deve contribuire all'educazione dei cittadini. Con ogni mezzo. Lo Stato deve educare non pensare alla castrazione chimica. Lo Stato non aggiunge orrore all'orrore".