Una impellente “Fame d’amore” in cui entrambe le parole hanno un significato profondo che le lega: il bisogno di cibo e allo stesso tempo la necessità di essere nutriti con l’amore. E quando le due cose non collimano si entra in un baratro difficile da superare e ricco di mille incognite. Francesca Fialdini – toscana di Massa, classe 1979 – cerca di riempire questo baratro portando in tv, e ora anche in un bel libro, le storie di chi nel disturbo alimentare perde la propria vita; il suo impegno, sia appunto in “Fame d’amore” (Raitre) sia “Nella tana del coniglio” (Railibri), vuole aiutare a cercare una soluzione per chi ha sempre avuto paura di parlare di queste cose perché inevitabilmente si viene presi per malati. Ma qualcosa, grazie a lei, si sta muovendo. “Quella del disturbo alimentare – dice la Fialdini – è una emergenza e se ora se ne inizia a parlare si tratta di un fatto positivo perché recepire il disagio giovanile anche nella malattia mentale è una buona notizia. C’è ancora molto da fare perché in famiglia ci si vergogna a dire che una figlia ha tali problemi”.